Beggin' dei Måneskin è una cover.
L'originale è un pezzo del 1967 dei Four Season che aveva già conosciuto una rispolverata di gloria con la versione dei Madcon del 2007, riporta alla nostra attenzione il fenomeno delle cover che diventano più famose delle prime versioni. Eccole a confronto:
Beggin' - Måneskin
Beggin' - The Four Season
Sarà successo a tutti una volta nella vita: restare costernati di fronte alla scoperta che la canzone di cui ci siamo innamorati non è farina del sacco della nostra band preferita. Oppure dover spiegare a un ignaro amico che “la canzone di Donnie Darko” è dei Tears for Fears prima che di Gary Jules. Ma non è (sempre) necessario provare imbarazzo per la propria ignoranza, perché ci sono casi in cui oggettivamente la cover è diventata più popolare dell'originale, che sia per l'effettiva qualità del rifacimento, oppure per la maggiore fama dell'interprete, o per qualche ragione di quelle piuttosto imperscrutabili e indefinibili, che hanno a che fare per lo più con lo spirito del tempo: come dire,la cover giusta al momento giusto. Ne abbiamo scelte quindici, alcune totalmente insospettabili.
Hallelujah – Leonard Cohen
Hallelujah - Jeff Buckley
Forse il caso più eclatante di cover che supera l'originale: l'inno di Cohen che, lo diciamo con tutto il rispetto e accettando accuse di blasfemia, rischia nel ritornello di ricordare un po' troppo le canzoni che cantavamo da bambini nel coro della chiesa, era già stato ridotto a un'essenzialità più elegante e dalla spiritualità meno ostentata ma non per questo meno ricca, anzi il contrario, da John Cale, ed è proprio alla versione di quest'ultimo che si rifà Jeff Buckley. Mettendoci dentro ulteriore male di vivere, la bellezza sofferta di un'interpretazione che avvicina davvero la canzone al divino, a quella grazia (Grace) che possedeva solo lui e che ha fatto di Hallelujah una canzone tanto sua quanto di Leonard Cohen.
Where did you sleep last Night – Leadbelly
Where Did You Sleep Last Night - Nirvana
L'Unplugged In New York dei Nirvana è uno di quei dischi che possiedono un po' tutti, un piccolo simbolo di trasversalità musicale, che piace ai fan dei Nirvana in quanto fan dei Nirvana, ma gradito anche da chi non è un appassionato del gruppo, forse perché rivelava il lato melodico, sensibile e, in fondo, pop, che solitamente restava in secondo piano, nascosto dietro il sound aggressivo di dischi come Bleach e Nevermind. E poi svelava eroi inaspettati. Per esempio, il bluesman degli anni '40 Lead Belly, l'interprete più accreditato di questo traditional (che in origine si intitolava “In the pines”). Anche in questo caso c'è un passaggio intermedio, ed è la versione (notevole e piuttosto dark) inserita da Mark Lanegan nell'album The Winding Sheet. In ogni caso, è la ballad di Kurt e compagni che resterà per noi ragazzi degli anni '90 l'unica Where did you sleep last night.
It's oh so quiet – Betty Hutton
It's So Quiet - Bjork
Durante una striscia quotidiana di un Amici di Maria de Filippi di qualche anno fa, una concorrente era indecisa sul brano da cantare nella puntata serale. La sua amica le consigliava di portare il suo cavallo di battaglia, “quella canzone strana, quella dove urli...” “Quella di Bjork?”, chiedeva la ragazza indecisa. È fuori discussione che siamo davanti a un altro caso di “canzone diventata una delle più celebri fra le canzoni di tale artista senza essere di tale artista”. E in questo caso senza nemmeno discostarsi troppo dalla versione a cui si ispira, di cui mantiene lo spirito da musical jazz.
Torn – Ednaswap
Torn - Natalie Imbruglia
Il 1997 fu l'anno in cui ci recammo dal parrucchiere brandendo una foto di Natalie Imbruglia e ne uscimmo con in testa una tragica scodella, e fu, per tornare al tema che ci interessa, l'anno in cui fece sfacelo in tutte le classifiche questo brano di rara perfezione pop, la classica canzone mainstream col tocco indie che piace a tutti, dalla tipa che ascolta le boy-band al metallaro, facendo di Natalie Imbruglia una star, e degli Ednaswap...chi?
Tainted Love – Gloria Jones
Tainted Love - Soft Cell
Quando dici Soft Cell dici Tainted Love, eppure anche qui, forse non tutti sanno che uno dei brani-simbolo del synth-pop, oltretutto ri-coverizzato più volte (un nome su tutti, Marilyn Manson) non nasce per essere ballato nelle serate fluo dei club inglesi quanto piuttosto nei locali newyorkesi dove i ragazzi neri vanno a ballare la soul music e poi la disco. La versione di Gloria Jones però non raggiungerà la fama di certi classici del genere, e così per tutti o quasi Tainted Love resterà associata al faccione di Marc Almond e allo spirito degli anni '80.
Take Me To The River – Al Green/Talking Heads
Un'altra canzone “sbiancata”, anche se in questo caso l'originale non è stato dimenticato e gode ancora di ottima notorietà. Però, per molti, la versione definitiva è quella che, in perfetto stile Talking Heads, ne mantiene l'anima soul e la unisce allo spirito punk, world e arty del gruppo newyorkese. L'amalgama riesce benissimo, e almeno in parte oscura il povero Al Green.
I will always love you – Dolly Parton/Whitney Houston
Ovvero di come una canzone d'amore un po' strappalacrime ma tutto sommato innocua è diventata lo standard con cui generazioni di urlatrici da talent hanno cercato la standing ovation di pubblico e giudici feticisti dell'estensione vocale circense. Grazie, Whitney Houston, e grazie Guardia del corpo.
Twist and Shout – The Isley Brothers/The Beatles
Prima della psichedelia, prima degli esperimenti di tutti i tipi, prima delle rivoluzioni, c'erano quattro ragazzi col caschetto che suonavano “solo rock'n roll”. E che alla fine delle registrazioni del primo album, stanchi ed esauriti per i tempi record in cui si erano svolte, decisero di chiudere con un pezzo che non era il loro ma che era un cavallo di battaglia nei live, e di chiudere così, con una buona-la-prima sporca e rauca. Il resto è storia.
I love rock'n roll – The Arrows/Joan Jett and the Blackhearts
A proposito di rock'n roll. Una cover molto fedele all'originale che però diventa un successone, perché? Forse perché il rockaccio da bar per motociclisti dell'Ohio si sposava alla perfezione con l'attitudine da bad girl un po' punk un po' riot un po' tamarra di Joan Jett, fatto sta che quando la cantiamo al karaoke (ubriachi, naturalmente) è lei che vogliamo essere. Rock on!
Girls Just Want to Have Fun – Robert Hazard/Cindy Lauper
Restando in tema di ragazzacce: immaginiamo che ben pochi – o meglio poche -, quando canticchiano sotto la doccia “uohuh girls just want to have fun” abbiano in mente la New Wave di Robert Hazard. Molti di più si immagineranno nei panni di una coloratissima ragazza ribelle che vuole solo fare festa e ballare in giro.
Nothing Compares 2 U – Prince/Sinead O'Connor
I The Family non sono la più celebre fra le creature del genio di Prince. E “Nothing Compares 2 U” non era la più celebre fra le loro canzoni. Fino al giorno in cui il manager di una giovane Sinead O'Connor le diede un consiglio quantomai accorto: inserire una cover nel suo secondo album, e precisamente dare nuova vita a questa ballatona pop-soul molto romantica. E lei così fece, asciugandola nelle sonorità e consegnandola alla storia come una delle più dolorose e graffianti canzoni d'amore finito.
I fought the law – Bobby Fuller Four/The Clash
Seguendo, giustamente, la regola del punk di non avere regole, i Clash se ne sono sempre fregati un po' di tutto, in particolare dell'anglocentrismo di gran parte dei colleghi, e anche sputare per forza sul passato non gli interessava poi un granché. Nessun problema quindi nel prendere un brano così tanto anni '60 e trasformarlo in un inno punk. Con quel titolo, poi, era già perfetta.
Me and Bobby McGee – Roger Miller/Janis Joplin
Qui la domanda giusta sarebbe: perché Roger Miller ha inciso la canzone, scritta da Kris Kristofferson con in testa la fidanzata Janis Joplin, prima di Janis Joplin? Chissà. Comunque, un anno dopo la versione più classicamente country (e un po' sciapa) di Miller, le cose tornano nel giusto ordine, Bobby McGee diventa uomo e “Me” è, e sarà, sempre e solo lei, Janis.
Dazed and Confused – Jake Holmes/Led Zeppelin
Una cover-non (ufficialmente) cover, frutto di parecchi “risciacqui” e di quel certo talento di Jimmy Page per le rivisitazioni a prova di royalties: Page contribuisce con la sua chitarra a una versione degli Yardbirds, poi decide di registrarla anche con gli Zeppelin, ma non prima di aver cambiato testo e melodia abbastanza da poter evitare di accreditare Holmes. Sia come sia, la canzone suona proprio come un classico Led Zeppelin ed è in questa versione che si è guadagnata la fama vera.
Don't dream it's over/Alta Marea – Crowded House/Antonello Venditti
Uno dei pezzi più famosi in assoluto del cantautore romano, almeno per la parte musicale, è in tutto e per tutto ripresa da “Don't dream it's over”, un brano scritto da un autore neozelandese, Neil Finn, e interpretato da una band australiana, i Crowded House. Non che il brano originale sia davvero sconosciuto: al momento dell'uscita nel 1986, era in top 10 nelle classifiche di tutto il mondo, guadagnando anche qualche premio agli MTV Music Awards dell'anno successivo. In Italia rimase sostanzialmente sconosciuta non superando il 76esimo posto in classifica, ma nel 1991 la cover di Venditti vide un successo esagerato, aiutato anche dal video in cui appare una sedicenne Angelina Jolie.
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L'articolo 15 cover diventate più famose dell'originale di Letizia Bognanni è apparso su Rockit.it il 2016-06-20 11:49:00
COMMENTI (13)
Mi piace molto "Beggin' " dei Madcon del 2007..! ;-)
I will always love you Dolly Patterson Whitney Houston / I love rock and roll § Arrows e joan jett Blackhearts / Girls just want have fun Robert Hazard e Cyndi Lauper § Danzed end Confused jake Holmes e Led Zeppelin
since I don't have you degli Skyliners rifatta dai gan's Roses
to love somebody _bee gees jimmy Sommerville (ex bronsky beat) | sospicius mind Elvis Spreasling e Brosky Beat § Bring it on home Sonny Boy W, e Led Zeppelin
Ecco delle altre cover:
TUTTO QUELLO CHE UN UOMO di Sergio Cammariere:
youtube.com/watch?v=yuuPFeO…
ROMANZA di Andrea Bocelli:
youtube.com/watch?v=Epmo0Rg…
Non citare Paul Young è da ignoranti.
Everytime you go away di d.hall
Wherever i lay my hat di m.gaye
Love of the common people..di w.jenning
Tear Your Playhouse Down..di A.Peebles
Come Back And Stay di j.Lee
Non avete dimenticato “With a little help from my friends” (Beatles/Joe Cocker) e “Rockin’ all over the world” (John Fogerty/Status Quo)? Imperdonabile!!! Precisazione: “Don’t let me be misunderstood” è di Nina Simone poi cover degli Animals e poi cover di Santa Esmeralda. Saluti
ehm.. scusate l'intrusione, ma pensavo che la prima in classifica fosse Knockin' on Heaven's door - Bob Dylan vs Gun's n' Roses
segnalo the best di bonnie tyler portata al successo nella versione di tina turner
quello che mi fà incazzare é che in questo articolo si parla solo di cover,ovvero di canzoni anglo americane reinterpretate da altri,voglio solo citare alcune canzoni di Paolo Conte intrpretate da Celentano o da Jannacci.Cosa c'é la musica Italiana vi fà schifo o altro???