C'è ancora la luce quando inizia la seconda serata di Cuori Impavidi 2024 - la rassegna di MI AMI Festival e Circolo Magnolia, la prima era stata questa - all'Idroscalo di Milano, d'altra parte tecnicamente e pure meteorologicamente è ancora estate. La sensazione di last dance dell'estate c'è tutta, la impone il fatto che sia settembre e che siamo in città. Ma il privilegio di un ultimo (o quasi: mercoledì Cuori Impavidi si chiuderà con gli imperdibili Earl Sweatshirt e Pufuleti) ballo bisogna concederselo. Soprattutto se i "mastri concertatori" sono la migliore live band italiana: i Subsonica.
Ad aprire la serata è Faccianuvola. Alessandro, classe 2002 from Valtellina, sale sul grande palco del Magnolia tutto solo, ma pieno di ottime ragioni per starlo ad ascoltare. Il suo cantautorato elettronico suona come un frullato di contemporaneità: accelerato, allucinato, malinconico, emotivo, pieno di cose da dire e per nulla intenzionato a farlo rispettando dei canoni. Il "famoso" hyperpop è già diventato altro, nel suo caso qualcosa di molto intrigante e il set per Cuori Impavidi sta lì a dimostrarlo.
Anche Emma Nolde questa sera è in solo. Ma che abbia il phisique du role per tenere questo palco (dove la si è giá vista in diverse occasioni targate MI AMI) non ci sono dubbi. Chitarra oppure tastiera, in una decina di brani mostra tutti i suoi talenti come musicista. Al resto pensa quella sua voce super intensa e una scrittura che no, non puó avere 24 anni... Il pubblico dimostra di apprezzare e applaude convinto.
"Ora godetevi i Subsonica", dice Emma, prima di congedarsi. E non c'è dubbio che la gente sia qui per loro, una band che ha fatto la storia del rock italiano e che dal vivo da una trentina d'anni (quasi) non smette di salire di livello e far godere la gente. "Che figata poterli vedere qua" è un concetto che intercetto in almeno un paio di conversazioni. Così vicino a loro, in un posto che è casa per tanto. Il pubblico dei Subsonica non è fatto di "casuali", ancora prima che inizi lo show si vede dell'abbondanza di t-shirt "brandizzate". Tutte le fasce d'età sono rappresentate. C'è anche chi (piú d'uno) a furia di ascoltare Samuel e soci si è moltiplicato e ora porta i bimbi a sentire il gruppo del cuore (e chissà se è la prima volta).
Un boato accoglie l'ingresso della band torinese e ancor di più le prime note di Cani umani. Bastano pochi istanti per capire perché i Subsonica sono i Subsonica, come abbiano fatto a mantenere intatta la fedeltà di un pubblico appassionatissimo dopo decenni di musica tutt'altro che paracula e immediata. Il suono che esce dagli strumenti dei cinque Subsonica è qualcosa di unico per compattezza e precisione, pur nell'alternarsi di ritmiche molto diverse tra loro. Proseguono con Pugno di sabbia le tracce di Realtà Aumentata, il decimo - "o undicesimo? Non lo so io sono sempre avanti rispetto a loro" scherza Samuel - disco della band, che, lo hanno ripetuto più volte, per loro rappresenta una rinascita. "Non era affatto scontato che fossimo ancora qui, a fare un tour come quello che stiamo concludendo, per cui grazie" le parole che arrivano dal palco.
Ci sono stati anni complicati per la band, ma ora la voglia di suonare assieme si sente tutta. Il resto lo fa un repertorio spaventoso. Una dopo l'altra, in un live lungo e quanto mai intenso, arrivano le hit immancabili, da Discolabirinto ("il riff più famoso della musica rock elettronica italiana anni '90. Anzi no, ma che dico italiana, di Torino...") a Veleno, Aurora sogna o Liberi tutti. Boosta si esalta arrampicandosi sul suo muro di synth rimbalzanti, Ninja è la solita macchina, Max e Vicio gli artefici di un suono che ti avvolge completamente. Delle doti di frontman di Samuel è quasi superfluo parlare dopo 28 anni pressoché sempre in tour.
Si sentono tutte le sonorità che hanno influenzato un percorso fatto di amore per la musica e ricerca. Gli anni '80, i suoni piú scuri, il funky, la dub o la jungle omaggiata nella bellissima Giungla nord. Dal cielo su Milano cadono due gocce di pioggia di numero mentre Casacci svisa la sua chitarra ne Il cielo su Torino. È qua che entra in scena il primo ospite - un concetto quasi riduttivo - di serata: l'amico e concittadino Ensi che arricchisce con una barra l'inno. La cricca è al completo pochi istanti dopo, con l'arrivo di Willie Peyote. A tre voci (e due rapper) intonano Scoppia la bolla. Cosí scoppia anche la bolgia. Ensi e Willie sono poi protagonisti di un momento di fomento super hip hop: che un momento del genere sia perfettamente inserito e dia un valore aggiunto a questo show la dice lunga sull'unicità (ed ecletticità) dei Subsonica. Poi c'è l'omaggio alla storia che diventa leggenda: Aspettando il sole.
Di hit però ne mancano all'appello molte e Samuel lo ricorda subito, aprendo il filotto finale con Istrice. Max Casacci prende il microfono parlando di "senso di comunità come antidoto per questi tempi malati", un discorso che celebra i loro fan, che la musica la vive con il cuore, ma anche chi dal basso la sostiene e rende possibile ogni giorno con il proprio lavoro. Ringraziamenti sentitissimi da noi, per questo e per il pezzo successivo: Nessuna colpa, dedicato all'insopportabile situazione dei morti nel Mediterraneo.
Questa non è una data qualunque. È la festa ed è la fine di un tour importantissimo per la storia della band, la commozione è grande ed emerge dai ringraziamenti al microfono. Poi la musica torna padrona, con un'ultima infilata di pezzi che fan la gioia della "comunità". Attesissima, Tutti i miei sbagli, vede la discesa di Samuel dal palco e un balzo ripetuto e collettivo della platea. Sound ancora nuovo e sempre coinvolgente per l'ultimissima prima degli inchini: Strade. Arriva anche l'ultimo sing along di tutto il pubblico. Due ore e un quarto abbondanti di live senza pause nè filler: ma chi li può fare cosí oggi?!
Il live finisce, gli applausi invece non vogliono terminare. Ma c'è ancora un sacco da ballare. Ci si sposta di pochi metri, per l'aftershow. Qualcuno se ne va, ma viene sostituito: l'afflusso di un "nuovo pubblico" per la seconda parte della serata ricorda tempi antichi. Prima, quando ancora i ragazzi di Torino si stanno riprendendo dalle fatiche di un live maestoso, tocca a Ilaria Gr scaldare i presenti. Poi arrivano loro cinque e si avvicendano ai piatti con la musica del loro cuore, prima ancora di lasciare spazio a Tiga, maestro della consolle dal Canada. Si balla fino all'ultimo battito, vale la pena farla durare ancora un altro po'.
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L'articolo Crescete, moltiplicatevi e ascoltate i Subsonica di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-09-08 00:46:00
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