"Dovete tutti" che cosa? Morire? Andare a fanculo? Chissà in quanti se lo sono chiesti. Non molti, anzi. Pochi. Pochissimi. A distanza di 5 anni, finalmente abbiamo scoperto cosa Alessandro Mannucci e Francesco Roggero, le due menti dietro all’allucinato duo "importantissimo per pochissimi" Il culo di Mario, volessero dirci: il 29 gennaio scorso è uscito SUCARE, il terzo capitolo perduto della trilogia iniziata da DOVETE e TUTTI, frutto del ricongiungimento tra Alessandro e Francesco. Una band nata in un pomeriggio di cazzeggio con una chitarra e un iPad, la cui storia viene raccontata qui sotto dai diretti interessati in un video esclusivo per Rockit. Compreso il motivo che li ha portati a sciogliersi 5 anni fa.
Antefatto: nel 2016, Alessandro e Francesco pubblicano TUTTI, a seguito di una surreale campagna di crowdfunding su Kickstarter. L’obiettivo era quello di raccogliere una cifra ridicola, 80 euro, per organizzare una cena a base di risotto fragole e champagne, con annesso concerto. Il totale raccolto alla fine è stato di 1000 euro, versati da 36 sostenitori e che ha contribuito alla nascita di TUTTI. Non tanto per una questione economica, quanto creativa: la prima traccia è la ricetta dello stesso risotto, mentre il resto delle canzoni del disco sono dedicate a chi aveva versato 50 euro o più nella campagna di Kickstarter.
Dopo TUTTI, è successo quello che spesso capita all’interno di una band: Francesco e Alessandro, non vedendo allo stesso modo la direzione che avrebbe dovuto prendere il progetto, finiscono per separarsi. Il primo ha portato la sua follia trash a creare, tra le altre cose, l’alter ego Auroro Borealo, con cui ha raggiunto un gradino di fama appena più alto, il secondo è autore e conduttore di programmi televisivi e scrive per Rolling Stone.
Ma certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano, diceva qualcuno. E se i protagonisti di questa storia sono due chiappe dello stesso culo, è impossibile tenerle separate. A distanza di anni, Francesco e Alessandro si riappacificano. Per suggellare la loro ritrovata amicizia, ci regalano SUCARE, rimasto nell’ombra come quelle registrazioni inedite di John Coltrane – possa il Dio del jazz perdonarmi per averlo accostato a Il culo di Mario – che ogni tanto saltano fuori dal nulla.
SUCARE è esattamente quello che ci saremmo aspettati da un nuovo disco de Il culo di Mario. La prima traccia, Metamphopotamia – crasi di metamfetamina e Mesopotamia –, è cantata in un maccheronico giapponese ricavato da Google Translate, quindi incomprensibile sia per il pubblico italiano che per quello nipponico. Esiste anche la versione in italiano, che acquista una sfuggente parvenza di senso compiuto. Invertigine, figlia di un sogno di un amico di Francesco, sarebbe un’ottima sigla per un cartone animato vietato ai minori, Scrivi tu l’ultima canzone del culo di Mario è un giro di chitarra strumentale regalato ai fan e Midnight merda racconta il dramma primomondista del non trovare nessun ristorante aperto dopo le 23 (perché ora invece…).
(In)Degna di nota anche l’omaggio/parodia/stupro di Lou Reed con Milan Telephone Conversation, strimpellata con una chitarra acustica, cantata come da ubriachi di fronte a un falò e un falsetto come seconda voce che si piazza a metà tra Sandra Milo e Calimero. Passato, invece, è un frullato senza capo né coda di cose a caso, da programmi televisivi a cover improponibili di Max Pezzali e Gazosa. Una sorta di Revolution #9 come l’avrebbero potuta scrivere Enrico Ghezzi, Freak Antoni e il pupazzo Uan dopo una settimana di insonnia. L'ultima traccia, invece, racconta la storia del Culo di Mario vista dai due protagonisti: La versione di Francesco / La versione di Alessandro ci dà la prospettiva di entrambi, ma con le due voci mixate in contemporanea, anche se su canali diversi. Per capirne qualcosa, dovete ascoltare il brano due volte, prima con il solo auricolare destro e poi col sinistro (o viceversa). Oppure potete guardare il video qua sopra, realizzato ad hoc per Rockit.
SUCARE fa schifo, e non avremmo accettato qualcosa di diverso. La ragione di essere de Il culo di Mario è di fare cagare, è un qualcosa di talmente dichiarato nel nome che il fatto che Alessandro sia effettivamente un buon chitarrista dà quasi fastidio. Ma è proprio l'essere un farneticante trip tra il dadaismo e il cazzeggio che è ha trasformato il culo in culto per una nicchia minuscola di persone: un geniale lampo di esasperata idiozia, fatto con l'unico scopo di divertirsi e divertire. D'altronde, siamo qua per questo, no?
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L'articolo Il culo di Mario: fare schifo è un'arte di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-02-05 10:41:00
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