A dieci chilometri da Venezia c'è un isolotto molto particolare: si tratta di Burano, centro noto principalmente per i colori vivaci con cui sono dipinte le case locali e per la produzione artigiana dei merletti. A Burano c'è un'unica piazza, dedicata al più importante musicista proveniente questo luogo: l'imprescindibile Baldassare Galuppi, detto, per l'appunto, il Buranello*, compositore e organista attivo principalmente nel campo dell'opera buffa e nato nel 1706.
Ok, magari non lo metteremo nei nostri CBCR del 2024, però il nostro Buranello è stato uno bello precoce nella sua epoca. Inizia a studiare musica fin da piccolo, guidato dal padre barbiere per professione e violinista negli intermezzi al teatro della commedia. Poi, a 16 anni, Baldassare si sposta nella big city Venezia, riuscendo a guadagnarsi da vivere come organista di diverse chiese.
Pur senza una formazione accademica, Baldassare si butta: a Chioggia mette in scena la pastorale La fede nell'incostanza, ossia gli amici rivali, che però viene accolta malissimo dal pubblico. Baldassare era lì lì per appendere l'organo al chiodo – sicuramente con più di qualche difficoltà – e prendere le forbici del padre quando viene notato da Benedetto Marcello, il capo assoluto per la musica veneziana dell'epoca (il Conservatorio della città porta il suo nome mica per caso). È lui che prende sotto l'ala protettiva il giovane Baldassare, facendogli studiare contrappunto alla scuola di Antonio Lotti.
Baldassare è un prodigio: oltre a eccellere negli studi, fa da clavicembalista – strumento di cui diventerà un virtuoso inarrivabile – nei teatri d'opera veneziani, al punto di essere ingaggiato per mettere in scena le proprie composizioni. E così prendersi la rivincita sui fischi del pubblico chioggiotto. Nel 1729 arriva il suo debutto vero e proprio con La Dorinda, di cui compone la musica, mentre il libretto viene firmato proprio da Benedetto Marcello. Da qui prende il via una decade di grandissimo successo, che porta la sua fama in tutta Italia e in cui compone tantissimo. Tra le altre cose scrive oltre cento di melodrammi, una ventina dei quali su libretti di Carlo Goldoni, segnando un vero punto cardine per l'opera buffa.
Nonostante un calo di popolarità negli anni '40, il Buranello è inarrestabile: diventa maestro di cappella della basilica di San Marco, organista di varie chiese, maestro del Conservatorio degli incurabili, fino a essere chiamato alla corte di Caterina II di Russia nel 1765. Dopo un paio torna a Venezia, dove continua a comporre fino alla sua morte nel 1785. La prossima volta che passate per Venezia, fate un salto a Burano. È il tributo minimo che un mito del genere si merita.
*Se vi state chiedendo cosa c'entra un compositore nato più di 300 anni fa con un sito che parla di nuova musica italiana, evidentemente non siete tra le migliaia di persone che lo stanno cercando su Google data la sua presenza nell'ultimo numero della Settimana Enigmistica. E visto che i clic non ci fanno schifo, abbiamo pensato di dedicargli un approfondimento.
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L'articolo Buranello, il '700 non è mai stato così swag di Elisabetta Limone è apparso su Rockit.it il 2023-01-26 14:38:00
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