Al momento in cui scrivo, Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino ha superato i 4 milioni di streaming su Spotify e i 3 milioni di visualizzazioni del video (fighissimo) di Ground's Orange su YouTube. Inoltre, che non guasta mai, è la canzone più trasmessa dalle radio tra quelle del recente Festival di Sanremo. I due cantautori siciliani hanno tirato fuori dal taschino della giacca un po' Don Johnson, una canzone incredibile, una hit che si attacca al cervello come un Big Babol e non se ne va più via. Musica che fa ballare, testo che fa pensare, operazione riuscita al 100%.
Al Festival si sono classificati quarti, e non quinti come Lorenzo aveva ipotizzato nel video lynchano e super comico della vigilia, hanno portato a casa (solo) il premio Lucio Dalla della sala stampa, una chiave di violino in pura plastica recapitata da una signora in una busta della spesa. Non sono neanche montati di nuovo sul palco per prendere l'ultima tornata di applausi registrati, tante volte quel momento avesse tolto minutaggio a uno sketch di Fiorello, e oggi tutta Italia canta la loro canzone.
Antonio Di Martino e Lorenzo Urciullo ci hanno detto a proposito del pezzo: "È una canzone in re minore e sembra una cazzata ma in realtà portare un pezzo a Sanremo il cui ritornello non apre in maggiore non è una cosa scontatissima. Ha tre, quattro accordi, il testo parla di depressione senza citare la parola. Paragona l'essere umano a un'orchestra, il cui direttore è quest'entità che qualche volta siamo noi stessi, che dirigiamo il corpo. A volte, il direttore se ne va e ci troviamo sperduti, dispersi nella vita quotidiana. Parla dei momenti in cui rischiamo di cadere nei buchi neri. La canzone però non risulta pesante, ritmicamente se vuoi è anche ballabile".
È proprio questa singolarità, insieme alla cassa da dancefloor tardo '70, il look a tema dei due, quelle facce da schiaffi mentre eseguono la coreografia, la pattinatrice e tutto l'arrangiamento julioiglesisiasano a fare il successo del pezzo, ma anche il contrasto stridente, che strappa la pelle di dosso, del testo con la musica. Trovate un tormentone di questi ultimi anni, le cui parole dicano cose tipo: "Rimane in sottofondo, dentro ai supermercati, la cantano i soldati, i figli alcolizzati, i preti progressisti, la senti nei quartieri assolati, che rimbomba leggera, si annida nei pensieri, in palestra, tiene in piedi una festa anche di merda. Ripensi alla tua vita, alle cose che hai lasciato cadere nello spazio della tua indifferenza animale". Un esercizio di disperazione da far venire i brividi a registi tipo Todd Solondz (Happiness) o Ulrich Siedl (Canicola).
Pensate poi al ritornello con annesso balletto, in cui ripetiamo cento volte al giorno "Metti un po' di musica leggera nel silenzio assordante, per non cadere dentro al buco nero che sta ad un passo da noi". Madonna, amici cari, se non vi sale il brivido lungo la schiena di quella sensazione soffocante nera pece che abbiamo avvertito tutti, in tutto il mondo, almeno una volta dall'inizio della pandemia, allora siete zombie seccati come rami da potare.
Un tormentone che parla di depressione, l'unica cosa che conta, insieme all'appello per i lavoratori dello spettacolo in crisi da un anno, dell'ultimo Sanremo di Amadeus. "È proprio avvilente vedere un teatro vuoto, come simbolo proprio", dicono i due. "Dopo un anno si deve trovare un modo per riaprire i teatri, non diciamo cazzate. Come vai a comprare il cibo al supermercato, la musica è cibo che manca all'animo umano. È assurdo che non si riesca a risolvere questa mancanza".
Un discorso sentito profondamente dai due cantautori siciliani, che hanno esordito nel precariato della canzone italiana dei primi anni '10, in cui la scena del cantautorato cosiddetto indie non aveva alcun potere discografico e la discografia per come la conoscevamo era morta e sepolta da tempo. La caparbietà, la tenacia e il talento con cui hanno continuato a pubblicare dischi spesso bellissimi, a scrivere canzoni per altri artisti (Malika Ayane, Levante, Arisa) e a dedicarsi a progetti paralleli (Colapesce che firma con Alessandro Baronciani il fumetto La distanza e figura nell'album di MACE, Dimartino che fa il disco e il romanzo su Chavela Vargas con Fabrizio Cammarata e il singolone Ci diamo un bacio con La Rappresentante di Lista ) sono da lodare e da mostrare alle nuove generazioni di cantautori, perché il successo può arrivare anche dopo anni, e se lo gode chi sa aspettare.
Chissà come sarebbe andata in quel della finale di Sanremo, se Chiara Ferragni non avesse chiamato i suoi follower a rapporto per votare in massa la canzone di Fedez Michielin, fino a quel momento 17esima su 26, per farla arrivare tra le prime tre. Cola Dima sarebbero potuti entrare nella triade dell'ultimo televoto insieme a Maneskin e Ermal Meta, e a quel punto tutta la nicchia, poco avvezza al televoto, avrebbe inviato sms a raffica. Niente, ormai è andata, per la prima volta dopo Mahmood, Lo Stato Sociale e i Pinguini Tattici Nucleari, una canzone che viene dal circuito indipendente non entra nelle prime tre, ed è un peccato statistico.
Ora che li conosce tutta Italia, che succede se fanno i soldi veri? I due avevano già risposto alla questione posta prima del successo della canzone, qualche giorno prima di Sanremo: "Abbiamo questo patto che chi fa il botto aiuta l'altro", dice Colapesce. "Antonio si vuole comprare questa Ferrari parcheggiata davanti casa sua a Palermo da una vita". "È una Ferrari dell'89", dice Dimartino. "Di proprietà di un presentatore locale che l'ha messa in vendita, io vorrei approfittare della fama di Sanremo per comprarla!" Beh, non costerà tantissimo vista l'età... "Ma con Spotify non è facile comprarti le cose", mi dicono in coro.
Aspettiamo la versione alla seconda de I mortali, il loro album del 2020 che il 19 marzo verrà arricchito oltre che da Musica leggerissima e dalla cover di Povera Patria di Franco Battiato, anche dall'adattamento in versione italiana di Born to Live di Marianne Faithfull dal titolo Nati per vivere, dall'inedito I mortali e da alcuni brani tratti dalla discografia dei due: Decadenza e panna sarà cantata da Dimartino, Amore sociale da Colapesce, poi insieme rifaranno Copperfield, Totale, I calendari e Non siamo gli alberi, con un'arrangiamento a due voci, in acustico con piano, chitarra, poche percussioni, organi antichi. "Abbiamo registrato nello stile di Lucio Dalla alla Fonoprint, insieme ad Alfredo Maddaluno, Angelo Trabace e Giulia Emma Russo". Sembra tutto bello.
Morale della favola: una canzone sulla depressione sta facendo ballare tutta Italia e serve davvero come antidoto alla pandemia, è al primo posto in radio tra i brani di Sanremo e nelle classifiche parziali, in top 100 nelle radio europee, in top 3 di Spotify Italia e in top 200 Global Chart, al primo posto su iTunes, in trending topic continuo su Twitter e ha generato milioni di meme. Per noi, ha decisamente vinto il Festival di Sanremo.
Trovate l'intervista completa qui.
Tutti i meme, trovati online, sono © dei rispettivi autori di cui abbiamo perso le tracce.
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L'articolo "Musica Leggerissima" per tempi pesantissimi di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-03-10 10:21:00
COMMENTI (4)
Salve, la Ferrari è in vendita ma non è del 1989 come dichiarato erroneamente nell’intervista, ma del 1990, inoltre il valore di una Ferrari più d’epoca è più può toccare cifre importanti. Non so che tipologia di investimento vogliamo fare i due fanciulli, ma se dovessero essere interessati io l’ho messa in vendita a 63.000€ ma per loro faccio uno sconto molto extra visto che mi piacciono molto artisticamente e li passo da anni nell’emittente della quale sono l’editore, quindi gliela cedo a 55.000€, così tanto per venirgli incontro e fargli provare il brivido dell’acquisto di una rossa come la 348tb, magari il rosso gli porterà fortuna per il futuro. Dimenticavo la vettura è parcheggiata davanti casa mia, non so dove abitino loro, ma se fossero miei vicini me ne sarei accorto, sarà che anche io sono poco attento ai particolari come accaduto a loro in queste dichiarazioni? Un saluto dal “presentatore locale” cordialmente Sasà Taibi.
magari il rosso
Salve, la Ferrari è in vendita ma non è del 1989 come dichiarato erroneamente nell’intervista, ma del 1990, inoltre il valore di una Ferrari più d’epoca è più può toccare cifre importanti. Non so che tipologia di investimento vogliamo fare i due fanciulli, ma se dovessero essere interessati io l’ho messa in vendita a 63.000€ ma per loro faccio uno sconto molto extra visto che mi piacciono molto artisticamente e li passo da anni nell’emittente della quale sono l’editore, quindi gliela cedo a 55.000€, così tanto per venirgli incontro e fargli provare il brivido dell’acquisto di una rossa come la 348tb, magari il rosso
Sono bravissimi e spingono da un tot. Son felice di questo successo.