Da sempre musica, fotografia e racconto si sono mescolate e unite dando vita a storie bellissime e preziose. Dentro ai tuoi occhi è la rubrica di Rockit che vi propone uno scatto dei grandi della fotografia musicale italiana, raccontato dalla prospettiva del suo autore. Oggi è il turno di Claudia Zalla, che condivide con noi la storia di un suo scatto di copertina al progetto di Carlo Cerclin Re Novamerica.
Questa foto risale a quasi due anni fa. Era dicembre 2014. Conosco Carlo da un po’ di anni e al tempo, o forse da ancora prima, aveva già iniziato a parlarmi del suo progetto. Mi aveva fatto ascoltare qualcosina e aveva iniziato a parlarmi di questa idea, inclusa la scelta del nome. Non ricordo in che occasione gli dissi che volevo assolutamente essere io a scattargli le foto e così è stato quando il progetto si è concretizzato.
Nel momento in cui aveva scelto il nome, Carlo mi disse anche che stava facendo fare una bandiera che rappresentava questa sorta di stato, di paese immaginario e che quindi ci teneva fosse presente nello shooting. Voleva qualcosa il cui immaginario non fosse strettamente riconducibile ad un luogo ben preciso, abbiamo valutato un po’ di opzioni e poi io gli ho proposto l'altopiano del Cansiglio. È un luogo in Veneto, a più o meno un'ora da Treviso, di cui sono originaria. È un posto abbastanza matto, perché sali, sali, sali e poi ti si apre davanti questa vallata, proprio un altopiano. Non è un posto che frequento abitualmente, però ci ero stata qualche volta.
Ci siamo trovati durante un weekend. Era già fine novembre o forse addirittura inizio dicembre e pensavamo facesse freddo. Invece abbiamo trovato una giornata bellissima, di fine autunno. Quei giorni bellissimi da maglietta al sole. Abbiamo iniziato a scattare e in realtà c’erano un po’ di problematiche perché i prati, che erano la cosa che mi ricordavo di più, questi panettoni di verde che creavano un paesaggio un po' straniante, in realtà erano tutti recintati per le mucche. Non si potevano scavalcare e se si poteva erano privati. Guardandoci intorno abbiamo provato comunque a scattare le prime foto, principalmente scatti di dettaglio.
Nel pomeriggio, poiché le giornate erano già corte ha iniziato ad esserci questa luce bellissima, non da tramonto ma quasi. Allora abbiamo ripreso la macchina e camminando abbiamo trovato questo boschetto. Carlo teneva molto a una foto in cui lui camminasse con la bandiera, però non voleva essere ripreso in faccia. Sono molto istintiva nelle foto che scatto e, mentre camminavo, ho visto che la luce filtrando creava quelle ombre: questa proiezione di ombre con la sua sagoma, e quindi con una figura umana, che era lui ma che al tempo stesso non si vedeva e che era proiettata sulla bandiera, simbolo del disco. È stato il momento in cui ho capito che quello poteva essere lo scatto giusto. In più, a Carlo piaceva l'idea di evocare anche la copertina di "Anima Latina", quindi quella era la sua. Gli ho chiesto di aspettarmi, mi sono allontanata e ho scattato questa foto.
Per sicurezza ho scattato anche in digitale, ma mi ero portata anche la pellicola e tutte le foto che sono state incluse nel press-kit sono in pellicola. Per me è stato bello anche perché gli ha dato una pasta che si avvicina di più anche a quello che voleva Carlo. È stato tutto molto naturale, conseguenza della luce e di un punto preciso e un paesaggio che funzionavano. Quasi un flusso, quelle cose un po’ magiche fra coincidenza e ricerca di quella cosa lì che poi, finalmente, vedi. Forse anche perché si trattava di un progetto indipendente abbiamo potuto fare un po’ quello che ci andava, rispecchiando la sua musica, la sua volontà e anche il mio gusto e le mie preferenze estetiche. Così, la fotografia è stata come un altro canale per comunicare la musica che ha fatto.
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L'articolo Claudia Zalla racconta un suo bellissimo scatto a Novamerica di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2016-10-07 11:11:00
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