Esco dall'ufficio alle 18.09 ho il treno che parte alle 18.26. Nel lettore mp3 corrono i byte appena encodati dal cd comprato ieri sera al banchetto, dopo il concerto. La serata di ieri mi ha fatto bene, avevo bisogno di immergere la testa nel muro di chitarre, calde e dissonanti, dei Valentina Dorme.
Ogni tanto le ho proprio respirate, le ho tirate su, dentro di me quelle note, chiudendo gli occhi e inspirandole col naso. E' la musica alta, inebriante, percepita ad occhi chiusi, è come un tuffo in piscina, è esperienza immersiva.
Sono arrivato in stazione con qualche minuto di anticipo e ora sono sul treno, qualcuno mi guarda mentre scrivo a penna su questo libretto, ma poco importa, la musica nelle orecchie mi rimanda a ieri e se chiudo gli occhi rivedo il palco della Casa 139, un po' buio, con lo sfondo nero della parete dietro al palco, rivedo il tavolino a cui sono seduto con Roberta, vedo il mio negroni mezzo vuoto e vedo la sigaretta là dove, se apro gli occhi, vedo la penna.
Mario scuote la chitarra, e scuote la sua grossa stazza, accenna qualche smorfia, qualche ammiccamento con gli occhi... è un peccato che ai concerti non si riesca mai a capire tutte le parole, come se nel travasarle nel microfono qualcuna fuoriesca, cada e finisca a terra.
La Casa 139 è un posto un po' noir stasera, caldo e impregnato della tensione dei Valentina Dorme e potrebbe rientrare nelle ambientazioni dei libri di Carlotto, quelli con l'Alligatore.
Il concerto fluisce tranquillo e denso, piacevole e "isolante" come un bagno alle terme.
Poi all'improvviso siamo di nuovo in mezzo alla strada, cerco con gli occhi la macchina, ci sono Teo e Fabienne da accompagnare. Così, sono ripiombato nella realtà, proprio come se riaprissi gli occhi e... sono in treno.
Stazione Cormano-Brusuglio. Alla prossima scendo.
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L'articolo Valentina Dorme - Casa 139 - Milano di Giulio Pons è apparso su Rockit.it il 2004-05-20 00:00:00
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