Il Conte ha parlato: sì ai concerti ma solo a certe condizioni. Che grandi eventi e i festival non si potessero tenere questa estate, non era poi tutto quel segreto, ma il vuoto legislativo che si respirava intorno alla materia era di quelli che fanno rumore. Siamo felici che ci sia stato un chiarimento, era assolutamente necessario. Durante questi mesi, l'attendismo nella comunicazione dall'alto ha lasciato i lavoratori del settore musicale come sospesi in un limbo, quando in realtà le cose erano molto chiare. E non è un caso se Tiziano Ferro, Cesare Cremonini, Vasco Rossi, Max Pezzali e tutti i big dell'estate, e pure i meno big, si sono già affrettati da questa mattina a comunicare che i grandi concerti sono rimandati all'anno prossimo. Qua trovate la lista, in continuo aggiornamento. In qualche modo è una piccola liberazione (che non cancella la delusione).
Il decreto del presidente del Consiglio sui concerti è giunto quasi inaspettato, ormai che si saltasse a pieno un giro lo si dava quasi per scontato. Anche voi, consultati nella ricerca di Rockit e MI AMI in merito avevate detto in larga maggioranza che l'orizzonte era il 2021. Per questo il decreto è tutto sommato benvenuto (nonostante il suo contenuto, e ci arriviamo). Significa che il suo esecutivo sta ascoltando le voci che giungono da fuori palazzo, di cui ci facciamo carico spesso e volentieri, per pretendere rispetto dei lavoratori di settore e regole chiare. Facciamo un breve riassunto dell'allegato 9 del decreto: dal 15 giugno teatri, cinema e sale da concerto con posti preassegnati e distanziati potranno riaprire, a condizioni piuttosto proibitive: massimo 1000 spettatori per gli spettacoli all'aperto e 200 per quelli al chiuso.
Queste le condizioni: distanza anche tra gli artisti, misurazione della temperatura corporea a tutti (lavoratori, artisti e pubblico), che sia inferiore a 37,5°, utilizzo di mascherine, igienizzazione degli ambienti, adeguata areazione, possibilità di accesso alla disinfezione per le mani, segnaletica per il distanziamento fisico di un metro anche per andare in bagno, limitazione all'utilizzo dei contanti, vendita biglietti preferibilmente online e, dulcis in fundo, nessuna possibilità vendere bevande e alimenti durante il concerto, né di consumarli. Beh, Giuseppe, se non mi fai bere una birra a un concerto mi sgonfi il rock'n'roll.
Battute a parte, salta subito all'occhio la difficoltà di coniugare sanificazione dei locali, impossibilità di vendere alcolici e alimenti, forte limitazione della capienza con la possibilità di svolgere un concerto con un biglietto sopportabile da parte del pubblico, senza che ci rimettano entrambi. Questo il pensiero di Stefano Bottura, co-fondatore di Rockit e del MI AMI Festival: "A queste condizioni sarà impossibile fare eventi sostenibili da un punto di vista economico. Detto questo, concerti ed event ci saranno comunque, perché la passione e la voglia sono troppo forti, e vanno sempre oltre il discorso economico, come da sempre può raccontare chi organizza eventi in perdita o senza guadagnarci nulla. Come dire: artisti, continuate a giocare e fateci divertire con il vostro hobby che non è un lavoro".
Ora la realtà, in attesa di essere smentiti. Molti concerti non riprenderanno affatto: potranno infatti suonare davanti a un pubblico pagante solo quegli artisti con un pubblico da 200 a 1000 persone a data, che non creino assembramenti fuori dal luogo dell'evento, e che comunque sbigliettino salatamente, per poter rientrare con le molte spese. Parliamoci chiaro, la maggior parte degli eventi estivi non avrà luogo, anche perché senza l'apposita consumazione che garantisce parte del rientro economico (in diversi modi e formule), ben pochi sarebbero i concerti effettivamente fattibili.
Il live non è come il cinema, che una volta individuato lo spazio e distanziati i posti, si può guardare un paio d'ore di film anche senza sgranocchiare pop corn o bere la Coca Cola: ci sono un sacco di persone coinvolte nella sua realizzazione e c'è un dare-avere tra artista e pubblico che non può essere liofilizzato in una formula asettica. D'altro canto, i tempi sono quelli che sono e tutti si stanno adeguando, quindi sarebbe stupido pensare di non far lavorare la musica dal vivo finché non ci saranno le condizioni per tornare alla vecchia normalità, perché al momento sembra una chimera. E allora, pur sapendo che servirà un miracolo, ben venga ogni proposta da parte di promoter e professionisti del settore, in grado di aiutare il governo in questo processo di legiferazione per i concerti del 2020 e degli anni a venire, che possa coniugare diritto alla salute, al lavoro e al divertimento.
Tutto il settore è abituato a lavorare in condizioni drammatiche, ben prima della pandemia e cerca continuamente di spingere un mercato che ha problemi di ogni genere. Anche stavolta la sfida sa di impossibile, e non è difficile capire per chi tifiamo. In ogni caso, dal nostro punto di vista la discussione (e la messa in discussione) era già avviata e ora si fa ancora più necessaria.
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L'articolo Concerti: piuttosto che niente è meglio piuttosto? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-05-18 09:53:00
COMMENTI (4)
Siamo nella stessa situazione anche noi, gestori di teatri che non godono dei fondi FUS. Stagione sospesa, niente concerti, niente commedie, niente musical. Impossibile, con un numero di pubblico concesso così limitato. Se ne riparla dopo il vaccino, pare... e chi ci arriva in queste condizioni alla primavera 2021? Spero che il Ministro della Cultura possa sostenerci: musicisti, cantanti, artisti, attori, e gestori di teatri devono poter sopravvivere fino al prossimo anno! Solo i grossi teatri (come gli Stabili) potranno lavorare, avendo fondi a sostegno. Mah, speriamo in bene ragazzi... e sempre viva la musica e la cultura a tutti.
Cambio di boa...ovvio no!
Comqe fioi è ovvio che così facendo si entrerà dentro il buio cosmico e malgrado tutto ciò questi eventi saran impossibili...hahaha...che ridere ooo!!! (non per chi si sbatte in campo artistico o organizzativo, ma ben sì di chi continua a rispettare la restrizione imposta da un sistema totalitario che vuol distruggere totalmente il senso critico, le volontà e l rispetto altrui, ovvio anche le libertà...hahaha dajeeeeee!!!)
Il rock è nato per andar contro e non appoggiar il sistema millenario che vuol controllar e inchiappettare chi ancora crede in esso; è condiviabilità, è abbraccio, ballo, unione, felicità, lavoro veritiero!...
Un grosso Vaffanculo per chi appoggia le regole (fanculo anche l'economia)...ma sopratutto chi col culo parato prende l'onda, non ha capito che è dentro il ciclone e finirà di vivere in esso...in un gabbio normalizzato!!!(???)
Comqe sia ogni evento rock o affino, che sarà tale...non sarà mai rock...mettetevela via...vedo stè cose tecnicamente da anni ed ora che i sistemi substatali o pseudo governativi son usciti alla luce del sole...beh, sarebbe idiota e stupido ulteriormente perseguirli in campo giuridico...altro non è che uno schiavismo, un incameramento per creare un nuovo mondo (ce già da tempo!), per distruggere la vera anima, la vita stessa, cambiando tutto a vantaggio delle eggregore che poi diverranno peggio dei programmi trash dell'ultimo ventennio...io mi tiro fuori completamente se andrà così...ognuno faccia rispettare la propria energia, vibrazione e diritto giuridico/civico come meglio creda, ma non mettendosi una museruola, farsi schedare con un termometro, pagare per restar come un surrogato finto da cartellone pubblicitario (pensate al pogo!!!) e sopratutto, farsi togliere la dignità e la vitalità...bleah...svegliatevi!!!...
Io lo faccio da tempo...ma tanti seguono ancora il regime di mercato fittizio e arrivato ad un fermo evoluzionistico più che bizzarro...e che per quanto mi riguarda è inutile, peggio d'un verme prima di diventarlo!
Se fosse così, addio!
Concordo e condivido in pieno (non con Conte sia chiaro), auspico però un rientro difficile, una "non normalità" alla quale dovremmo tutti abituarci, nostro malgrado, in modo permanente. E spero tanto di sbagliarmi..
Concordo e condivido in pieno (non con Conte sia chiaro), auspico però un rientro difficile, una "non normalità" alla quale dovremmo tutti abituarci, nostro malgrado, volenti o nolenti. E spero tanto di sbagliarmi..