Tra le novità di quest'anno, per ciò che mi riguarda, c'è stato un ritorno di fiamma (dopo dieci anni) con le riviste musicali: un mezzo ritorno, a essere precisi, non essendo proprio mosso dalla voglia di divorarle, come accadeva un tempo, quanto più dalla fifa di sentirmi un giorno corresponsabile della loro definitiva scomparsa. Così, se le vecchie copie dei miei anni migliori le conosco a memoria e le custodisco come reliquie, delle odierne leggo solo il poco che mi stuzzica e le pagine di opinione in primis. Una cosa importante che ho notato in questo strampalato secondo tempo concesso ai magazine cartacei è la totale assenza di recensioni di concerti.
Nessun sussulto per uno degli otto miliardi di concerti che (nonostante tutto...) continuano ad accadere su questo pianeta, praticamente 365 giorni l'anno, è preso in considerazione o degnato di analisi. Non si sognano di parlarne più neanche gli amici, gli addetti ai lavori, i fan e neanche chi quegli eventi li ha creati o magari anche sponsorizzati all'interno della stessa rivista - il che è anche una capriola di senso mica da ridere. E la cosa assume una connotazione ancora più iperbolica se si pensa a quanti di quei gruppi mai (più) trattati sono assurti allo status di celebrità proprio grazie alla dimensione dal vivo. Ancora più che a quella in studio. Penso a Caparezza, ai Subsonica o agli Zen Circus, solo per dire tre gruppi trasversali di stili e pubblico.
Al netto di quanto questa scelta editoriale possa essere stata causata dall'internet (qualche ex-collega lo dichiara, visto che qualsiasi concerto viene condiviso in diretta tramite Instagram e droppato sul Tubo in forma più estesa poche ore dopo), è chiaro come anche in questo mondo di musica liquefatta, più che liquida, il concetto di promozione non può prescindere da un aspetto così centrale qual è quello della prova del palco. Anche perché c'è da chiedersi che senso abbia una critica che annuncia l'uscita di un disco fisico e nessuno che poi si premuri di commentarne la resa dal vivo, l'impatto vis-à-vis, tutto l'ipotetico sconquasso di budella e l'eventuale pervicacia nel tempo.
Per questo e mille altri motivi, per prepararci bene ai clamorosi tre concerti (uno ogni sera, sempre diversi, ognuno dedicato a un decennio) con cui i Tre Allegri Ragazzi Morti festeggeranno con tutti noi al MI AMI dal 24 al 26 maggio a Milano il trentesimo compleanno e presenteranno Garage Pordenone (La Tempesta, 2024), abbiamo pensato rivivere almeno 10 dei loro migliori concerti (esclusi gli altri loro MI AMI...). Un piccolo spaccato di centinaia di date in cui i Tre hanno dato vita al loro mondo strano e surreale, diviso tra provincia, natura, amore e un Aldilà che non sembra poi così male.
Non solo. È anche una piccola dimostrazione di affetto a gratitudine verso una band che, senza trombonismi e autoindulgenza, sa essere anche didascalica e precorritrice nella loro disarmante, apparente semplicità. Indie, art rock, cumbia, jazz, Paisley Underground, post punk, jangle rock, twee pop, krautrock, emo... sono così tanti i generi di cui sono stati esploratori e istigatori, da soli, sotto le maschere fumettose dei tre ragazzi morti, o circondati, specie dal vivo, da una vera e propria famiglia allargata fatta di nomi entrati (con loro o grazie a loro) nell'immaginario comune indipendente, che viene da domandarsi quanto poi questa cultura personale abbia arricchito il loro pubblico attraverso questi freschi rimandi a un mondo perennemente inclusivo e in divenire.
Independent Days, Bologna, 4 settembre 1999
Non starò a raccontarvi balle fingendomi fan dal giorno zero. Faccio invece ammenda, inserendomi tra quanti in età post-adolescenziale consideravano i TARM troppo morbidi e persino troppo buoni, qualunque cosa volesse dire, in un contesto in cui il “tupa tupa” è tutto. Questo è piuttosto un grazie a posteriori al mio amico Andrea, detto Plasma, che mi costrinse a una alzataccia verso Bologna per non perdersi il loro concerto, che vidi morettianamente di ¾ - fosse mai la mia presunzione venisse scalfita da quella mezz'ora di adorabile punk rock scanzonato e intelligente. Questo è un grazie a tutti gli Andrea là fuori che ci hanno fatto conoscere una storia bellissima. Bacini e rock and roll.
Arezzo Wave Love Festival, Arezzo, 6 luglio 2001
La presa di coscienza della mia dabbenaggine avvenne in quel di Arezzo, nell'estate del 2001. Non strettamente grazie a loro, quanto a Nick Cave. Andato là per sentire... i Cousteau, l'amore per gli inglesi si infranse con uno schianto quando i Cattivi Semi mi donarono la conoscenza necessaria per capire quanto i Cousteau fossero degli infimi cloni dell'australiano, e il debutto una mera boutade da copincollari della peggiore specie. Lo stesso giorno, sullo Psycho Stage, suonarono i TARM e lì li assimilai con rinnovata interiorità e onestà intellettuale, in tutta la loro certa peculiarità. Perché, se il rock è morto, Davide, Enrico e Luca sono tra i più bravi e adatti a celebrarlo come si deve.
Live @ MTV Supersonic, Milano, prima metà di maggio 2002
Non ricordo bene il giorno, il 10 o forse l'11 di maggio, ma ricordo bene l'agghiacciante giacca alla “Ispettore Coliandro” di Enrico Silvestrin e questa cosa mi inquieta ma, al di là dei misteri della mia mente, l'inusuale sede di Mtv è stata l'occasione che mi serviva per rendermi conto di quanto i Tre non facciano mai sconti, né davanti a migliaia di persone né con poche decine di astanti, né sopra i palchi più indie d'Italia ne su quello dell'emittente musicale per antonomasia o, perché no, da Fabio Fazio. Sintomatico di una libertà vera, lucida, sostenibile, con un loro preciso racconto di un mondo possibile senza retorica politica. Non a caso erano in promozione de La Testa Indipendente.
Stadio Centrale del Tennis, Roma, 6 luglio 2004
Da Fortunello (chissà se al MI AMI ricomparirà...) a Señor Tonto (chissà...) è un attimo. Toffolo l'ha sempre detto: “Prendiamo personaggi interessanti dal passato e dal futuro e li portiamo con noi”. Se il primo veniva dal 1915, Señor Tonto sicuramente dal futuro. I Tre si aprono più cocciutamente al outsiderismo e anticipano di dieci anni la riscoperta di Wendy Carlos, Lucia Pamela e altri pionieri dell'elettronica sperimentale, entrando così nei radar di giornalisti d'un certo spessore, come Vittore Baroni (che ne scrisse una pagina su Rumore) o Massimo Carozzi. Il concerto, si concluse con Per me lo so, cover dei CCCP e prima di una lunga serie di rivisitazioni e stravolgimenti di brani altrui.
Città Universitaria dell'Università degli Studi de La Sapienza, Roma, 12 luglio 2007
Se fosse un mondo giusto, i TARM una capatina negli atenei italiani dovrebbero farla ogni anno. Perché i loro sono a tutti gli effetti trattati generazionali che parlano in maniera ferma e sagace di rivoluzioni personali per un nuovo ed incredibile spettacolo della vita. Il modo è istintivo e solido e le frecce sono tante. Un'occasione gli venne data dalla festa Estate alla Sapienza (dove suonarono pure gli Offlaga Disco Pax), di rimbalzo a un concerto di inizio estate ai Laghetti del Eur dove andai con il redivivo Plasma. Giunti al quinto disco, iniziò a palesarsi il concentrato di highlight dei dischi precedenti e due cover: gli Art Brut (Mio fratellino ha scoperto il rock'n'roll) e gli Simiths (Ask).
La Tempesta Sotto Le Stelle, Ferrara, 10 luglio 2010
L'anno della foto di Daniele Bianchi con Luca arrampicato nel backstage del Circolo degli Artisti e poi ripresa a fumetti dal Davide per una copertina di Rockerilla, l'anno del Woodstock 5 Stelle, una cosa così bella che dopo 15 anni si stenta a credere. Enrico e La Tempesta creano dentro il Castello di Ferrara uno dei festival più belli che l'Italia ricordi. Questa la line-up: gli Zen Circus ancora con il The davanti, Le Luci della Centrale Elettrica, Moltheni, Altro, Cosmetic, Uochi Toki, Il Pan del Diavolo, Sick Tamburo, Giorgio Canali, Il Teatro degli Orrori e Tre Allegri Ragazzi Morti. Quando si dice centrare lo zeitgeist. Poi ovviamente è sempre tre accordi e via, ma stavolta pieni da amici.
La Tempesta Gemella, Roma, 23-24 giugno 2012
Vederli suonare davanti al Cimitero Monumentale del Verano è una cosa talmente “oltre”, talmente clamorosa, che potrei finirla così. Potrei dirvi il nuovo bill allargato a due giorni con le sue gustose aggiunte. Potrei darvi cento motivi per l'inserimento di questo concerto in questa mini-classifica ma la verità è che lo ricordo soprattutto per il buttafuori che non voleva fare entrare Enrico nei camerini a causa del vino che avevo regalato ai ragazzi e spaccone lo affronta: “Forse nun m'hai capito! Devi dimme 'n buon motivo pe' fatte entrà co' quer coso!” e mentre Enrico sorride divertito io rispondo: “È quello che ha organizzato tutto questo può andare bene?”. Talento, umiltà, testa e cuore.
Summer Jamboree, Senigallia, 9 agosto 2015
Dopo l'esperienza in acustico al Teatro Civico di Cagliari l’8 agosto 2014 e poi allegata come CD al bel libro Tre Allegri Ragazzi Morti dello stesso anno, l'anno successivo riesco di vederli dal vivo in una delle esibizioni con la Abbey Town Jazz Orchestra. L'effetto complessivo fu quello di imbattersi in una di quelle stazioni radio notturne che trasmettono principalmente musiche prodotte tra gli anni '30 e '60 e quindi la golden age della musica registrata in analogico fatta di orchestrine, crooner, jazz modale, hard bop e post bop ma sempre alla maniera dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Particolarmente inattesa e a suo modo gradita la comparsa di una Maria Antonietta in modalità Mina a Studio Uno.
Locomotiv, Bologna, 10 dicembre 2016
Dopo l’uscita di Inumani, il primo disco a esplorare il mondo della cumbia anni prima di Sanremo, i concerti dei TARM avevano avuto ospiti nella tranche primaverile Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) e in quella estiva Monique Mizrah (Honeybird And The Birdies). Per il tour invernale, ribattezzato I Magnifici 6, sia Adriano che Monique furono presenti per le otto date, oltre ad Andrea Maglia alla chitarra e loro tre. E' proprio la presenza dei due, soprattutto della abbagliante charanguista Monique, ad arricchire di stratificazioni e di incastri sonori un'esperienza unica nella storia della band in cui la scrittura da sempre piena di cose da raccontare si vota alla danza.
Auditorium FLOG, Firenze, 31 ottobre 2018
Conclusasi con Andrea Appino in veste di dee-jay e il sottoscritto intento a togliere, con impavida nonchalance, lo scotch dalla locandina attaccata su una parete cercando di non rovinarla, la nottata all'auditorium Flog di Firenze nela notte di Halloween 2018 è stata un tripudio di zombie, vampiri, streghe e maschere della band, che suona un set gigantesco, impreziosito da due cover dei CCCP e Offlaga Disco Pax eseguite per l'occasione con lo stesso Max Collini, in una festa collettiva per un pubblico che oramai da anni va dagli adolescenti ai quarantenni. Oltretutto, chi se non i Tre Allegri Ragazzi Morti potrebbero essere i più adatti a festeggiare La Noche de los Muertos!?
BONUS: Pasolini, Concerto Disegnato, Teatro del Parco, Mestre, 12 novembre 2022
Il corpo del poeta friulano, la sua voce, i suoi pensieri scandalosi muovono la mano di Davide che, sulla musica dei Tre Allegri Ragazzi Morti creata per l'occasione, disegna dal vivo la biografia di Pier Paolo Pasolini. Racconta cosa rappresenta per lui il grande artista e poeta, suo conterraneo e protagonista di uno spettacolo sempre nuovo dei TARM. Per riconoscere una volta di più il contributo enorme che Pasolini ha dato a questo svogliato Paese e provare a dargli un pochino di pace. La morte vissuta con poetica sacralità anche se i maestri sono fatti per essere mangiati.
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L'articolo I più bei concerti dei Tre Allegri Ragazzi Morti (in attesa degli incredibili tre al MI AMI Festival) di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2024-04-18 13:58:00
COMMENTI (1)
agosto 2013 festa Radio Onda d'Urto, pazzesco.
lupoallupo.wordpress.com/20…