Che un artista sia alle prime esperienze o al quinto disco di successo, la dimensione live è fondamentale e resta l'output principale - soprattutto dopo l'avvento del mercato discografico in streaming - per chi vuole lavorare nel mondo della musica. Se da un punto di vista artistico, la preparazione dello show e la resa dal vivo è un crocevia necessario, da un punto di vista economico e strategico invece, scegliere nel modo migliore come impostare il budget di un tour e di conseguenza i relativi prezzi ai biglietti è una questione delicata. Rapportarsi con le venue, prodursi i concerti, affidarsi a un promoter, scegliere la giusta booking, decidere il prezzo migliore a seconda del luogo e molte altre sfumature finiscono per regolare il mercato e influenzare il lavoro di molte persone.
Andiamo a fare una panoramica della situazione, tra possibilità, opportunità, rischi e minacce e guardiamo com'è cambiata l'industria negli ultimi anni.
CHE VALORE HA UN ARTISTA?
Per iniziare a capire com'è stato possibile negli ultimi anni vedere alcuni prezzi lievitare bisogna comprendere chi decide quanto vale un artista. A questa domanda, la risposta che la maggior parte delle agenzie di concerti fornisce è legata al management. In sostanza è l'entuorage dell'artista stesso a decidere il suo valore e quanto può essere il guadagno da una serie di concerti. Importante sono alcuni fattori, come quale può essere il target di riferimento che ascolta la sua musica e che portata ha nei servizi in streaming e sui social network.
È evidente, come certi artisti che si rivolgono a un pubblico più adulto, possano permettersi location di un certo tipo come teatri e di conseguenza un prezzo di biglietto più alto, diverso il discorso se si parla di un fenomeno virale del momento, che ha avuto la forza di riuscire grazie ai social network ad arrivare a un vasto pubblico più giovane. Insomma, nella scelta del valore incidono piattaforme e ipotetici fans. Capire a chi ci si sta rivolgendo è il nodo principale per dare un valore all'artista stesso. Magari senza esagerare...
LO SCENARIO IN CUI CAMBIA LA MUSICA DAL VIVO
La musica negli ultimi 15 anni è cambiata. Noi proviamo a raccontarvelo ogni giorno e nella sua espansione che ha avvicinato migliaia di persone ai concerti incidono naturalmente i servizi di streaming, la vera novità capace d'influenzare logiche di live e discografiche. Avere tutta la musica a nostra disposizione con circa 10 euro al mese ha permesso a una marea di persone di poter avere una possibilità concreta di scegliere la propria colonna sonora senza il bisogno di qualcuno che te la consigli.
La curiosità sempre maggiore nei confronti della scena musicale, soprattutto negli anni pre-pandemici, ha generato una serie di sold-out dietro l'altro. Era inevitabile fare un tour e annunciare sold out, un loop che la pandemia si è portata inevitabilmente via, mentre invece le grosse agenzie di concerti hanno dovuto fare la corsa all'offerta più alta per molti artisti, rimasti poi a casa – come tutti – in attesa di poter tornare a far quello per cui sono retribuiti. Ma non solo artisti, tecnici e altre figure professionali, sono rimaste bloccate, solo che la novità dello streaming e i social network vanno veloce, forse troppo, e qualcuno rischia di perderci davvero la salute.
DAL BASSO VERSO L'ALTO
Si parla poco di come sia cambiata la società quando si cerca di fare analisi sulla musica. È bene ricordarsi di come prima vivessimo in un mercato discografico che lavorava su un modello top down, ovvero che partiva dall'alto. Ricordate? Una volta firmare un contratto discografico con una major e avere un certo di visibilità garantita, ti consegnava la possibilità di crearti un pubblico. Molto spesso, ed pratica molto diffusa, le case discografiche offrivano una parte del contratto anche alle agenzie di concerti per poter sviluppare al meglio la parte live di un progetto musicale.
Insomma il mercato si sviluppava – non solo nella musica – in questo modo qui, era difficile se non impossibile diventare dei player credibili da indipendenti ma, una volta entrato nel circuito catapultato dall'alto, le tue possibilità di rimanere nel tempo erano decisamente elevate. Ora è cambiato tutto, il modello è diventato bottom up e grazie ai nuovi media, passare da una grande discografica non è sinonimo di successo anzi. La società in cui stiamo vivendo permette a piccoli cluster di portare a una certa visibilità che nascono nel sottosuolo, dando loro la possibilità – concreta – di proseguire il loro percorso di crescita.
MA QUINDI SIAMO DIVENTATI "SCHIAVI DEI FAN"? IL DYNAMIC TICKET PRICING
È il 2011, e Ticketmaster - che negli Stati Uniti era leader del mercato nella vendita dei biglietti - annuncia che, per far fronte alla pratica di rivendita su altre piattaformesempre più diffusa e discussa all'epoca, i fan devono rendersi conto che a volte i posti migliori hanno un valore e di conseguenza l'unico modo era cercare di legare ogni biglietto a un fan specifico, senza possibilità di trasferimento.
In sostanza si sarebbe iniziato a modificare i prezzo di un biglietto in base alla domanda dei consumatori. Nel corso degli anni, artisti di spicco come Taylor Swift, Paul McCartney, Ye e Harry Styles hanno adottato il sistema di prezzi dinamici, pensate ai ticket platinum e a quella che vengono chiamate esperienza vip in molti concerti o festival.
L'ESCLUSIVITÁ: POTERE DI POCHI O REGOLATA DA TUTTI?
Uno dei primi gruppi ad adottare quest'idea furono gli Eagles che in tour di metà anni 90 decisero di metterei biglietti in vendita a un prezzo altissimo di oltre 100 dollari. I fan non si sono fatti mancare di prenderli tutti e qualcuno all'epoca decise di storcere il naso: contributo vero dai fan o modo classista per rendere l'esperienza solo per i portafogli di Wall Street? Se questa corsa al biglietto ti provoca molta ansia però, c'è uno studio molto interessante, dove si sostiene che la tattica migliore è la pazienza.
Come il prezzo di una corsa su Uber si impenna all'uscita di un grosso evento, anche i prezzi dei biglietti per i concerti sono destinati a salire nell'eccitazione della data di messa in vendita. Se invece non volete farvi prendere dal panico, utilizzate la tattica migliore ovvero sostenete la musica che vi piace, perchè è l'unica arma che avete per combattere tutto quello che vi sta attorno. Sostenete chi volete, ma fatelo con la consapevolezza che certe dinamiche nascono proprio dalle persone e il potere che hanno a portata di un semplice clic.
RICORDIAMOCI DOVE TROVARCI
Tenere le conclusioni del discorso non è facile perchè questa voleva essere una panaromica generica di come sta funzionando il sistema attorno al mondo dei concerti. Ognuno ha la possibilità di farsi una propria idea dopo le informazioni fornite e forse va bene così, ma qualche appunto va segnalato per non dare nulla per scontato. Il valore di un progetto musicale e la strategia da seguire nella sua resa dal vivo è determinato anche dalle agenzie di concerti: la migliore di queste è in grado di selezionare le location più adatte base al percorso che tra casa discografica e management si è deciso di seguire.
Questo vale per i grandi nomi, ma soprattutto per chi si sta affacciando a questo settore. Attorno a uno spettacolo lavorano professionisti che hanno subito – a caro prezzo – i danni della pandemia, le loro istante restano fondamentali per la tenuta economica e psicologica del settore, non dimentichiamocelo. Scegliete bene con chi lavorare e non fatevi influenzare dalle grandi promesse: suonare le proprie canzoni nei contesti giusti è un privilegio, non sprecatelo e vedrete che comporterà ancor di più una maggiore crescita. Scontate queste conclusioni, ma doverose, d'altronde vogliamo vederci sotto al palco quest'estate.
Questo contenuto è tratto dalla nostra newsletter dedicata agli artisti, che si chiama Ghost Track ed esce ogni mercoledì. Se vuoi rimanere aggiornato su tutte le nostre novità per chi suona, iscriviti alla nostra newsletter Ghost Track.
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L'articolo Chi decide quanto costa il biglietto di un concerto? di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2024-03-29 09:51:00
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