Casa degli Artisti è un luogo come non se ne trova in giro, neanche setacciando bene bene il mondo in lungo e in largo: si tratta di uno spazio in pieno centro a Milano – per la precisione in via Tommaso da Cazzaniga, una laterale di Corso Garibaldi – dedicato alla ricerca e alla produzione artistica. Già a partire dal 1909 era stato pensato come atelier per artisti dai suoi fondatori, i fratelli Bogani, salvo poi essere caduto in disuso nel corso del tempo. Negli ultimi anni è stata effettuata una grande operazione di riqualifica dell'edificio, che ora lo rende un centro creativo veramente speciale nel cuore della città. Per fare un esempio, è qui che Brunori Sas ha composto il suo Cip!, disco acclamato dalla critica uscito all'inizio del 2020.
Dopo numerose residenze artistiche svoltesi all'interno dell'Atelier Musicale, dove sono passati anche grandi come Ghemon, Dardust e Vasco Brondi, arriva la prima open call realizzata dalla Casa, aperta ad artisti senza limiti di età e nazionalità. Si tratta di E-Side – Insights on Electronic Music, progetto interamente dedicato alla musica elettronica, genere talmente ampio da sconfinare in tutto il resto del mondo musicale e da essere un elemento di contaminazione quasi imprescindibile per chi compone oggi. Proprio per questa sua natura universale e tentacolare, la call vuole esplorare tutte le incredibili potenzialità di quello che, più che è un genere, è uno strumento creativo. Per candidare il proprio progetto basta compilare questo form entro il 6 luglio.
Il periodo di residenza andrà dal 1 settembre 2023 al 31 gennaio 2024. L’Atelier Musicale sarà messo a disposizione dei progetti selezionati, che svolgeranno, in successione, un periodo di residenza di 3 o 4 settimane ciascuno. Durante la residenza potranno essere organizzati studio visit di operatori del settore, critici e giornalisti. A fine residenza gli artisti presenteranno al pubblico il risultato del proprio lavoro in forma di un open studio all’interno dell’Atelier Musicale stesso. Lo sviluppo delle opere e gli open studio verranno seguiti dal punto di vista tecnico sonoro da un team guidato dal noto producer Taketo Gohara, curatore e tutor del percorso di residenza, e potranno essere registrati anche video in formato 3d con audio spazializzato.
Taketo Gohara, promotore principale dell'iniziativa, è anche il presidente della prestigiosa giuria che selezionerà gli artisti che parteciperanno poi alla residenza, composta da Nur Al Habash, Riccardo Bonetti, Paola Cacciarelli, Sara Del Caldo, Giacomo De Poli, Dario Faini (Dardust), Fabio Luzietti, Jeff Mills, Roberto Pisoni, Mauro Refosco, Stefano Senardi, Elisa Toffoli. Gli abbiamo chiesto di raccontarci un po' più nel dettaglio questo progetto.
Che posto è Casa degli Artisti? Cosa ci trovi tu e cosa pensi potrebbe trovarci un artista nel suo processo artistico e produttivo?
Casa degli Artisti è un luogo dove ho avuto la fortuna di entrare tra i primi in residenza. Il team che lo gestisce voleva sviluppare tutte le discipline dell’arte contemporanea includendo anche la musica, che è supervisionata da Francesco Piccolomini. Così lui mi chiamò per fare degli esperimenti con Cesare Picco, con cui ho fatto una residenza personale, ma anche con Dario Brunori, Dardust, Vasco Brondi e altri artisti che ho prodotto, così ho potuto comprendere la potenza di quel luogo. Uno spazio con questa incredibile luce ed energia che ti ispira a comporre e progettare. La grande differenza poi la fa la presenza di tutti gli altri artisti nell’atelier accanto o negli altri piani. Artisti di altre discipline in diversi momenti della loro carriera con cui poter parlare, confrontarsi e molto spesso lavorare insieme, come mi è successo con Stefania Ballone, coreografa della Scala incontrata lì e con cui abbiamo avviato tanti altri progetti. Quindi quello che sono sicuro è che gli artisti troveranno uno spazio speciale che gli farà esplodere la loro arte, sia in maniera intima nel pensiero, sia pratica con le contaminazioni con gli altri artisti.
Quanto è raro in Italia un posto così? Segue qualche modello?
In verità non ho riscontri su modelli simili in cui la musica leggera viene inclusa nelle dinamiche delle arti contemporanee. Però so che alcuni modelli sono stati di ispirazione come quello di the High Line di New York in cui si lavora con la sfera pubblica ingaggiando artisti di tutte le discipline e di tutti i generi e stadi di carriera.
Perché una call dedicata alla musica elettronica? Cosa c'è dentro alla tua definizione di musica elettronica oggi?
Perché oggi la musica elettronica non può più essere considerata un genere musicale. Ormai ha permeato tutti i generi, arricchendoli e valorizzandoli con sonorità sempre più ricercate. In pratica questa call vuole scoprire lo stato dell’arte di tutti i generi musicali contemporanei e usa l’elettronica come mezzo per scoprire come la musica contemporanea e le sue sonorità si stanno evolvendo.
In che direzione va la musica elettronica italiana? In quale direzione vorreste provare a "indirizzarla" voi con questa call?
La musica italiana va fortissimo nel mondo…direi in tutti i generi. Basti pensare a Einaudi, Dardust, Maneskin, Bocelli e anche a tutta la scena dance per esempio. Questa call non ha assolutamente intenzione di avere un indirizzamento anzi preserveremo quanto più il volere e la natura del progetto con cui si presenterà l’artista. Vogliamo che l’artista sia totalmente libero e che possa creare nuove sonorità.
Cosa accade "normalmente" durante una residenza? Cosa si puo fare in 3/4 settimane?
In verità il periodo di residenza canonico nelle altre discipline come le arti visive è molto più lungo. Abbiamo sperimentato questa tempistica sulla musica leggera perché effettivamente tutti gli artisti che sono venuti sono riusciti a realizzare un disco intero in questo tempo. In residenza si pensa, si compone, si invitano artisti, partner, amici, si ferma l’orologio e si entra in una totale dimensione artistica. Poi si progetta come restituire al pubblico i risultati del proprio lavoro durante l’open studio finale.
Cosa accade dopo? Come avviene l'open studio?
L’open studio è appunto il momento di restituzione. In fondo questa è una residenza pubblica, lo spazio è del Comune di Milano ed è bello pensare che in qualche modo anche in piccolo si possa far partecipare il pubblico a visitare l’atelier e ascoltare/vedere il proprio lavoro. Lo scopo è proprio quello di trasmettere il messaggio che la musica e tutte le altre arti sono un lavoro vero e proprio, frutto di fatica e sacrifici. L’open studio normalmente consiste in un live di un’oretta circa in cui l’artista o gli artisti propongono integralmente o parzialmente i lavori che hanno realizzato. L’atelier ha a disposizione della strumentazione già adatta per questi live e gli Open Studio vengono anche registrati con speciali telecamere in 3D per poterne fruire successivamente anche in maniera immersiva, per chi non poteva essere li quel giorno.
A fine progetto cosa sperate di aver "portato a casa"?
Noi speriamo di aver potuto dare agli artisti un momento speciale, di riflessione e introspezione, contaminazione, composizione e progettualità. Speriamo che escano arricchiti e cresciuti, anche concretamente, magari grazie all’incontro con persone speciali tra artisti, operatori del settore che possano aiutarli in qualche modo. Ma soprattutto speriamo che abbiano avuto modo di esprimere tutta l’energia che avevano dentro e che a volte in altre situazioni non sarebbero riusciti ad esprimere.
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L'articolo Casa degli Artisti ha un salotto elettronico tutto per te di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-06-21 10:48:00
COMMENTI (1)
wow! che figata