Avrebbe compiuto 73 anni tra qualche mese. Invece ha deciso di andarsene in una domenica mattina come tante, ieri, in un letto di ospedale. Fabio Testoni, in arte Dandy Bestia, era malato da tempo, ma questa volta non ce l’ha fatta.Con lui se ne va un pezzo di storia del rock italiano: aveva fondato gli Skantos assieme e Roberto “Freak” Antoni e a un manipolo di “dementi”. Era presente quella notte di novembre del 1977 in cui quell’accozzaglia improvvisata di musicisti e non registrò Inascoltable e partorì il rock demenziale. A recarsi in via Schiavonia, in pieno centro a Bologna, nel luogo del delitto, ovvero la sala di registrazione della M.T.A. di Gianni Gitti, lo aveva convinto l’amico Stefano “Sbarbo” Cavedoni. Testoni non sapeva esattamente a cosa stava andando incontro, di certo quella nottata folle e anarchica gli cambiò la vita. E persino le generalità. Fabio Testoni chi? Ah, Dandy Bestia, ecco, adesso ho capito…
Fabio ha messo lo zampino in ogni album della band bolognese (con l’eccezione di Kinotto, al quale non partecipò causa storie tese con i vecchi compari) con la sua chitarra rovente, con i suoi riff da paura (basta ascoltare Eptadone), con i suoi arpeggi eleganti (Bau bau baby). E dire che aveva iniziato il proprio cammino artistico con un’orchestra da night, quella di Alex Rosi: un 45 giri con la cover di Resta cu’mme e via, verso nuove avventure. Che lo avrebbero portato a suonare con Orietta Berti, poi con Ron e Lucio Dalla. Nel suo curriculum figura anche un album da solista, Giano, del 2017, prodotto da Oderso Rubini.
Gli Skiantos, appunto. Testoni ne è stato il motore, ne ha modellato la sonorità. Se nominavi la parola punk, lui rispondeva sempre allo stesso modo: “Noi con il punk non c’entriamo un cazzo!”. Eppure quel suono così rozzo, grezzo e volgare rappresentava la sua tazza da tè. Dopo l’esperienza con Alex Rosi, se n’era andato a svenare a Londra. Estate 1977, una città sotto assedio da giovani con la cresta colorata e spille da balia attaccate un po’ ovunque: “Ho visto i Sex Pistols, i Clash, i Damned, gli Stranglers… Tornato da Londra, a fine estate, in testa avevo tutta quella roba lì, in Inascoltable si sente!” (cit, in Skiantos, una storia come questa non c’era mai stata prima… E non ci sarà mai più, a cura di Oderso Rubini e Andrea Setti, Goodfellas, 2017). Appunto. Ma non è importante: l’estetica demenziale e post demenziale degli Skiantos avrebbe convinto il suo chitarrista a suonare di tutto, persino il liscio (Senza vergogna) e a inventare svisate clamorose, come quella che abbellisce Sono un ribelle mamma.
Per molti, gli Skiantos sono stati un affare privato tra Freak Antoni e Dandy Bestia. Non è così e non lo è mai stato, soprattutto nei primi anni di vita del gruppo, ma è indubbio che entrambi abbiano svolto un ruolo centrale all’interno di una storia ultraquarantennale, ne sono testimonianza gli oltre duecento pezzi scritti a quattro mani. I due avevano un rapporto di amicizia percorso da violente litigate, subito mitigate da tenere riappacificazioni, un classico, in fondo. Erano stati vicini anche nei momenti più bui, quando la malattia stava per fiaccare, una volta per tutte, le resistenze di Freak. Che era convinto di potersela cavare, di poterne uscire più forte di prima. La morte, invece, lo ha colto nel 2014, a Dandy non è rimasto altro che portare avanti il nome degli Skiantos prendendosi la responsabilità di diventarne il cantante, oltre che il chitarrista.L’ultimo concerto lo hanno suonato lo scorso 19 febbraio all’Arci Bellezza di Milano. Già, l’ultimo...
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L'articolo Dandy Bestia ha creato il suono degli Skiantos di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2025-03-17 09:03:00
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