Cronache da un negozio di dischi

Una giornata da Slow Records, tra clienti fastidiosi e nuovi arrivi, raccontata dal proprietario

slow records cecina
slow records cecina

Settembre rimane un mese interlocutorio.
Dopo le vacanze i clienti riorganizzano naturalmente le loro vite, e non c’è molto spazio per bottega in questa fase: bambini, lavoro, esami, bollette, lavoro, il down fisiologico, lavoro. Fortunatamente le spedizioni continuano, prendo la cosa con filosofia e attendo momenti migliori.

Mi preparo per qualche giorno di calma relativamente piatta dopo la stagione estiva, dopo i festival, i mercatini, la giornata Idm danzante dove coniughi lavoro e divertimento sodo. C’è bisogno di riposo, per tutti.
Prendo la cosa molto sul serio se è vero che questa mattina mi sveglio alle 10:24 e adesso corro in macchina con 30gradi che ruggiscono sul volante nero, rendendo l’esperienza da ritardatario completa e indimenticabile.
Per qualche motivo riesco ad aprire ad un orario ragionevole, circa dieci minuti dopo, sudato come un porco, ma ho la sensazione di essermi dimenticato qualcosa.
Entrando guardo la cover del nuovo Wilco, "Shmilco" (Jeff Tweedy è un simpaticone e ci tiene a farlo sapere), uscito da pochi giorni, ed è nientemeno che un disegno di Joan Cornellà. Si riconosce perché ci sono sangue e sorrisi ovunque. Lo rimetto in vetrina, e più o meno solennemente decido che lì rimarrà fino alla sua dipartita.

Apro il pacco dei nuovi arrivi, pure mattinieri quest’oggi; di solito tocca aspettare almeno due ore in preda al panico tra telefonate e minacce a centralino e corrieri, sperando che il cliente non si innervosisca per il ritardo.
C’è Nick Cave con un nuovo album, copertina total black e una piccola iscrizione verde fluorescente in basso a sinistra, nome e titolo, "Skeleton Tree". Lo appendo al muro con cura, quello di Mr Darkness è un concept sulla morte, ed esce pochi mesi dopo che il figlio quindicinenne è volato giù da una scogliera in Cornovaglia.
Anche Jack White se ne esce con un disco acustico. È proprio bello, ma avevo chiesto una copia soltanto e ne han mandate ben due. Quando succede, di solito perdo conoscenza per cinque minuti ed al risveglio sono incazzato come un toro.

La bottega è a Cecina, 30mila anime, provincia di Livorno, ed il lavoro deve essere calibrato al millimetro, cercando di ottimizzare ogni ordine ed ogni piccolo investimento. Siccome me lo ripeto ogni giorno, mattina, pomeriggio, sera, capirete il veleno. Poi, ok, mi han mandato due Jack White, mica Loretta Goggi (ergo: invendibile).

Andiamo avanti, non può essere peggiore di così

Infatti mentre il dolore si disperde entra con timing invidiabile il tipo di most-hated-costumer-alive definitivo, quello che unisce tutti i discari del mondo in un'unica, enorme, palla d’odio. E adesso ricordo: ho bucato l’appuntamento con l’amico alle 9:30 per valutare la collezione, e il karma mi prende a calci in culo.
Io sono pronto e consapevole, ma soprattutto affranto: è il Professore, colui che ha tutti i superclassic e si fa il giro per controllarne i prezzi. È quella la sua gioia: la conferma di aver speso bene i suoi soldi. Ha smesso di comprare i dischi almeno 20 anni fa, ma entra come un Papa in Vaticano.
No, non c’è nuova uscita che possa perlomeno solleticarne la fantasia. È la seconda volta questa settimana e so che
la cosa durerà almeno 30 minuti, nell’assoluto silenzio. Perché costui non chiede, non proferisce parola se non un “Salve” iniziale, usato tatticamente per mantenere una certa distanza di sicurezza. Sfoglia la metà dei dischi, l’altra metà la apre, senza chiedere. Mentre i prezzi cadono, io penso tanto intensamente alla volta che mia madre mi disse “Cos’è che vuoi aprire te?”.

Puoi scegliere di ignorare un elemento del genere, ma la tentazione di creare empatia con ogni entità umana che entra qui è troppo forte. E poi in 40mq cazzo ti vuoi ignorare?
Cerco anche di metterlo a suo agio e scelgo “Third” dei Soft Machine, visto che nelle sue grinfie c’è del prog. Niente.

La sensazione è quella di non essere un reale pericolo, come un ausiliario del traffico che si aggira nelle vicinanze della
tua macchina in doppia fila. Lui surfa la libertà adesso, e nessuno può impedirgli di farsi i i cazzi propri, rimettere le sleeve al contrario, lasciare la fila come dopo una deflagrazione.

“Ok hai vinto” penso, e me ne esco sulla porta per una sigaretta, distendermi i nervi ma anche buttarmi sotto una Panda se l’occasione è buona. Al quarto tiro, questo demone dalle fattezze di un 55enne stempiato si desta.

“Scusa ma è giusto il prezzo di questo Tom Petty?

"Full Moon" in Us press si aggira tra le 20 e 40 euro, dipende dalle condizioni, ed è prezzato esattamente al centro: 30.

“Sì”
“Sicuro? Perché io ce l’ho, e spesi 15mila lire, non credo sia proprio possibile, ma li fai tu i prezzi?”

Non credo sia possibile. Lo dice senza nemmeno alzare lo sguardo.
Getto la sigaretta con disgusto e mi avvicino. Alle sue spalle intravedo la colonna sonora di Gandhi, e io davvero ci provo, ci provo a non esplodere, se non fosse che accanto, come un totem, si erge quella di Gomorra.
È la fine, ma proprio quando sembra tutto perduto entra mio padre, bontà sua.

Appena in tempo, devo proprio andarmene”.
Lui capisce e lì li lascio. Si conoscono. Dopo tre minuti mi chiama.

Ola, venduto Tom Petty, 30euro
Vi odio, tutti e due 

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L'articolo Cronache da un negozio di dischi di Alessio Cruschelli - Slow Records è apparso su Rockit.it il 2016-09-13 10:15:00

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