I Coldplay, Napul’è, O mia bela Madunina: sentito omaggio o sagra dello stereotipo?

Ha fatto il giro dei sette social (e dei siti web) l’interpretazione di Chris Martin con le sue dediche a Napoli e Milano. Che giudizio dare di una trovata che da un lato fa piacere e dall’altra pare di stare in una pizzeria di Capri? E quali brani fare per un’eventuale data in Molise o in Toscana?

Una simpatica cartolina dell'Italia secondo i Coldplay
Una simpatica cartolina dell'Italia secondo i Coldplay

La sera del 21 giugno, mentre bighellonavo su Instagram per vedere tra le mie conoscenze chi si divertiva più di me, alcune amiche stavano postando le storie del concerto dei Coldplay allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli, per la prima data del loro tour italiano di quattro date, due nel capoluogo campano e due a Milano. In quei video amatoriali Chris Martin cantava nemmeno troppo male Napul'è di Pino Daniele, canzone struggente sorretta anche dal violino di Davide Rossi, con la band sul palco. Pezzo di quelli che anche se a Napoli non ci sei mai stato e sei nato a Valeggio sul Mincio, un po' ti tocca il cuore lo stesso.

I Coldplay hanno recitato tutto il possibile spettacolo d'arte varia per ingraziarsi il pubblico ancora inebriato dalla vittoria dello scudetto: post sui social inneggiando ai Campioni d'Italia, sciarpa del Napoli indossata, parole in italiano parlando di nuovo dei campioni e poi via con il pezzo di Pino Daniele cantato in un napoletano poco credibile ma sticazzi, è difficile imitarlo anche per noi italiani, figuriamoci per un inglese. 

video frame placeholder

Il pubblico sembrava in estasi e lo sguardo esterno sulla questione non era di quelli troppo giudicanti, alla fine per tamarro che sia cantare una canzone local imparata da cinque minuti per ricevere un applauso ulteriore, il lore napoletano da sempre chiassoso e festaiolo chiama un certo tipo di reazione anche da parte degli artisti, non è un caso che un concerto a Napoli sia sempre speciale rispetto ad altre location. Specie poi se eseguito nello stadio dei vincitori dello scudetto, quello dedicato alla memoria di Maradona. Insomma, niente di troppo strano, anzi, potrebbe anche aver commosso i cuori meno di ghiaccio l'omaggio di Chris Martin al grande Pino Daniele e alla sua gente, cantata con una certa classe tra i successi sempre belli di ieri e quelli meno belli di oggi.

Dopo le due date napoletane i Coldplay si sono spostati al Meazza di Milano, e lì hanno cantato O mia bela Madunina. Par condicio, certo, eppure da fuori il risultato non è toccante come la volta precedente. Sui social la notizia, che ha fatto il giro di tutta la stampa blasonata, viene accolta da meme e prese per i fondelli. Perché? Che differenza passa tra l'omaggio a Napoli e quello a Milano? Beh, intanto Milano non è campione di niente quest'anno, e i tifosi interisti ci perdoneranno. Poi Napul'è aveva fatto già notizia e un po' tutti quelli che ascoltano musica pop l'avevano commentata, quindi riproporre la stessa formula in ogni città appare ridondante, ai limiti della parodia. 

video frame placeholder

Se per Napoli ci aspettiamo decine di migliaia di accendini e di torce dello smartphone a colorare lo stadio, a Milano sembra un po' di assistere all'inganno della cadrega, il celebre sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo. È quasi un peccato che non abbiano intonato La bella la va al fosso, come il celebre trio in Tre uomini e una gamba. Sarà perché il dialetto milanese se imitato male è un filo più comico di quello napoletano, sarà perché le due canzoni hanno un diverso impatto emotivo, sarà perché storicamente Napoli per i fuorisede è un po' più simpatica di Milano, sarà perché di milanesi al concerto di Milano dei Coldplay ce ne saranno stati non troppi. Per farla breve, uno è apparso come un omaggio, l'altro come una paraculata epocale. 

Che poi siano entrambe paraculate non v'è dubbio alcuno, e già in molti hanno fatto battute sulle canzoni regionali da cantare nel caso di un tour esteso dei Coldplay in Italia, da Romagna mia a La porti un bacione a Firenze, passando per Ciuri ciuri, Calabrisella mia, fino ad arrivare a Grazie Roma di Venditti o a quelle più sconosciute, tipo la molisana I n vogl nient. E dato che i Coldplay amano onorare città e regioni, perché non fare dei tributi anche ai cari estinti? Potrebbero cantare Meno male che Silvio c'è ad Arcore o Puppe a pera di Francesco Nuti a Prato. E va bene, anche Tom Morello ha iniziato il suo set al Medimex di Taranto con Bella ciao, ma sono cose del tutto differenti, quello che i Coldplay stanno facendo è una di quelle tamarrate degne dei Metallica che cantano Vasco Rossi e i Litfiba ai concerti italiani prendendo pure una bordata di fischi. Stavolta scrosciano gli applausi, i titoli sui giornali e i meme. La sagra dello stereotipo è servita anche stavolta, abbiamo riso e battuto le mani, gli stranieri diranno che in Italia si mangia bene e che amano le nostre opere d'arte. Ok. Per chi aspetta ancora una nuova canzone bella dei Coldplay, invece, l'appuntamento è rimandato alla prossima.  

---
L'articolo I Coldplay, Napul’è, O mia bela Madunina: sentito omaggio o sagra dello stereotipo? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-06-26 14:41:00

COMMENTI (2)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • melsbongartz 16 mesi fa Rispondi

    Non sono per niente d’accordo, è stato un concerto più unico che raro che ha messo in risalto senza dubbio l’attenzione di Chris Martin al nostro paese — parlare il più possibile in italiano, coinvolgere Zucchero ed Elisa, scegliere — al contrario di tanti artisti internazionali — di suonare a Napoli che difficilmente si trova ad ospitare questo tipo di eventi. Le paraculate sono altre semmai — artisti che ad ogni data dicono “questo è il pubblico più bello che abbia conosciuto” e se ne potrebbero citare mille altre. Trovo quest’articolo sinceramente di cattivo gusto e poco sensato, se dobbiamo parlare dei Coldplay parliamo della loro musica, storia, degli innumerevoli interventi sull’ambiente e l’inclusività — lingua dei segni e zainetti che attraverso vibrazioni facevano sentire la musica ai non udenti — penso insegnino molto di più. In un’epoca già triste e storta di per sé, è proprio insensato parlare così di una band del genere. Ma sono pur sempre opinioni ☺️

  • lonelyisaneyesore 16 mesi fa Rispondi

    Per la data a Firenze consiglio di mettere in scaletta "Let me take a great kiss to the Florence".