Basta ascoltare il suo ultimo album, “7”, per rendersene conto: Dardust è un grande amante dell'elettronica ma anche di colonne sonore. Gli abbiamo chiesto qual è la sua Top 5 di sempre.
Giorgio Moroder e Klaus Doldinger
La storia infinita (diretto da Wolfgang Petersen)
Giorgio Moroder e il compositore tedesco Klaus Doldinger hanno composto la colonna sonora del primo trip psichedelico dell’infanzia di tutti gli over-30 di oggi. Aldilà del fatto che la canzone cult del film, cantata da Limahl, è stato il mio primo 45 giri, la soundtrack totale è un viaggio attraverso il regno di “Fantàsia” in cui tutti noi ancora oggi torniamo. Ognuno di noi è stato Atreiu, perdendo il proprio Artax nella Palude della Tristezza, piangendo sulle note di “Swamps of Sadness”, ha volato sul mondo sul tema immortale di “Bastian’s Happy Flight”, ha scoperto la propria Torre d’Avorio sugli arpeggiatori di “Ivory Tower” e infine ha tenuto segretamente il proprio Auryn sognando sul coro angelico di “The Auryn”.
John Williams
ET (diretto da Steven Spielberg)
Il capolavoro di John Williams commenta il capolavoro di Steven Spielberg. Quando la scrittura musicale vince sulla regia e le immagini. Ormai è leggenda che Spielberg trovò talmente perfetta la partitura che cambiò il montaggio finale delle scene per adattarlo alla musica. La track intitolata inizialmente “Adventure on Earth”, ma che ritrova i propri titoli esatti nella versione rimasterizzata per il ventennale, “Escape-Chasing-Saying Goodbye” racconta l’ultimo quarto d’ora del film (La fuga dagli agenti, Elliot e compagni che si alzano in volo in bicicletta, la fine dell'inseguimento ed l’addio da E.T.) e, secondo il mio parere, è il punto massimo della scrittura di John Williams. Nel segmento finale i temi più belli scritti per il film come “Over The Moon” e “The Flying Theme” si mescolano insieme creando montagne russe tra crescendi e discese improvvise. Si può sviscerare e analizzare la partitura da maniaci per capire la magia della composizione ma qui, più che mai, vale il principio gestaltico "Il tutto è più della somma delle parti" e l'effetto all'ascolto, almeno per me, è trascendentale. Se volete un ascolto da Bignami ascoltate “End Credits” e trovate tutti i temi anche se “Over The moon” andrebbe ascoltata tutta, e a parte, perché è un capolavoro di composizione.
Vangelis
Blade Runner (diretto da Ridley Scott)
Non ho potuto non amare visceralmente e in ogni dettaglio il lavoro di Vangelis che unisce neoclassicismo ed elettronica in maniera geniale ed imprevedibile. Vintage e futurismo in equilibrio perfetto. Strutture neoclassiche e sintetizzatori, blues e jazz e incursioni orientali che lasciano spazio a gemme come “Rachel’s song” e al sax di “Love theme”. Ma essendo un maniaco degli arpeggiatori e dell’ “epico” in generale, il capolavoro della soundtrack per me rimane quello dell’esperimento futurista degli “End Titles”. L’unico modo per ascoltare la vera soundtrack di Blade Runner è guardare il film dato che non esiste ad oggi una release che renda giustizia al lavoro di Vangelis fatto sulle immagini di Ridley Scott. Il disco del 1982 curato dalla New American Orchestra stravolse gli arrangiamenti e l’edizione ripubblicata da Vangelis nel 1994 esclude dei brani classici, idem l’ultima del 2007.
Goblin
Profondo rosso (diretto da Dario Argento)
Come appassionato di horror ero tentato di mettere “Tubular Bells” di Mike Oldfield che ha terrorizzato la mia infanzia sulle scene de “L’Esorcista”. Ma in Italia mentre il binomio Morricone-Sergio Leone faceva la storia nel western all’italiana c’era un altro binomio che ha fatto la storia del genere horror: Goblins-Argento. I Goblins di Claudio Simonetti & co. hanno tradotto musicalmente tutto ciò che di malefico, inquietante, morboso e turbante c’è in ognuno di noi attraverso una miscela di progressive, jazz e campionamenti elettronici. Il riff di “Profondo Rosso” è ormai impresso in maniera indelebile ed “iconica” nell’immaginario orrifico di ognuno di noi. Ascoltare per credere.
Ryuichi Sakamoto
Furyo (diretto da Nagisa Ōshima)
Il maestro Sakamoto ha regalato al mondo il tema giapponese più famoso nell’immaginario pop e cinematografico grazie al film-cult intitolato “Furyo” o “Merry Christmas Mr. Lawrence” dove lo stesso Sakamoto recitava insieme a mr. David Bowie mettendo in scena in un campo di concentramento uno scontro tra culture diverse e, soprattutto, una passione omosessuale. La vocal version del brano diventa “Forbidden Colours” e viene interpretata da David Sylvian. Il tema è ormai universalmente riconosciuto e proposto in milioni di versioni differenti ma la bellezza rimane intatta. Ho talmente amato questo brano che con Dardust ho deciso di farne la mia versione.
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L'articolo Le cinque colonne sonore più belle di sempre secondo Dardust di Redazione è apparso su Rockit.it il 2015-09-08 10:55:00
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