CBCR Weekly: Rip + Dacota

Mentre Sanremo si staglia minaccioso all'orizzonte, noi continuiamo a pescare i talenti nascosti della nostra musica. Come il duo elettronico romano che sogna Berlino e Londra e la cantautrice marchigiana che cerca di trovare la strada giusta in mezzo al caos

Oggi comincia Sanremo e lo sappiamo come questi cinque giorni di buco nero non permettano di parlare di altro che non sia il festival. Però, al netto di quello che succederà sul palco dell'Ariston, a noi interessa anche seguire quello che succede altrove, tenere d'occhio i piccoli movimenti del sottobosco musicale e scoprire sempre qualche scintilla nuova che possa attirare la nostra attenzione. Questa settimana non è da meno: vi raccontiamo qua i Rip e Dacota. 

Rip

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Il nome è abbastanza funereo, ma più che dall'acronimo da lapide pare che RIP sia da intendere all'inglese: to rip, strappare. Loro sono in due, Pierpaolo e Raffaele, vivono a Roma ma nella loro musica si sentono le influenze elettroniche di altri capitali europee come Berlino e Londra. La loro musica gioca su un'ambiguità latente che si fa ipnotica: la componente dance si trova messa di fronte a una strana sensazione di disorientamento nella rarefazione dei suoni, fratture tra ambient e glitch che portano a una sorta di danza alienante con le paranoie a scorrere sullo sfondo. E lascia in mano a noi la scelta se lasciare che prendano il sopravvento oppure se scacciarle via ballando. A giudicare dai loro live, è facile capire quale sia l'opzione preferita dal pubblico.

Negli scorsi mesi si sono fatti notare con i singoli Stare quiDietro casa mia Serra, e non solo dalla platea italiana. Lo scorso anno si sono esibiti al Primavera Pro, nel contesto del Primavera Sound di Barcellona, oltre ad aprire i concerti dei francesi The Blaze e del producer britannico Bonobo, musicisti che riecheggiano nella musica del duo. Qualche occhio addosso già c'è, è un momento buono per metterci pure il vostro.

Perché ascoltarli: Per scomporsi e ricomporsi in un suono frammentato

Dacota

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Dacota, con la C e non la K, è il nome d'arte dietro cui si nasconde la cantautrice Emanuela Luzi, classe '99. Emanuela viene da Fossombrone, paesino tra Pesaro e Urbino, da una famiglia con "padre fedelmente marchigiano e madre fedelmente napoletana", come ci tiene a specificare. Da qualche tempo si è trasferita a Milano per inseguire la musica, che a breve potremo scoprire per davvero.

C'è un ep nascosto pronto a emergere, intanto l'unico brano fuori si intitola L'ultima volta ed è già un gran biglietto da visita: la canzone si apre con una voce lamentosa che scandisce il tempo, di colpo interrotta dall'intreccio di batteria e sferzate elettroniche e a cui si aggiunge l'arpeggio malinconico di una chitarra. Il risultato è un arrangiamento che spinge nella ritmica e si strugge nella melodia, tanto da amplificare la confusione interiore che Dacota disegna col suo canto vellutato. Bastano poche immagini sfocate per ritrovare nella sua voce tutto il suo sentirsi smarrita nel mondo, senza riuscire a capire quale sia la direzione giusta, sempre che ce ne sia una. Se può consolarla, il punto di partenza ci ha già abbastanza stregato.

Perché ascoltarla: Per trovare una bussola nella sua voce

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L'articolo CBCR Weekly: Rip + Dacota di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-02-06 11:27:00

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