Vista da fuori, la prima cosa che si nota è l'estrema educazione. Sotto al video che presenta la serata, tutti i quanti i commenti sono di questo tenore: "Tutto bellissimo! Splendida organizzazione! Grazie a tutti". Non una critica (e ci mancherebbe), ma nemmeno una battuta sagace, che sui social non mancano mai, delle emoji fini a sé stesse. Formalità e gratitudine.
Bisogna andare sotto un altro post, quello di Consulenza Confusa, che si presenta come "la community di consulenti più grande d’Italia", per uscire dalla "festa del grazie". C'è chi flexa. "Festa memorabile, 3 cantanti di alto livello, dj set di Gabry Ponte finale. Scusate se siamo i migliori". Chi trova le parole giuste. "Tra le big ormai è una gara a chi fa pipì più lontano". Chi rosica (non sappiamo se effettivamente sia un dipendente dell'azienda, ma in casi come questi è una frase che si sente spesso): "Bella è stata bella, ma se mi davano 100€ in piu sulla busta paga e una stretta di mano lo preferivo". Anche in questa discussione su Reddit si trovano spunti interessanti.
I fatti risalgono al 24 luglio, quando allo Stadio San Siro si è tenuto il 15esimo e ultimo grande live della stagione. Dopo Vasco, i Dogo e Taylor Swift, questa volta è toccato a... Deloitte. 13mila persone, giunte da tutta Italia, un grande ritrovo di consulenti della società che hanno ascoltato una line up composta da Bigmama, Madame, Mahmood (per tutti un set tra i 5 e i 10 pezzi) e il dj set di Gabry Ponte. L'iniziativa è durata dalle 19.30 a mezzanotte e aveva intenti benefici, mentre dubitiamo lo siano state invece le performance degli artisti, che per eventi così chiedono (giustamente) parecchio. Anche perché, a differenza del proprio tour, di cui si può controllare ogni aspetto, in questi casi ti esibisci tra il "cringiometro", la "kiss cam" e il video che celebra la sostenibilità del gruppo (no, non sono esempi a caso).
Deloitte è una delle più importanti società mondiali di consulenza, con sede in tutti i Paesi dove "balla la fresca" e dunque anche a Milano. Il mercato mondiale della consulenza alle imprese è da tempo in mano cosiddette big four, che cumulano il 40% del giro d'affari complessivo: Pwc, EY (ex Ernest & Young), Kpmg e Deloitte appunto. Che cos'è la consulenza? Mettiamola così, è una società esterna che collabora con il management di un'altra azienda per farla funzionare meglio. Tutti quanti possono ricorrere alla consulenza, le grandi aziende (dal cibo all'energia, o qualunque altro settore vi venga in mente) lo fanno in maniera sistematica, appoggiandosi a una o più delle realtà citate sia nei momenti di crisi che in quelli di calma. La consulenza, d'altra parte, si occupa di tutto: bilanci, personale e organizzazione aziendale, comunicazione.
E chi sono i consulenti? Solitamente laureati in Economia, Ingegneria Gestionale, Giurisprudenza o affini. Mediamente giovani: la prassi, ipotizziamo per un laureato in Bocconi, è fare i primi anni post laurea in consulenza, poi cercare un approdo in un'azienda e "mettere su un po' di panzetta". Si guadagna bene (almeno in un certo momento della carriera), ma si lavora un botto. Avete presente le battute da serie tv americana, oppure stile Milanese Imbruttito: uno se ne va alle 19.30 di sera e il capo gli domanda "oggi part time?".
Il minimo che si possa fare, oltre a una serie di benefit di cui è quasi impossibile godere per mancanza di tempo a disposizione, è far divertire un po' questi ragazzi. Le feste delle aziende sono un po' questa cosa. Qualcosa di cui si parla parecchio in una città come Milano, sensibile ai grandi eventi. Anche perché la competizione, come detto, è serratissima. E come scriveva il Post qualche tempo fa la sensazione è che tra le aziende la musica sia in corso una gara. Questo vale a maggior ragione per le società di consulenza, tra le più liquide in assoluto. Un modo per affermare la propria grandiosità all'interno (i dipendenti e collaboratori di queste aziende sono molto richiesti, sono risorse che non vanno perse) e soprattutto all'esterno, con i clienti storici da trattenere e quelli nuovi da conquistare.
Fa una certa impressione pensare a una festa aziendale a San Siro: da Glory Days di Bruce Springsteen ai saluti dell'amministratore delegato. Ma non è una cosa così fuori dal mondo affatto, se pensate che sul sito dello stadio c'è una pagina che propone di affittarne gli spazi per eventi corporate, cene di gala o colazioni di lavoro (che poi queste cose sono uno dei motivi per cui tutte le società vogliono farsi lo stadio di proprietà). Ad Assago (che è un sesto di San Siro, ok, ma è comunque uno dei templi della musica in Italia) convention aziendali, assemblee dei soci, concerti e concertini si fanno da sempre. E non possono permettersele solo le aziende famose in tutto il mondo (qua un bel podcast che racconta la storia di un habitué di questi eventi).
Ormai da qualche anno le aziende paiono alzare continuamente il tiro, moltiplicando iniziative di questo tipo lungo tutto l'arco dell'anno come occasioni per mostrare i muscoli e il flusso di cassa. Ad aprile per la concorrente Accenture (che sta a Deloitte come Thanos sta agli Avengers e scegliete pure voi chi è chi) si sono esibiti Elodie, Max Pezzali e dei The Kolors (due che fanno gli stadi, mentre gli ultimi i palazzetti, per intenderci). Era l'Accenture Purple Party (come, non lo conoscete?) organizzato al MiCo Milano Congressi (la Fiera vecchia).
Un'altra "festa" di cui si è parlato moltissimo e che pareva una vetta non più raggiungibile è stata quella di Pwc, alla Fiera di Rho, dove si è esibito Marco Mengoni. E pensare che un tempo a questi eventi ci si limitava a ubriacarsi in maniera molesta. Negli scorsi mesi hanno allietato il grande cenone di Reply (sempre consulenza) i Pinguini Tattici Nucleari.
Era Natale allora, che è il momento in cui le aziende danno il meglio di sé e dei propri budget. Palazzetti e club di Milano vengono bloccati per tempo e per tutto il mese di dicembre si va avanti con gli show. Solo per citarne alcune, ma non sono davvero molte: Annalisa per Moncler, Sarafine e altri per Adecco (ma in passato non sono mancati Max Pezzali, Ambra Angiolini alla conduzione e nomi simili). Ma l'evento che ha colpito più l'attenzione pubblica è stato il "live" dei Maneskin ad Adorno, sulle Dolomiti, per Luxottica, per cui in passato si erano già esibiti Robbie Williams e Laura Pausini.
Tutto questo è dovuto a un diverso atteggiamento delle aziende, che fanno ricadere eventi di questo tipo nei budget dedicati alla comunicazione e che in epoca social (anche se poi la "discrezione" varia da contratto a contratto con chi si esibisce) hanno interesse a mostrare la propria capacità di attirare grossi nomi. Ma, come spiegava bene Matteo Zanobini sempre sul Post, dipende anche dal fatto che gli artisti (ovunque, non solo in Italia) negli ultimi anni – cambiato completamente il mercato con le sue fonti di entrate – hanno iniziato a collaborare sempre più spesso con i brand, abbattendo molti tabù (anche qua i social hanno avuto un ruolo determinante). Ne vale la pena. Si suona poco, magari 4 o 5 pezzi, e la fee può arrivare senza grossi problemi ad alcune decine di migliaia di euro oppure a sei cifre per i veri big.
Il prossimo step? Forse le feste di matrimonio, come quella indiana tra Anant Ambani e Radhika Merchant, che va avanti da mesi e ha fatto tappa pure in Italia. Per loro avrebbero suonato Rihanna, Justin Bieber, Katy Perry, Luis Fonsi e Rema. Oppure un compleanno per rich kids. Vuoi mettere Andrea Bocelli che ti canta "scarta la carta"?
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L'articolo Come le feste delle aziende si sono trasformate in maxi eventi musicali di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-07-26 09:49:00
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