Lo scenario è fin da subito tragicomico: "Ricordi il Primavera Festival, quando mi hai detto ciao e sei svenuta?". È il primo, fatale incontro tra i due protagonisti di Contro il mondo, nuovo singolo dei Baustelle, pubblicato 5 anni dopo il secondo capitolo – e loro ultimo album finora – di L'amore e la violenza. Alla fine dello scorso novembre, poco dopo essersi raccontata al nostro podcast Venticinque, la band toscana aveva annunciato un nuovo tour e nuova musica per il 2023. È bastato aspettare appena 5 giorni dall'inizio dell'anno per vedere non solo la promessa mantenuta, ma pure con un brano notevole, così spietato e scanzonato al tempo stesso da avere tutte le carte in regola per diventare un instant classic.
Contro il mondo, che anticipa l'uscita del disco Elvis, prevista per aprile, è la fallimentare storia d'amore tra un uomo-narratore e il suo oggetto del desiderio, una donna con addosso "quattro stracci da folletto freak, da punkabbestia chic", analizzata a distanza di anni. Sullo sfondo un universo di contraddizioni, di intrecci tra ideali sbiaditi, sbandierati più per autocompiacimento che per sincera convinzione, e una vita che ne rappresenta l'esatto contrario. E in mezzo noi, naviganti improvvisati di un presente turbolento e incomprensibile, che ridacchiamo amaramente nel riconoscerci dentro a un singolo che è baustelliano in tutto e per tutto: il timbro profondo da chansonnier di Bianconi, i versi affilati e brillanti che guardano al Battiato di Magic Shop, quel giocare con la pretenziosità senza caderci dentro, l'arrangiamento pop rock vintage che esplode in un ritornello irresistibile, esasperando i paradossi che animano il brano.
L'evasione che passa per un biglietto per un grande festival europeo, le lezioni di yoga, il caffè al bar mentre si lanciano quattro parole vuote sul fallimento della sinistra Contro il mondo è un Bignami del fallimento umano oggi, da cui nessuno può dirsi del tutto estraneo. Dietro a tutto questo c'è un disperato e atavico bisogno di sentirsi riconosciuti e apprezzati, un'ambizione latente al successo fingendo di non perseguirlo. "Essere contro il mondo e invece averlo addosso", appunto, l'inibizione di ogni tentativo di lotta sotto il laccio stretto delle briglie in cui, tutto sommato, ci troviamo anche comodi, senza il coraggio di dirlo ad alta voce.
Così si arriva a confessarlo nel ritornello finale, un po' per gioco e un po' per verità di cui fingiamo di non renderci conto: "Io vivo contro il mondo invece ce l’ho addosso, vivo di potere e sangue come te, mi piace uccidere, mentire, aver successo, andare a bere a cazzeggiare in un caffè", in una sorta di raptus à la Patrick Bateman di American Psycho. E ancora: "Mi sveglio presto la mattina, lascio stare il grande vuoto, la sinistra, scelgo se farmi di coca o Coca Cola o canticchiare le canzoni estive". Il che è ancora più ironico se pensiamo a quanto questa canzone sia un tormentone fuori stagione che già fatichiamo a levarci dalla testa e che Bianconi apriva il 2022 con una cover che trasudava spleen di Playa di Baby K. Uuuuuuuh uuuuuuuh uuuh uuuh.
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L'articolo "Contro il mondo": i Baustelle con meno amore e più violenza di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-01-05 13:31:00
COMMENTI (2)
@agreco518 Immagino che si riferisca al fatto che inizialmente la valutasse come una odierna Sylvia Plath, perché con gli occhi dell'amore vedi tutto diversamente, ma poi con una analisi fredda e oggettiva, una volta finito il rapporto, abbia capito che si trattasse di una parassita
Ho sessant'anni, per cui è stato mio figlio che mi ha fatto conoscere i Baustelle ( Charlie fa surf, il suo tormentone da adolescente). Ma sono anche un'appassionata cultrice di Sylvia Plath. Mi piacerebbe dunque conoscere il significato di " e non distingui Sylvia Plath da un parassita" in Contro il mondo. Grazie