Non è un festival, non è una mostra, non è un’esposizione. Non è neanche il film premio Oscar da cui prende in prestito il nome, ma un multiverso esiste anche qui. “Everything, Everywhere, all at Once” è un secolo di Triennale di Milano, le nozze di osso tra l'istituzione culturale lombarda e l’arte che la abita.
La festa ideata insieme a Carlo Pastore inizia presto e non si ferma mai. Qui la musica è concentrica, ubiqua, bella e inevitabile. Sono 20 le esibizioni live che si ramificano nelle crevici più inesplorate e gli spazi inediti della struttura. Il rooftop debutta al tramonto come palcoscenico, prima per i botta e risposta esistenziali di Colapesce & Dimartino e poi ancora per il pubblico rimbalzante di Lorenzo Senni, protagonista assieme a Colapesce e Dimartino dei primi live sul tetto del museo (che è molto di più). La pedana è un tappeto elastico e lo skyline è una disco ball che si illumina a ogni colpo di cassa.
Scendendo di un piano, quella che sembra la fila per un bagno uscito da Euphoria è in realtà un DJ set con TOMMIBOY alla console. Ogni concerto è il portale di accesso a una nuova dimensione, ognuna con il suo pubblico, le sue frequenze, la sua palette. C’è per tutti un posto da chiamare casa per una sera, che esso sia il Teatro o gli Uffici non fa differenza. Lo spazio diventa relativo, impalpabile, scandito solamente dalla musica che lo invade.
Percorrendo un lungo corridoio nelle backroom del primo piano si finisce dentro l’80s hardcore punk degli Spirito di Lupo, mentre alla mostra di arte indigena Siamo Foresta il quintetto di fiati Placard Wind Quintet performa la colonna sonora di Plantasia. Lo scalone d’onore prende vita come in Harry Potter quando sulla sua cima si esibisce la ninfa Guinevere o il duo dinamico-polistrumentista NAIP x Juliette Ant. L’esterno, infine, è dove ogni affluente si riversa: un'apparizione a sorpresa di Ariete, che segue Lucio Corsi e Dumbo Gest Mad porta ogni partecipante a riunirsi nel giardino, lo stesso luogo dove Mace e Go Dugong concludono la serata.
Al centesimo anniversario della Triennale di Milano c’è tutto, ovunque, nello stesso momento, nella più utopica convivenza delle diversità. In “Everything, Everywhere, All At Once", venti concerti diventano uno solo, cento anni passano in una sera. E la Triennale, in tutta la sua veneranda età, splende di vita.
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L'articolo Cento anni di Triennale: lo spazio non esiste, è la musica che lo crea di Vittoria Brandoni è apparso su Rockit.it il 2023-09-25 13:59:00
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