I piccoli dettagli delle canzoni capaci di ossessionarti per mesi

Vi è mai capitato di essere ossessionati da un singolo suono, da una brevissima frase musicale, da una singola parola di una canzone?

03/08/2017 - 15:35 Scritto da Chiara Longo

Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e restare folgorati da un unico brevissimo passaggio? Il modo in cui viene cantata una singola parola, una certa nota di basso, una breve frase musicale che sembra scritta apposta per scatenarvi dentro un'emozione mai sentita prima? L'impressione precisa che quell'istante racchiuda per voi l'idea stessa di musica?

C'è un momento particolare delle canzoni che gli studiosi chiamano "hook", il "gancio": è una frase, un riff, una melodia, che entra nella testa e non vi lascia più. I produttori di musica pop lo usano proprio perché sia il dettaglio che resta nella memoria dell'ascoltatore, e lo spinga ad avere voglia di riascoltare un brano. Una volta, un professore di popular music usò un esempio efficace per farmi comprendere che l'hook, di per sé, non è un male, uno zucchero aggiunto per creare dipendenza nell'ascoltatore/consumatore. Per convincermi mi fece notare gli hook nelle canzoni che amavo, per esempio la sinuosa e sensuale linea di flauto che entra a 1' e 09" in "Karmacoma" dei Massive Attack. 

Al di là però di quello che un produttore voglia inserire o meno per "manipolare" una canzone, anche la nostra mente è capace di affezionarsi a un unico dettaglio che, per qualche motivo molto difficile da spiegare, diventa il nostro personalissimo hook, che ci porterà ad ascoltare quella canzone decine e decine di volte, solo per risentire quell'unico, incredibile passaggio. Questi sono alcuni dei miei personali hook, minuscoli irripetibili dettagli che mi hanno ossessionata per mesi. Fatemi sapere i vostri.

Il rullante in "La vita è breve" del Teatro degli Orrori

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"La vita è breve" del Teatro degli orrori è un brano con una struttura anomala perché anticipa il ritornello, eseguito immediatamente in apertura del pezzo. Il momento che più di altri però mi ha letteralmente mandata ai matti è il singolo colpo di rullante a 1' e 41", nello stacco tra il secondo ritornello e la seconda strofa, un'unica bacchettata che non si ripeterà mai più uguale in altri stacchi del brano. Come una fucilata, "un segno profondo e forte nel tuo cuore".

Quanto entra la voce in "Giovedì" di Havah

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In realtà il momento preciso è sì quando entra la voce, ma quando la voce incontra il synth. Al tredicesimo secondo infatti, il synth attacca una melodia di 5 note discendenti, e quasi contemporaneamente, con uno scarto di un secondo (il quattordicesimo) entra anche la voce. L'incontro tra i due timbri così cavernosi e profondi mi affascina da 5 anni come la primissima volta che ho ascoltato il meraviglioso album di Camorani. La prima frase è epica, di quelle che avrei scritto sul diario se ne avessi ancora uno: "Questi intervalli tra stallo e stallo non fanno presagire nulla di buono / è come stare a guardare un'esplosione e non sentirne il suono".

Il "siamo solo noi" dei Distanti

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Non è una cosa facile ascoltare i Distanti, soprattutto per chi non ha dimestichezza con l'emocore italiano. È stata una band breve che ha lasciato un'eredità piccola e pesantissima, con cui bisogna confrontarsi quando si vuole parlare di sentimento vero. Nel 2011 salutarono la scena con un ep "Mamba nero", tuttora tra i miei ascolti italiani preferiti di sempre. La prima volta che ho ascoltato "A fine giornata" ho letteralmente fatto un salto sulla sedia quando, a 2' e 15", si sente "Come ho sentito cantare forte che siamo solo noi". Una citazione di Vasco Rossi totalmente ricontestualizzata e cantata con quel tono tra lo strascicato e lo sbronzo tipico dei Distanti. Urlato con la disperazione di chi ci crede davvero che siamo solo noi, siamo proprio solo noi. Commovente.

I "c'mon" in "The Lake" di Wrongonyou

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La prima volta che si distinguono esattamente, è prima dell'inizio del secondo ritornello: in quel punto esatto si sente uno "Yeah", al minuto 2 e 25 secondi circa. Da lì in poi, perfettamente inserito nel tessuto ritmico, quasi impercettibile per un orecchio distratto, si sente più volte una voce che dice "C'mon" e ancora "Yeah". La spinta che donano al pezzo è inestimabile, basti sentire la differenza tra il primo ritornello (in cui non ci sono) e il secondo. È un dettaglio, davvero un dettaglio, ma è di dettagli che si parla in questo articolo no? Di dettagli preziosi, come quelli che sa inserire Wrongonyou nei suoi brani.

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L'articolo I piccoli dettagli delle canzoni capaci di ossessionarti per mesi di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2017-08-03 15:35:00

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