È vietato comparire mascherato in luogo pubblico.
Vicino a queste parole, Venerus: appena sceso dal palco e a torso nudo, i riccioli avvolti intorno a due piccole corna, una maschera a coprirgli il volto. Non stiamo leggendo una scritta sulla parete di un backstage, ma l’inizio dell’articolo 85 del Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza, riportato a bordo pagina accanto a una delle foto di Atti Osceni, ultimo libro fotografico di Chiara Mirelli – fra le maggiori fotografe italiane di musica, attiva in quest'ambito da oltre vent'anni. Attraverso il suo obiettivo sono passate decine di band e artisti, ma anche lavoratori dello spettacolo, venue in allestimento, sale prove, concerti, documentati in anni di "militanza sopra, sotto e dietro i palchi".
Stampato in 60 copie, Atti Osceni è un viaggio tra le immagini di un mondo sospeso: la prima, in copertina, è quella di una schiena solcata da alcuni pezzi di scotch per attaccare gli InEar. Ma anche, come spiegato sul sito della fotografa, un percorso fra "le nostre contraddizioni, le mancanze, l’incapacità di adeguarci ai tempi e di tutelarci davvero”.
Chiara Mirelli racconta: "Era marzo. Ero chiusa a casa come tutti e stavo mettendo in ordine gli hard disk. Avevo acquistato diverse fanzine per fare un po’ di aggiornamento. L’idea di pubblicarne una è nata parlandone con un amico, Daniele (Miradoli, NdR), a cui raccontavo quanto mi piacessero i lavori che stavo guardando. Ero a casa, avevo tempo: confrontandomi con Federico (Dragogna, NdR), un altro amico, gli dissi che ero alla ricerca di un’interpretazione del lavoro, di un dialogo fra le foto che non si limitasse a descriverle. Era appena uscito un altro DPCM legato alle normative dello spettacolo: Fede ha pensato di affiancare alle mie foto alcune delle leggi e norme che, dagli anni ’20 ad oggi, regolamentano circhi, teatri e concerti. Abbiamo preso un elenco di normative e ci abbiamo associato una quarantina di miei scatti, di cui alcuni in formato cartolina, attaccati a mano sulle foto più grandi. Luoghi di concerti, tanta folla che si tocca, artisti sudati: il mio mondo, che è stato ed è tuttora congelato".
Accanto a scatti di vita in tour, foto rubate dietro le quinte e stage diving documentati dalla fotografa negli anni, appaiono così articoli del Codice Civile e Penale, estratti della Costituzione, direttive dal Codice dello Spettacolo. Nelle parole di Federico Dragogna, "didascalie distorte che accompagnano gli scatti, e che parlano di quello che siamo (o eravamo?) con la loro lingua disumana e essenziale".
"Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore": così l’articolo 1 della Legge del 18 marzo 1968, ripreso accanto alla foto di una sala prove completamente vuota.
"L’abbiamo voluto chiamare Atti Osceni" spiega Chiara "perché molte delle attività rappresentate nelle foto erano state vietate. Una definizione che abbiamo poi ripreso anche all’interno del libro, dove alla distinzione fra atti osceni e atti contrari alla pubblica decenza operata dalla Corte di Cassazione, abbiamo associato uno scatto di Federico sudato e mezzo nudo".
È quest'ultimo ad aggiungere un ulteriore livello di lettura: "C’era qualcosa di liberatorio, di osceno e di potentissimo in quei riti fatti di corpi, cori, urla e tuffi che chiamavamo semplicemente concerti, qualcosa di fondamentale di cui ora non stiamo (più? ancora?) parlando, in queste grandi pianure emergenziali".
La pubblicazione del volume, che segue Note private. Storie di Persone e Musica del 2018, è anche un’occasione per riflettere con Chiara sul valore delle fanzine come modalità per presentare un progetto: "Ne acquisto molte. È una bella modalità per rendere pubblico un piccolo progetto, per racchiudere un lavoro. Oltre ad essere un oggetto carino: io sono una fan del materico, dei quadernetti. Una modalità carina e di nicchia, per proporre il tuo lavoro ai più curiosi. Anche in campi esterni alla musica".
Per la fotografa, Atti Osceni è un oggetto testimone del periodo: "In apertura, abbiamo inserito il DPCM dell’11 giugno, uscito pochi giorni prima della stampa del libro, dove per la prima volta venivano citati i posti a sedere assegnati e il limite di pubblico a 200 persone. Abbiamo voluto congelare una fase. Mettendo quel decreto in apertura, come a dire: siamo qui".
Il libro può essere approfondito e acquistato nel sito di Chiara Mirelli.
Fotografie: Chiara Mirelli
Progetto editoriale: Federico Dragogna
Grafica: Daniele Miradoli
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L'articolo Nelle foto di Chiara Mirelli la musica ritorna un atto osceno di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2020-10-20 10:00:00
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