La musica contemporanea, spesso, viene scambiata per quella che si ascolta in radio, oppure per la lista delle nuove uscite. In realtà, sotto questa dicitura ci troviamo a definire la musica classica contemporanea, quella composta dopo la Seconda Guerra Mondiale, che affonda le sue radici nella musica romantica, e anche qui non stiamo a parlare delle canzoni di Tommaso Paradiso o Gazzelle ma di quella creata dal 1830 al 1890 da compositori quali Berliotz, Schubert, Schumann, Chopin e, in Italia, da Paganini, Rossini, Doninzetti, Bellini e Verdi.
La musica contemporanea, però, si distacca dal romanticismo per abbracciare la musica moderna, e anche qui niente hit parade: Debussy, Satie, Stravinskij, Bartók e via discorrendo. Musica popolare, atonalità, futurismo, sperimentalismo, tutte correnti che hanno in qualche modo a che fare con questo stile molto vario, che si compone di tante anime quanti sono i suoi compositori. Così, la musica contemporanea può essere d'avanguardia o meno (questo dipende da chi la definisce) e in genere include tutta la musica composta tra il XX e il XXI secolo, ma anche lì dipende: c'è chi usa questa definizione solo per gli autori viventi.
Districarsi da profani nel mare magnum degli studi da Conservatorio e della cosiddetta musica colta è come entrare in un ginepraio e volerne uscire intatti, ma è bello che tra le centinaia di dischi che ci mandate in ascolto ogni mese, sia arrivato anche l'esordio di un virtuoso di chitarra battente, e anche qui urge una spiegazione. Questo strumento presenta 10 corde metalliche disposte in 5 ordini doppi, e ha conosciuto una vasta diffusione a partire dal XVIII secolo in Lazio e Campania, per poi arrivare in Calabria, Puglia e ancora Abruzzo, Molise e Basilicata. Le orde si accoppiano tipo quelle del mandolino e quella più bassa si trova al centro del manico.
Tutto questo preambolo per parlare dello stupore con cui abbiamo accolto l'esordio del chitarrista lucano Marcello De Carolis con The eclectic beating – Contemporary music for chitarra battente. Prodotto dall'etichetta Da Vinci Classics, è un album che stupisce, sia per la composizione alle nostre orecchie poco abituate, decisamente inusuale, sia per i colori del suono della chitarra battente, uno strumento davvero particolare, melodioso e insieme metallico, che può suonare la tarantella e le danze popolari come composizioni ben più ricercate.
A volte accompagnata dagli archi, altre volte da chitarra, cajon e ukubass, flauto e percussioni, in questo disco suona la musica di Angelo Gilardino, il primo compositore colto che abbia mai composto per chitarra battente, passando dalle musiche di Francesco Loccisano, l’innovatore della chitarra battente che ha creato uno stile del tutto personale che ha rivoluzionato il suono della chitarra battente solista, fino ad arrivare al jazz con una trascrizione di Marcello De Carolis di Spain di Chick Corea.
Proprio il Maestro Gilardino, nelle note di copertina, scrive: "Questo Cd riflette fedelmente il progetto avviato alcuni fa anni da Marcello De Carolis, giovane virtuoso di chitarra classica, attratto della cultura popolare della sua regione di nascita, la Lucania, non ha dovuto percorrere lunghe distanze per scoprire il suono della chitarra battente ed entusiasmarsene. Strumento identificato con la musica delle feste di paese, sia nei canti sia nelle danze, la chitarra battente – non meno calabrese che lucana – affonda le sue radici in un’antichità in cui storia e mito si confondono, e anche quando i documenti sono in grado di offrirci notizie precise circa i liutai che se ne occupavano – quali i leggendari maestri della dinastia De Bonis di Bisignano, l’identità musicale di questo strumento resta circonfusa da un’aura mitica".
E continua: "Del tutto priva di repertorio colto, non fu però soltanto uno strumento del popolo, e anzi certi esemplari sopravvissuti, risalenti al secolo scorso, ostentano lavorazioni pregevolissime: ma di musica scritta, non si conosce nulla. In conclusione, assistiamo in questo disco alla nascita, non di un nuovo strumento, ma di una sua rigenerazione che salda un passato remoto e “orale” a un presente vivo e garantito dalla scrittura. Chissà che cosa ha in serbo il futuro per la chitarra delle fiere e dei rudi baccanali campestri del meridione d’Italia".
Dunque uno strumento popolare che diventa viatico di musica colta, per un disco che sa di danze popolari e di ricercatezza, ma che si tinge anche di jazz fusion, per esplorare tutta la dinamica di questi strumento inusuale, tutto da scoprire. Un ascolto perfetto per disintossicarsi dalla struttura pop, elettronica o rock, per dare un po' di respiro a orecchie e cervello ed esplorare la curiosità verso qualcosa di mai sentito prima.
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L'articolo Marcello De Carolis, dalle danze popolari lucane alla musica colta di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-03-16 11:16:00
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