In uno degli ultimi singoli di Tommaso Paradiso, il cantautore romano dice: “Vorrei solo distrarmi un po’, perdermi in un disco pop”, interpretando il mood di milioni di ascoltatori italiani dell’ultimo paio d’anni, quelli diciamo dai 25 - 30 in su che durante le lunghe giornate pandemiche di lockdown, quarantena volontaria o semplice malinconia dei giorni più liberi si sono andati a riascoltare tutti gli album della giovinezza, quelli consolatori, che li riportavano a tempi più comprensibili. La musica pop non ha bisogno di tante elucubrazioni filosofiche, può avere testi che strappano il cuore in due come quelli di Samuele Bersani o solo qualche accenno impressionista, qualche frase buttata lì e condita con una melodia che da sola riesce a smuovere emozioni represse, come quando la radio passa un pezzo di Adele e anche chi non sa neanche una parola di inglese in qualche modo capisce l’intenzione e parte la lacrima facile.
Quindi oggi parliamo di pop, quello vero, non l’itpop o l’hyperpop o quello imparentato con l’urban o con i cantautorato alternativo. Quello che fu dei dischi di Lucio Dalla o di Vasco Rossi negli ’80 ma anche di Eros Ramazzotti e Zucchero, Baglioni e Venditti, dei dischi d’oro e di platino, dei concerti nelle grandi arene e delle canzoni che conoscono tutti, le più gettonate nei juke box e nei karaoke. Un genere che ha fatto una gran fatica a non cadere vittima della sola semplificazione del tormentone e che negli ultimi dieci anni ha totalmente rivoluzionato il suo suono, la sua comunicazione, perfino il suo iter. La faccio breve, sono usciti due singoli negli ultimi giorni, La ragazza del futuro di Cesare Cremonini e Lupin di Tommaso Paradiso, e sono due belle canzoni pop di due artisti stigmatizzati dai puristi e dai duri e puri, che hanno dovuto dimostrare più di altri il loro valore.
Il modo in cui fanno musica è diametralmente opposto, Cremonini è più ricercato mentre Paradiso gigioneggia con gli anni Ottanta, ma il percorso dei due non è troppo differente. Il primo ha esordito coi Lunapop, la band più presa in giro dagli alternativi dei primi del Duemila, capace di scrivere pezzi spettacolari come 50 Special, Qualcosa di grande o Un giorno migliore e amata dalle adolescenti che leggevano Cioé. Figo quanto vuoi quando sei giovane ma poi, una volta da solo a tentare la carriera solista, un marchio che tenti di toglierti dalla pelle con la carta abrasiva. Cesare Cremonini invece no, se n’è sempre piuttosto fottuto e oggi, a 20 anni dal suo esordio da solo, quando suona dal vivo si diverte come un matto a cantare e far cantare anche le sue vecchie canzoni adolescenziali a quelli che come lui sono diventati adulti, e tra il pubblico ci sono anche un bel po’ dei duri e puri che una volta lo vedevano come sabbia nelle mutande. La gran fortuna di essere uno della generazione pre-social.
Tommaso Paradiso si è beccato la sua bella valanga di hater dal supposto mondo indie che avrebbe tradito prima quando ha iniziato a fare canzoni pop coi Thegiornalisti e poi quando si è messo in proprio (con diatribe social lunghe chilometri), cercando una direzione che fosse sua, riconoscibile al primo ascolto. Lui ancora i concerti da solo non li ha potuti fare per via del covid, ma sembra proprio che la sua carriera possa seguire le orme di quella di Cesare. Il fatto è che spesso, psicologicamente parlando, quello che una volta ti salva poi rischia di ingabbiarti per il resto della vita e dare un taglio netto per iniziare praticamente da zero non è facile per niente, lo sanno tutti i fuoriusciti da band o progetti che c’hanno provato da soli, da Riccardo Fogli coi Pooh a Mobrici coi Canova, passando per Morgan e Manuel Agnelli o Max Pezzali una volta abbandonato il nome collettivo 883.
Come sono questi singoli di inizio 2022 per questi due cantanti così lontani e così vicini? Fighi, ognuno per le sue caratteristiche e per il proprio pubblico. La ragazza del futuro di Cesare Cremonini è un pezzo in cui l’autore parla a questa fantomatica ragazza, ma è in realtà un dialogo immaginario alle nuove generazioni, che volge all’accettazione della vita per quella che è. La musica è un funky in stile anni '70 con un bel po' di french touch e insieme al singolo precedente dal titolo Colibrì fa presagire un album di pop perfetto per il 2022, un cantautorato fatto bene e comprensibile a tutti, con arrangiamenti di classe che non sanno mai di armadio e testi che colpiscono al cuore. Il suo settimo disco di inediti dal titolo La ragazza del futuro uscirà il 25 febbraio e Cesare Cremonini sarà anche ospite della 72a edizione del Festival di Sanremo per una performance che celebrerà i suoi vent'anni di canzoni. Poi, toccando ferro e tutto quello che volete, d'estate tornerà live negli stadi.
Tommaso Paradiso ha pubblicato il suo nuovo singolo dal titolo Lupin che anticipa il suo primo album solista Space Cowboy che uscirà il 4 marzo 2022. È la terza canzone che verrà inserita nel disco dopo Magari no e La stagione del cancro e del leone. La sua direzione è ormai nota, prende a piene mani dai suoni del cantautorato e dalla canzone pop degli anni '80 inserendoli in un contesto contemporaneo. Romanticismo a gogo, nostalgia canaglia e struggimenti per un'estate vissuta e immaginata, ma c'è di più.
Tra le chitarre col chorus che sembrano prese dal Maurizio Solieri del Vasco di quegli anni lì, il pianoforte, la voce un po' sussurrata alla Luca Carboni e i riferimenti alla cultura pop, stavolta c'è anche il primo falsetto e un testo che parla anche del periodo che stiamo vivendo. "Oggi sono stato bene anche da solo", e quanta solitudine c'è nella quarta ondata di questa pandemia infinita. Già da un po' di tempo Tommaso Paradiso gioca con le citazioni come fanno i rapper, senza usare i sample ma lavorando sugli strumenti e i suoni perché facciano tornare alla mente un determinato periodo storico. Un cut-up che viene dalla cultura urban, non a caso i suoi ultimi azzeccatissimi feat. sono con Franco126 e Rkomi. Paradiso presenterà il disco in due show (già confermati) nei club a Milano e a Roma, rispettivamente il 21 al Fabrique e il 23 all'Atlantico.
Due album diversi per due autori che incuriosiscono molto e che parleranno a una moltitudine di ammiratori o di semplici ascoltatori casuali, che ascolteranno le loro canzoni in macchina alla radio o mentre fanno la spesa al supermercato e senza prestarci neanche attenzione, ma che poi tornano a casa col motivetto in testa. Che poi è il fine ultimo della musica pop.
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L'articolo Analogie e differenze tra Cesare Cremonini e Tommaso Paradiso di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-01-20 16:00:00
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