Viviamo nell’era in cui il successo e il valore di un musicista vengono giudicati in base alla sua capacità di diventare virale: quanti play totalizza con il singolo appena uscito, quante views raggiunge su Youtube, quanti like ha la sua pagina Facebook.
La validità della proposta artistica è spesso letta in funzione di questi numeri: è molto più facile che un potenziale ascoltatore si avvicini ad un artista con 30.000 like su Facebook rispetto a uno che ne ha solo 300. Non è un caso se gran parte delle nostre notifiche sono costituite da inviti a mettere like a pagine che non conosciamo, spesso di musicisti 2.0 figli del web e delle dinamiche di visibilità e apparenza introdotte dai social network.
È come se si decidesse di riempire di semi un campo, sperando che la natura faccia il proprio corso e porti qualche pianta alla fioritura senza curarne il processo di crescita. Un like equivale ad un ascoltatore potenziale, ma occorre lavorare sulla qualità dei singoli più che sulla quantità del gruppo per trasformarlo in un fan e, di conseguenza, ottenere un riscontro effettivo sul prodotto proposto. Altrimenti, c’è poco da stupirsi se un video con 10.000 visualizzazioni in una settimana si traduce in un concerto con 5 ascoltatori occasionali sotto al palco.
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Quello che non viene quasi mai considerato è cosa si nasconda realmente dietro ad un like. Se pensiamo ad una pagina artista su Facebook come ad un piccolo negozio, un like è paragonabile ad un passante che decide di entrare a curiosare e che deve essere poi accompagnato dal venditore nel processo di acquisto prima che questi decida di uscire a mani vuote. Allo stesso modo, un musicista deve essere in grado di coinvolgere l’ascoltatore e capirne i bisogni e le necessità, creando un legame tra chi propone e chi cerca e trasformando quest’ultimo in un vero fan e in un cliente affezionato.
La teoria dei 1.000 fan di Kevin Kelly è rafforzata da un lato dalla potenza di un mezzo mediatico come Facebook, che permette a chiunque di avere a disposizione un enorme bacino di potenziali fan, e dall’altro da un metodo di finanziamentoalternativo basato sulla forza dei singoli come il crowdfunding.
Per questo motivo, Musicraiser ha deciso di creare uno strumento che permetta a qualsiasi artista - dagli emergenti a quelli internazionali - di misurare realmente il proprio seguito, partendo dalle metriche social più significative e dimostrando che per realizzare un progetto musicale di successo non sia necessario avere numeri da top 10.
Questo strumento si chiama Crowdfunding Calculator: rispondendo a 5 semplici e brevi domande è in grado di svelarti il potenziale di raccolta di una campagna di crowdfunding su Musicraiser. In quattro anni di lavoro, abbiamo constatato che un vero fan è disposto a spendere in media 40€ (4 volte tanto il costo di un CD) per supportare un artista in grado di appassionarlo e farlo sentire parte del progetto. Se sei un musicista e stai leggendo questo articolo, non ti resta che investire due minuti della tua vita per scoprire come iniziare davvero a fare della tua passione un lavoro e a costruire la tua carriera musicale provando il Crowdfunding Calculator di Musicraiser.
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L'articolo Quanto vale un like su Facebook per un musicista? di Musicraiser è apparso su Rockit.it il 2016-10-28 15:10:00
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