Se si ha vent'anni si bada poco alla forma e più all'effetto che si ottiene. Se poi si suona con il solo scopo di far male a chi hai davanti è ancora peggio. I M!R!M esistono da poco meno di un anno e hanno già buttato fuori due ep – uno più violento dell'altro – fatto molti concerti. Marcello Farno ci racconta quello di Cosenza.
C'è un filo sottile che lega il 1980 al 2011. C'ho questa frase che mi gira in testa da un po', e me la ripeto mentre raggiungo in macchina il locale di stasera. A pensarci bene sono tempi duri, che finiamo col respirare, oggi come allora, la stessa aria marcia post-qualcosa e che da dietro l'angolo scorgiamo le ombre di un futuro atomico ancora tutto da decifrare. Le dinamiche si scontrano e combaciano come tessere di un puzzle, e lo fanno così tanto e così bene che i suoni esplodono, sbattendo in faccia la pesantezza dei colori scuri e valicando il muro della tensione emotiva. Oggi proprio come allora. In fronte alla prima media chiara mi dico che la mia è forse solo una delle tante menate che si cercano di piazzare attorno a un mood che più di altri sta di questi tempi venendo a galla. È ancora troppo presto per parlare di una scena, di una tendenza compatta e presente. Per ora ci basta stringere tra le mani delle ottime soggettività, band che fanno musica tirando fuori gli attributi e l'attitudine giusta, roba che poi ripaga sempre anche (e soprattutto) oltreconfine. Tra Soviet Soviet, Dance for Burgess e altri nomi, gli M!R!M sono il lato più nichilista della faccenda, quelli che al post-punk preferiscono la dark-wave, che suonano con la testa bassa e l'animo in malora.
C'è l'aria calibrata al punto giusto stasera. È anche merito degli M!R!M, ma non solo. È la prima stagionale della serata Always Never Again, lo spin-off di quei matti che una volta aderivano al nome Partyzan - oggi Bizarre Love Triangles - gente che porta avanti con costanza da 8 anni un discorso musicale serio e cazzuto, roba non da poco in una città medio-piccola come Cosenza. La serata la aprono gli Electric Floor, neonata band locale, slanci viscerali e pezzi in bilico tra rock e new wave. Qualche sbavatura di troppo, i ragazzi hanno ancora bisogno di rinvigorirsi per essere più incisivi. Promossi ma con debito. Intorno alla mezzanotte salgono finalmente on stage gli M!R!M. Trasmettono palpabile tensione e non credo sia per l'eccessiva emozione di suonare in un posto come il B-Side (che rimane un luogo di tutto rispetto ma pur sempre un club di provincia). Più che altro hanno addosso la fotta che si conviene quando hai 20 anni, hai iniziato a metter la testa fuori dal guscio e vuoi finalmente far del male consapevole, prendere a calci chi ti sta faccia a faccia ad ascoltare.
Il suono che fanno uscire fuori dall'impianto assorbe tanto questa cosa. Sono secchi, essenziali, una chitarra e un basso che danzano sulla freddezza dei colpi della drum machine. Sembrano essere totalmente assorbiti da quello che stanno facendo, si muovono relativamente poco e tra un pezzo e l'altro parlano ancora meno. Col passare dei minuti e delle canzoni (suonano quasi tutti i pezzi dell'ep appena uscito, qualcuno dal vecchio e qualche inedito) acquistano più convinzione, ed è qui che avviene lo scarto necessario. Qualsiasi altra band, in particolar modo di ventenni, avrebbe tirato il freno, dosato le emozioni, cercato di sfruttare al meglio delle sue capacità il tempo rimanente, dandosi in pasto al pubblico. Loro no, sputano ancora più rabbia lo-fi, caricano dritti a testa bassa ancora più forte di prima. È il momento dove il compasso rompe le mine e il cuore si muove al ritmo di un trattore. Spigolosi quando corrono verso spiagge più tipicamente post-punk, abrasivi al momento di infarcire di feedback e distorsioni le code dei pezzi. Che questo loro atteggiamento presenti anche dei limiti è inevitabile, rischiano di trincerarsi e apparire anche un po' spocchiosi (per dire, nonostante il locale fosse pieno ad ascoltarli eravamo una quarantina di persone), ma (ripeto ancora una volta) suonano insieme da appena 10 mesi, hanno 20 anni e tutte le carte in regola per far sperare in una margine di crescita notevole. E poi, nascondono sotto le linee di basso e la nevrosi una dose di fragilità non indifferente, capisci che sono sinceri, non giocano a fare i manieristi.
A fine concerto raggiungo Alessandro (basso e programmazioni). La prima e l'unica cosa che mi dice è che in realtà a loro l'Italia sta veramente stretta. Vorebbero andare fuori, possibilmente in Inghilterra, e lì suonare a più non posso. Lo guardo e mi dico che avremo gli ennesimi cervelli in fuga. Giusto o sbagliato che sia, per loro, in questo momento, credo sia meglio così.
Le foto sono di YouSayCheese.
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L'articolo M!R!M - Cosenza - Always Never Again di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2011-10-07 00:00:00
COMMENTI (2)
Scoperti per caso. Non so dal vivo, ma su disco meritano.
Gran bel report. Bravissimo Marcello.