Con l'autunno che sembra pieno inverno e i contagi da Covid in risalita anche in Italia – comunque meno che nel resto d'Europa, dove i dati sono molto più preoccupanti –, torna Giuseppe Conte col Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, DPCM per gli amici, approvato nella notte tra il 12 e il 13 ottobre. Il decreto impone una stretta sulle feste in casa, sugli eventi civili e religiosi, la chiusura dei bar dopo la mezzanotte, vieta la sosta davanti ai locali dalle 21, eccetera. Insomma, ci prepariamo a un non-lockdown che profuma di lockdown, ma se possiamo salvarci da una chiusura totale, con l'enorme mazzata economica che ne deriva, meglio così.
Ora che conosciamo le linee generali, concentriamoci su quelle che più ci interessano: come funziona coi concerti? Da quello che abbiamo letto, e dalle telefonate che abbiamo fatto ai gestori di club, è stato approvato dal DPCM il limite di 200 partecipanti agli eventi al chiuso e 1000 all'aperto, mantenendo l'obbligo di distanziare i posti a sedere di minimo un metro e di tenere la mascherina per tutta la durata della permanenza in loco. Le Regioni potranno deliberare in autonomia rispetto alla capienza dei luoghi, quindi da area ad area potrebbero cambiare alcuni parametri. Logicamente, andando verso l'inverno, ci interessano soprattutto le regole da osservare al chiuso, dal momento che di eventi all'aperto se ne parlerà con la primavera.
Leggendo i dati dell'AGIS, con il rispetto del distanziamento, gli spettacoli sono assolutamente sicuri e non appaiono come fonte di contagio. Sono dati che vanno presi con le pinze perché ricavati dai concerti estivi all'aperto, ma che consentono di essere mediamente ottimisti. Per questo motivo, alcuni club italiani apriranno di nuovo, nonostante tutte le restrizioni e le difficoltà, per non disabituare il pubblico ai concerti. Un esempio è quello del Magnolia di Milano, che già sta programmando con un sistema molto interessante: la doppia data giornaliera. In pratica, l'artista si esibirà in due concerti a serata, uno alle 19 e un altro alle 21/22, in modo che per ogni data possa essere visto da 400 persone e coprire parte della spesa. In questo caso, oltre al club, anche l'artista si mette in gioco, abbassando il cachet, viaggiando in formazione ridotta, senza tutto il personale tecnico delle date pre-covid, ma intanto si muove, suona, torna in contatto col proprio pubblico in una dimensione più intima e nuova.
Siamo molto felici di avere di fronte a noi un inverno in cui, perlomeno al momento, un po' di musica girerà. Questo non ci fa dimenticare i lavoratori dello spettacolo che sono senza occupazione o i gestori dei club che, per spese eccessive o ragioni personali, decidano di non riaprire finché ci sono restrizioni. A loro va tutto il nostro appoggio e la speranza che, a bocce ferme, si possano stanziare dei fondi per il salvataggio dei locali e dei lavoratori, come stanno facendo ad esempio in Gran Bretagna, in cui il Culture Recovery Fund – che prende liquidità dalla Lotteria Nazionale – sovvenziona i locali in difficoltà con denaro sonante, che va dalle oltre 600mila sterline per il Bush Hall alle 100mila sterline per la Union Chapel.
Proprio in Inghilterra riaprirà la O2 Arena di Londra, chiusa a marzo, per consentire una boccata d'aria ai lavoratori del settore. Il primo concerto sarà quello degli Squeeze il prossimo 5 dicembre, la capienza sarà ridotta da 20mila a 4.7mila persone e i biglietti venduti a gruppi di massimo 4 persone congiunte, a cui si aggiungono tutte le norme legate al distanziamento, l'installazione di percorsi a senso unico in tutta l'arena, l'obbligo di portare la mascherina tranne quando si mangia o si beve, la chiusura dello spettacolo alle 22 e la nebulizzazione antibatterica in tutte le superfici dell'arena.
Sembra un esperimento interessante, da tenere d'occhio per provare a fare concerti più grossi nei nostri palasport, di solito d'inverno assediati dai sold-out di 15mila persone a volta e oggi possibili luoghi di aggregazione per artisti con pubblico più numeroso. Al momento, il decreto parla chiaro ma non troppo e resta fumoso sui palasport, non specificando se possano di nuovo essere adibiti a locali da concerto e, in caso positivo, quale sia la capienza. Attendiamo fiduciosi che possano arrivare delucidazioni già nei prossimi giorni e non vediamo l'ora di stare di nuovo sotto palco, se pur seduti e con gli amici un po' lontani. È comunque un nuovo inizio.
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L'articolo Come saranno i concerti dei prossimi mesi in Italia di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-10-13 11:26:00
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