La prima serata è andata così. La seconda inizia con queste premesse. Qui è dove vi proponiamo una nostra top ten delle cose migliori (ma anche un po' peggiori, a Sanremo tutto si mischia) successe ieri sera.
10 - BRICIOLA AMICA DELLE GUARDIE
L’apoteosi della modernità, il festival zarro con la cassa dritta, finalmente Sanremo è dei giovani e poi... si apre con la Fanfara dei Carabinieri, invitati giusto per far impanicare i Bnkr e La Sad. A salvare il quadretto che avrei skippato come un'intro di una serie di quart'ordine, Briciola, il cane mascotte a cui viene donata una lunghissima inquadratura in cui ha lo sguardo smarrito: lo stesso che avremo noi tra cinque ore di diretta.
9 - KING OF THE JINGLE
In alcuni casi, era meglio della canzone che seguiva.
8 - NEGRAMARO E HO DI NUOVO 16 ANNI
Scrive queste righe uno cresciuto imparando a memoria ogni virgola testuale e musicale di 000577, Mentre tutto scorre e La finestra (ma ho fatto anche cose buone), e che con gli anni ha visto la band salentina allontanarsi sempre di più dai propri ascolti. Questa canzone sembra finalmente proprio una canzone dei Negramaro che tanto ho amato. Come una ritrovata ispirazione, non soltanto di Giuliano ma di tutta la band. E questa volta, a differenza del 2005, non sono stati eliminati e le cuffie di Danilo alla batteria hanno retto.
7 - IL CORO "STA NELLA SAD"
Tra i momenti che più mi hanno fatto pariare di tutta la serata c’è certamente il coro che canta “sto nella saaaaaad”: musicisti di lignaggio e di una certa età che intonano (presunti) slogan no future. La Sad – o almeno parte di essa – sono gli ultra trentenni che cantano alla generazione Z, potrebbero anche essere presi come un cosplay dei dAri alla fiera internazionale del poser, ma due su tre sono intonatini, e l’iniziativa sul telefono amico Antisuicidio e alcune frasi del testo mi hanno davvero emozionato. Sto invecchiando io? Eppure sono più giovane di due di loro.
6 - EMOZIONATI ANCORA BIGMAMA
Dei nomi più o meno sconosciuti al pubblico generalista di Rai1, ma ampiamente affermati a chi abbia un account Spotify non craccato, Mama è quella che più ha fatto tremare il cuore. Non solo la cazzimma che tanto si appioppa ai campani, ma occhi lucidi da bimba felice e una storia complessa raccontata senza piagnistei. Con una voce da bambina e una vocalità educata anche dentro i confini dell’emozione. Non si è ancora mangiata il palco, nel racconto del “Buio che ti mangia e non ti fa dormire”, Ma diamole tempo. Che bell’esordio, Marianna.
5 - GEOLIER DI GALA
Avevo già scritto su queste pagine che il testo in un napoletano scritto in maniera poco corretta non avrebbe minimamente pregiudicato la canzone o la performance sanremese. Ed ecco, infatti: Geolier non occupa una slot partenopea, non “rappresenta un territorio” come dice qualcuno che vuole salire sul carro di un vincitore che fino a cinque minuti non sapeva chi fosse. Semplicemente, Geolier è un rapper, ed è un fuoriclasse.
4 - AL PRIMO POSTO...LOREDANA BERTÈ
Niente malinconie da superstar di altri tempi. Una rockstar viva e vegeta, che fa canzoni e le canta, e spacca ancora fortissimo. Con il verso che fa venire i brividi: “prima ti dicono basta, sei pazza e poi ti fanno santa”. Chi meglio della sorella di Mimì. A fine serata quella classifica che pare provenire dal passato: Bertè prima. Non durerà, ma è stato bello.
3 - CESSATE IL FUOCO
In un festival dalla durata umana avrebbe dovuto ricantare, è fuori battuta per tutte le strofe in maniera evidente, ma non ha spaccato vasi o fiori, e l’ha comunque portata a casa. Ti fa la supercazzola con il beat che ricorda Dove Si Balla e poi ti lancia nel mar mediterraneo tra i bambini che annegano. Torna sulla terra ferma e parla di guerra e chiede il Cessate Il Fuoco. Con il clima che c'era nel Paese non era facile, infatti l'ha fatto solo lui...
2 - ORCHESTRALE LAVORO USURANTE
Stoici, eroici, combattivi. Suonano i generi più disparati mettendosi a disposizione della cumbia come del baile funk, dell’hip hop come dei giri armonici più sguallariati. Partecipano, si divertono, canticchiano (come la violinista violoncellista contrabbassista con il pezzo di Alfa). Emozionano con i due omaggi, ormai un format dei Sanremo di Amadeus: accompagnare con l’orchestra dal vivo una voce (Cutugno) o un altro strumento in sequenza, come nel caso di GioGio, un momento in cui la commozione degli orchestrali li ha mostrati anche meno scenografia e più esseri umani.
1 - MARCO MENGONI: SONO NATO PER QUESTO
Conduce, non da spalla svampita ma sul pezzo, attento, porta avanti la scaletta anche da solo. Canta Due Vite con il trasporto immutato della prima performance, e con il pubblico che canta forte come alla finale dell’anno scorso. Poi un medley del proprio repertorio, tra successi e tracce minori, con solo una schitarrata a citare il suo primo Sanremo - Credimi Ancora - tra Guerriero e Ti Voglio Bene Veramente guardando al cielo, fino a un non singolo come Proteggiti Da Me, in una performance vocale incredibile. E poi il primo leoncino vinto con l’essenziale, saltando un ritornello per farlo esplodere ancora più forte sul finale. Mestiere. E come se non bastasse mema salendo sul palco con i cartelli “daje che siamo a metà”, cita anna marchesini e sfotte il suo “mastro geppetto” Morgan. Che dovevi fare più, Marco?!
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L'articolo Cos'è successo ieri a Sanremo: la top ten dei momenti indimenticabili di martedì sera al Festival di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2024-02-07 05:03:00
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