Chi sono stati davvero i Litfiba per la musica italiana

Il 22 dicembre si chiude (tra capolavori e vari scazzi) la 40ennale carriera della band fiorentina. Ecco come hanno definito e rivoluzionato per sempre il suono del rock italiano

La formazione storica dei Litfiba: Ringo De Palma, Piero Pelù, Antonio Aiazzi, Ghigo Renzulli, Gianni Maroccolo
La formazione storica dei Litfiba: Ringo De Palma, Piero Pelù, Antonio Aiazzi, Ghigo Renzulli, Gianni Maroccolo

La notte del 22 dicembre 2022 per Piero Pelù, Ghigo Renzulli, i fan e tutte le persone che hanno fatto parte del percorso dei Litfiba, si concluderà una storia durata 40 anni, una delle pagine più solide di rock italiano. I Litfiba, Piero e Ghigo, hanno deciso di porre fine alla band con un tour d'addio che si conclude al Forum d'Assago e che, a dare un'occhiata alla scaletta, ripercorre tutta la carriera del gruppo, con un occhio di riguardo per la prima parte, quella con la storica formazione composta anche da Antonio Aiazzi alle tastiere, Ringo De Palma alla batteria e Gianni Maroccolo al basso. 

Proprio quest'ultimo, in un post social, ha lasciato un proprio pensiero sul girone finale: "I Litfiba in tutte le loro mutazioni sono stati e rimarranno uno dei gruppi più importanti della storia della musica italiana anzi, per me i migliori in assoluto. Dopo che andai via sentivo spesso la loro mancanza, ma i Litfiba comunque c'erano. Da oggi invece mi mancheranno inevitabilmente ancora di più". 

 

I Litfiba hanno (avuto) mille facce come Lon Chaney: dal post punk, mischiato con il kraut rock e le influenze mediterranee dei primi anni Ottanta fino alla new wave e all'art rock della Trilogia del Potere e poi l'ammutinamento, il cambio di formazione, l'anima latina che fa diventare i Litfiba la band rock più famosa in Italia nei Novanta, gli anni del successo nazionale, della Tetralogia degli Elementi e poi ancora la separazione che sembrava definitiva e insanabile, col solo Ghigo a continuare in nome dei Litfiba con Gianluigi Cabo Cavallo alla voce prima della reunion con Piero e gli ultimi album. Nel 2013, la formazione storica che si ritrova sul palco per suonare per i fan le canzoni degli anni Ottanta e il sogno che, insieme, possano concludere la storia come l'hanno iniziata. Non è andata così, si sa, gli equilibri all'interno di un gruppo sono materia di studio per microbiologi.

 

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Ma che ne sanno le nuove generazioni dei Litfiba? Sembra una domanda retorica, ma in effetti se domandi un po' in giro, i Litfiba sono associati alla pronuncia in corsivo ante litteram di Piero e ai riff in stile Santana di Ghigo, con cui i due hanno tentato di dilapidare il tesoretto dei dischi belli degli anni che furono, fortunatamente senza riuscirci. La canzone di Elio e le Storie Tese Litfiba tornate insieme era emblematica della percezione del duo, tra tori lochi, huuuua e rock piuttosto innocuo.

C'è stato però un tempo in cui i Litfiba sono stati la band di riferimento della nuova musica italiana, idolatrati in Francia, capaci grazie al basso di Maroccolo, alle tastiere e fisarmoniche di Aiazzi, al martellare del mai troppo compianto Ringo De Palma, che avevano fuso la loro anima più dark con le chitarre wave rock di Ghigo e la voce di Piero che qualche recensore dell'epoca associava ad un redivivo Demetro Stratos con le movenze di uno Iggy Pop indiavolato, un frontman come pochi altri nel nostro Paese (ancora oggi).  

 

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Quando i Litfiba, venuti fuori dalla famosa cantina di Via dei Bardi a Firenze che ha dato il nome alla band, hanno pubblicato tre dischi assolutamente imprescindibili: Desaparecido del 1985, il doppio 17 Re del 1986 e Litfiba 3 del 1988 che, insieme all'album live 12-5-87  (aprite i vostri occhi) hanno dato la dimensione di quanto poteva essere creativa e indimenticabile una band formata da cinque persone dal carattere e dalla formazione musicale molto diversa, quando lavorano tutti insieme con lo stesso obiettivo. Non è un caso che canzoni come Tex, Resta, Eroi nel vento, Apapaia, Istanbul, Bambino, la cover di Yassassin di Bowie, Paname, Ballata, Ci sei solo tuPioggia di luce e Lulù e Marlene, scritte in quel periodo, trovino spazio anche nella scaletta dei Litfiba del 2022.

Solo che alla fine, le diversità vennero fuori proprio nel momento in cui la band stava facendo il salto e aveva il video di Cangaceiro in heavy rotation su Videmomusic, canzone figlia di quel live fortemente ritoccato in studio che fu Pirata del 1989, il primo disco d'oro del gruppo e il canto del cigno della formazione storica: Maroccolo e Aiazzi uscirono dalla band (quest'ultimo rimarrà come collaboratore ancora a lungo), Ringo De Palma dovette abbandonare per problemi legati alle dipendenze. Insieme a Gianni Maroccolo, De Palma e Francesco Magnelli (altro collaboratore dei Litfiba) più Giorgio Canali,  che della band fiorentina era il fonico, avrebbero partecipato alle registrazioni dell'ultimo album dei CCCP Epica Etica Etnica Pathos del 1990 e avrebbero formato il nucleo dei CSI, ma questa è un'altra storia.

 

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I Litfiba dei Novanta cambiano pelle e fanno pezzi da Novanta grazie al nuovo rock latino di El Diablo. Ormai sono un duo, anche se Aiazzi suona sempre nei dischi e nei live, ma hanno inserito in formazione Roberto Terzani al basso, Candelo alle percussioni e Daniele Trambusti alla batteria. D'ora in poi la formazione cambierà ad ogni disco, si uniranno e andranno via Federico Poggipollini alla seconda chitarra e altri musicisti, ma per tutti, i Litfiba sono Piero e Ghigo, macinatori di singoli di successo come Spirito, Terremoto, Regina di cuori, Gioconda, Proibito, Fata Morgana

Il resto è storia più o meno recente, fatta di canzoni non indimenticabili, apparizioni televisive a non finire e di una fanbase che non li ha mai abbandonati, neanche nei momenti più bui, grazie alla voglia di riascoltare le canzoni che hanno fatto la storia del rock italiano, al carisma di Piero Pelù e all'abnegazione con cui Ghigo Renzulli ha portato avanti il marchio di fabbrica anche quando la storia sembrava finita. 

 

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Giù il cappello per i Litfiba, coi loro momenti magici e le loro cadute, rappresentanti di un'anima mediterranea ed europea che ha preso la musica anglosassone, americana, latina e l'ha trasformata volta per volta in qualcosa di nuovo, che portasse i connotati del sud del vecchio continente. Con un grosso invito a riascoltare i primi album della band per sorprendersi di nuovo dalla montagna di suoni, influenze e creatività come poche altre band nella storia - recente e non - del rock nel nostro Paese. 

 

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L'articolo Chi sono stati davvero i Litfiba per la musica italiana di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-12-22 10:04:00

COMMENTI (5)

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  • giovagard 2 anni fa Rispondi

    Grandi Litfiba! Indelebili nel Rock italiano😜

  • FabrizioRosi 2 anni fa Rispondi

    Che dire se ne va anche la mia / nostra giovinezza, come tutta la vita non è mai per sempre

  • TeoCoppola 2 anni fa Rispondi

    I migliori

  • SoniaMasiero 2 anni fa Rispondi

    Semplicemente fantastci

  • SoniaMasiero 2 anni fa Rispondi

    Sono stati, saranno sempre i migliori in assoluto