Se avete mai suonato, vi sarà certamente capitato di dover redigere la biografia della band, una delle cose più pallose al mondo seconda in classifica solo al borderò SIAE da compilare ubriachi alle 3 di notte, che vince tutti i premi fastidio del mondo.
Ok dicevamo, la bio.
Non è affatto facile scriverne una a modo; spesso, le cose che sono importanti per voi, che hanno cambiato la band e che l'hanno fatta crescere, sono del tutto ininfluenti quando lette da un estraneo.
Insomma, se non volete che i vostri potenziali ascoltatori vi disprezzino ancora prima di aver ascoltato il vostro singolo di punta, vi conviene prendere appunti.
1. Evita le comparazioni inefficaci con band blasonate
Presentarvi come gli Arcade Fire di Montalto di Castro non funziona mai. Mai.
2. Lascia perdere i premi, specialmente quelli che non esporresti nemmeno in garage
Hai vinto "La zampuccia d'oro" per la miglior canzone originale alla Sagra del Maiale di Carpignano? Tientelo per te. Hai partecipato al concorso canoro di Enzino l'Orbo su Tele Racket? Non lo menzionare. Hai fatto parte del pubblico di Forum e Dalla Chiesa ti ha fatto cantare "Riderà" di Little Tony? Sono soddisfazioni. Però la differenza tra un premio sfigato e un riconoscimento internazionale e rilevante non dovrebbe essere così difficile da capire.
3. Non tirare in mezzo referenze improbabili
Un corollario del punto due, ma ugualmente importante: scrivere "i miei arrangiamenti hanno trovato il plauso del chitarrista del terzo album di Branduardi" non solo non impressionerà nessuno, ma apporrà sulla tua musica un'aura di sfiga visibile anche dall'alto della Tour Eiffel.
4. Se proprio vuoi presentare i musicisti della band, attieniti alla formula "nome e strumento suonato"
Significa che se ti chiami Matteo Rossi e canti, scriverai "Matteo Rossi - voce". Dovrebbero essere vietatissimi i secondi nomi di fantasia, specialmente se sembrano soprannomi da wrestler o da porno star (Matteo "Labbra Tonanti" Rossi. Ma davvero?).
Allo stesso modo, evita voli pindarici di poesia anni '90 sullo strumento, quindi non scrivere "Matteo Rossi - note dissonanti con l'ugola" oppure "Christian Bianchi - 6 corde di potenza elettrificata", ma solo voce e chitarra. Sintetico, banale, ma questo è.
5. Questione lunghezza: se volessi leggere per giorni, comprerei "Guerra e pace"
Ora, non per fare le vittime (ci mancherebbe) ma l'ascoltatore, o l'addetto ai lavori, ha un tempo ed un'attenzione per forza di cose limitate.
Un'esposizione sintetica ma completa, unita ad un album bello da ascoltare, creano curiosità. Cinque fogli protocollo no.
Se non hai avuto band precedenti di rilievo, non stare a scriverne i nomi. Quindi se la tua prima band si chiamava "Gli amici del fucile" e faceva cover dei Nirvana quando avevi 14 anni, sono affari tuoi. Poi, niente descrizione del grado di parentela tra i componenti ("e poi Giulia la tastierista si sposa con Maicol e fanno un bambino ora a gennaio"), nessuna informazione su cambiamenti non epocali della formazione ("e arriva Guido, sostituito due settimane dopo da Manolo, che purtroppo perde il mignolo per scommessa e non può più suonare, allora è il turno di Giorgione, e così finisce il nostro 2003. Passiamo al 2004..."). Il più delle volte, non si riesce ad arrivare al 2014.
6. Sorpreeeesa! La "musica alternativa" non esiste!
Se in una biografia si legge la frase "Faccio musica alternativa" si capisce che ci provi dal 1993, non ti è mai andata bene e sei rimasto emotivamente fermo a quell'occupazione del tuo liceo che ti ha segnato per sempre. Ritieni gli Afterhours e i Subsonica musica giovane e fresca, nonostante siano praticamente coetanei di Carlo Conti. Il più delle volte sei incarognito e dai la colpa agli altri che non ti hanno mai saputo capire. E già che ci siamo, scrivere "indie" è la stessa identica cosa.
7. Chi si loda si imbroda
"Il bravissimo chitarrista Giancarlo Potenti ed il talentuoso vocalist Roberto Corredi incontrano l'imperatore della batteria Patrizio Rocchi, seguiti dal bassista..."
Dai, faccelo dire a noi che siete bravi, che se parti così e poi non sai reggere un ritmo in 4/4 ci fai una figura di merda.
8. C'è simpatia, tra di noi, c'è simpatia se tu lo vuoi
La peggiore di tutti. Non ci conosciamo, ognuno stia nel suo e nessuno si farà male.
"Uè ciao, senti 'sta merda che ho fatto, dai tanto te alla merda ci sei abituato LOL!"
ehehehehehheeh. NO.
Se sei indeciso tra il mettere una battuta di spirito nella bio oppure evitare, evita. Spesso non fa ridere e ti fa fare la figura di quello che ai matrimoni tocca il culo alla sposa.
In breve: un minimo di oggettività, qualche nota biografica di rilievo, una descrizione sostanziale e poi lascia che sia la tua musica a parlare. Se ha qualcosa da dire, il più delle volte basterà da sé. Se poi vuoi stamparla per aggiungerla al tuo cd, ti consigliamo di rivolgerti ai professionisti del settore: www.helloprint.it.
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L'articolo Le cose che non vorremmo mai leggere nelle biografie delle band di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2014-12-03 13:49:00
COMMENTI (33)
Io direi, "Essenza" ed "Eleganza", talvolta parlare troppo ed essere prolissi aiuta solo a fare della demagogia LOL.
Sì ok. Ma anche, forse tutto questo prende per troppo serio il business di musica... perché in realtà, se musicisti erano in grado o disposti a seguire tutte ste regole, faranno avvocati o dottori o commercialisti invece di fare una vita che tocca a sfidare o almeno ignorare delle regole. So che per voi che fate un lavoro che sostiene la musica può essere una sega, per questione di volume, a leggere cazzate. Ma dai. Alla fine, è la musica di un musicista che deve contare. Tutto il resto è il proprio perché hanno inventato publicists e manager... o nel caso fidanzate e/o amici... o anche nemici, o critici...
Giusto ahah!
Sto cercando di scrivere una presentazione decente e mi sono imbattuta in questo articolo...niente m'hai fatto taja :D
la cosa piu' bella sarebbe sentire la band parlare davvero di se' e del suo contesto. E sarebbe adeguato che ovessero il coraggio di dire di apparetenere ad un genere: non capisco perche' questa fissa di non volersi identificare con un contesto.
Credo che il piu' grande successo di numerose band italiane del passato dervi anche dal coraggio che hanno avuto di definirsi in un contesto culturale, parteciparvi e farlo crescere.
Non capisco cosa ci sia di male nel dire 'faccio questo genere'.
Se poi cambi, non ci sono problemi: la gente si evolve, e quello che fa di conseguenza.
la cosa piu' bella sarebbe sentire la band parlare davvero di se' e del suo contesto. E sarebbe adeguato che ovessero il coraggio di dire di apparetenere ad un genere: non capisco perche' questa fissa di non volersi identificare con un contesto.
Credo che il piu' grande successo di numerose band italiane del passato dervi anche dal coraggio che hanno avuto di definirsi in un contesto culturale, parteciparvi e farlo crescere.
Non capisco cosa ci sia di male nel dire 'faccio questo genere'.
Se poi cambi, non ci sono problemi: la gente si evolve, e quello che fa di conseguenza.
Per come viaggia il rock in Italia e la musica inedita in genere, io non romperei i coglioni alle band su come fare una bio ma a voi su come si ascolta e si giudica la musica. Magari iniziate a far uscire meno porcherie.
Io penso che le biografie e i vari Fanz Club debbano farle altri al posto nostro se siamo musicisti davvero validi, ovviamente le lodi e le valutazioni di tecnica e bravura, devono spettare a chi di competenza ma non a chiunque abbia un diploma in'accademia e conservatorio o faccia l'insegnante, ma ad uno che supera qualunque tipo di standard di bravura, tecnica e talento che tiene esperienza più di 20 anni cioé quasi 60 anni d'età in questo settore e s'è fatto il sedere a tarallo so ogni chi che sia di palco e situazione...
Basterebbe andare a leggere il curriculum del chitarrista di Branduardi (Maurizio Fabrizio) per capire che una collaborazione con lui varrebbe 1000 volte di più di un feedback positivo da parte di un sito poco autorevole che sminuisce un grande professionista italiano. Un po' di umiltà e di formazione ci vuole, a osannare Jimmy Page e Ian Gillan sono capaci tutti perché pure un bambino di 10 anni sa chi sono.
Interessante, finalmente qualche consiglio su questo tema, perché alcuni di questi errori li ho fatti, ma semplicemente perché non ho nessuna voglia di scrivere una biografia dato che è sempre in divenire (secondo me la biografia va scritta solo in punto di morte!), e praticamente ne ho scritte 4 diverse.. Che liberazione leggere che "alternative" e "indie" non sono visti di buon occhio, anzi io avevo l'impressione dell'esatto contrario ormai! Personalmente le trovo quasi delle offese..