Il 29 e il 30 giugno Dente era a Parigi per due concerti. L'inaugurazione di un bar-libreria gestito da italiani e un live vero e proprio in un locale che più parigino non si poteva. Un weekend insolitamente caldo, tra pantaloni risvoltati e bottiglie di vino rigorosamente bianco. Il racconto di Chiara Rancati.
Uno:venerdì tardo pomeriggio, una delle tante viuzze con case in pietra bianca dalle parti di place de la Republique. Qualche galleria d'arte contemporanea, o presunta tale. Parigini a passeggio, occhiale tondo pantalone risvoltato e mocassino scalzinato, come vuole la moda. Qualche passo più in là, una vetrina davanti a cui si radunano gli avventori di questa insolita serata. E' Marcovaldo, nuovo spazio italiano a Parigi, che è un bar ma anche una libreria, o viceversa. Stasera apre in 'avant-première', come si dice da queste parti, in attesa dell'imminente inaugurazione. I suoi creatori, dietro al bancone, servono bruschette e aperitivi, necessaria preparazione in vista del concerto. Un'esibizione intima, quasi familiare, un cantautore accaldato (perché sì, anche a Parigi può fare caldo) a pochi passi dal suo pubblico.
Qualche inciampo sul sound check, ma si sa che le librerie sono ingrate e hanno i soffitti troppo bassi. Poi musica, voce e chitarra, a volte anche spettatori che canticchiano, sorseggiando spritz (Dente no, lui beve solo vino bianco). Leggerezza, sorrisi, un fotografo che cattura qualche immagine. Marciapiede invaso, e un po' anche la strada, con somma ira del notoriamente nevrastenico automobilista francese. Quando lo showcase finisce, dando l'appuntamento per la serata successiva, il sole è ancora alto nel cielo. Perché la cosa più bella dell'estate parigina è che sembra che il buio non arrivi mai.
Due:sabato sera, rue Jean-Pierre Timbaud, tra le vie a più alta densità di bar di Parigi. Un caffè concerto con gli infissi in legno verde scuro, si chiama Chat noir in omaggio a Steinlein e allo storico cabaret di Montmartre. Tavoli all'aperto, gente che chiacchiera e beve birra (Dente no, lui beve solo vino bianco) in attesa del concerto. Sotto, nella sala che come da tradizione parigina è nel seminterrato, sta suonando il gruppo spalla, un improbabile trio argentino con due chitarre e percussioni. Gli spettatori pian piano cominciano ad arrivare, ma fanno poco caso a cosa succede sul palco: alcuni sbirciano, altri rumoreggiano, altri ancora chiacchierano a un volume di voce molto politicamente scorretto, date le circostanze.
Quaranta minuti dopo, è il turno del vero protagonista della serata si salire sul palco. Nella stanza aleggia un caldo surreale, grazie alla giornata insolitamente estiva e al soffitto un po' basso. La proverbiale giacca, stavolta, non resiste nemmeno 30 secondi: sopravvivenza batte eleganza, e il nostro opta per un esibizione in maniche di maglietta. Una canzone, due, tre. Il pubblico è sempre più vicino al palco, sempre più coinvolto. Molti applaudono, alcuni canticchiano i ritornelli a bassa voce, tutti ridono alle abituali battute di Dente, che continua a nascondere la timidezza dietro l'autoironia (particolare successo per una battuta sulla scuola delle suore, su cui però in fondo, come fa notare lui stesso, non ci sarebbe niente da ridere, ''ma proprio niente''). Fa sempre più caldo, colpa del soffitto basso. Le canzoni si susseguono delicatamente, scivolando l'una dietro l'altra, tra pezzi di vecchio repertorio e brani più nuovi, melodie sconosciute e altre famose, "Vieni a vivere" e "Baby building" su tutte. Il pubblico si lascia andare, canta a voce sempre più alta, applaude con crescente convinzione. Chiede un bis, o meglio lo pretende intrappolando il cantante sul palco (che per sua sfortuna non ha un'uscita posteriore).
Alla fine la temperatura è da fornace, con un'umidità da pianura Padana in agosto. Gli spettatori boccheggiano, la videomaker che con ammirevole dedizione ha ripreso tutto il concerto è sull'orlo dello svenimento, l'impeccabile manager ha slacciato i primi due bottoni della camicia bianca. Il vino bianco, rimarca il musicista un po' sudato, è diventato ormai vin brulé. Però, a giudicare dai sorrisi, sono tutti soddisfatti. Da un lato e dall'altro del palco. Fuori, intanto, è finalmente diventato buio.
---
L'articolo Dente à Paris: live report del concerto nella capitale francese di Chiara Rancati è apparso su Rockit.it il 2012-06-30 00:00:00
COMMENTI (20)
Dente: piccole canzoni interessanti;)
Webe, ci mancherebbe. Tra gentiluomini, sempre liberoe rispettoso dissenso:)
che poi chissà perchè si è autopubblicato 4 volte..
@feedbaknoise ti prego non mi deludere così. stai esaurendo le cartucce?
enzo romano l'avrai usato altre mille volte!
cambia link per favore!
la scena neomelodica napoletana offre così tanto che non è necessario mettersi a riciclare così insistentemente!
youtube.com/watch?v=cMeAJwN…
@feedbaknoise ti prego non mi deludere così. stai esaurendo le cartucce?
enzo romano l'avrai usato altre mille volte!
cambia link per favore!
la scena neomelodica napoletana offre così tanto che non è necessario mettersi a riciclare così insistentemente!
youtube.com/watch?v=cMeAJwN…
@feedbaknoise ti prego non mi deludere così. stai esaurendo le cartucce?
enzo romano l'avrai usato altre mille volte!
cambia link per favore!
la scena neomelodica napoletana offre così tanto che non è necessario mettersi a riciclare così insistentemente!
youtube.com/watch?v=cMeAJwN…
@feedbaknoise ti prego non mi deludere così. stai esaurendo le cartucce?
enzo romano l'avrai usato altre mille volte!
cambia link per favore!
la scena neomelodica napoletana offre così tanto che non è necessario mettersi a riciclare così insistentemente!
youtube.com/watch?v=cMeAJwN…
hahaha caro satanasso son lieto di esser stato da spunto per la suddetta polemica Dentiana....ma ci terrei a puntualizzare alcuni passaggi:
-VI ho dato del Voi gia mai per ghettizzarvi (ammesso che lo si possa fare con un semplice VOI) ma in segno di rispetto sia per le altrui idee leggermente dissimili dalle mie sia perche' iserendomi in una conversazione gia precedentemente avviata non volevo sembrare arrogante.
- L'uso del "ggiovani era riferito a tutti coloro i quali non essendo di molta esperienza musicale potevano ritenere Dente un cantautore nuovo e magari anche innovatore essendo solo ultimamente distribuito come si dovrebbe.
- io ho circa 40anni e non son proprio ggiovane suono la batteria da 20anni e coda e non sono proprio a digiuno di concerti e artisti...la mia era solo una riflessione sull'attuale panorama italiano che a par mio non vive un bel periodo...cmq ognuno la puo pensare come vuole ci mancherebbe altro!!! saluti webe
Mandarina, non era un paragone diretto, ossia un parallelismo di stile, bensì l'indicazione di appartenenza al medesimo fenomeno di costume. O se preferisci, lo scarto della stessa cultura di massa, per gente, come dici tu, ignorante (anche se io non ti avevo mica offeso, mi pare), e non nel senso denigratorio che dai tu alla parola, ma nel suo significato originario, di coloro che ignorano. Tu non sei ignorante, solo ineducata.
Certo che uno che mi paragona Dente a I Cani deve essere proprio un esimio ignorante. (Esimio solo perché si atteggia a tale, mica lo vogliamo ghettizzare), ah, questi radical chic!