I Diaframma live alla Tipografia di Pescara

I Diaframma sono una delle certezza della musica italiana: il live report del concerto di Pescara per il tour di "Preso nel vortice"
I Diaframma sono una delle certezza della musica italiana: il live report del concerto di Pescara per il tour di "Preso nel vortice" - Tutte le foto sono di Igor Valentinovich

Amare i Diaframma è un lavoro a tempo pieno, lo sa bene Margherita Di Fiore, che ci racconta la data al Tipografia di Pescara, pochi giorni dopo il nubifragio che si è abbattuto sull'Abruzzo. Il ciuffo è sempre al suo posto e anche la carica dal vivo di Fiumani: dal nuovo disco "Preso nel vortice" ai classici del loro repertorio, i Diaframma sono sempre una certezza dal vivo, davanti a un pubblico non particolarmente numeroso ma davvero appassionato.

È venerdì, metto da parte gli impegni e vado a vedere i Diaframma: l’avevo programmato da tempo, da quando la data era venuta fuori, ma visto che gli imprevisti mi prendono di mira quasi fossi l’agnello sacrificale della sfiga, non dico nulla fino all’ultimo, finché non sono certa che la vittima stavolta sarà qualcun altro. Mentre percorro la strada verso Pescara, si notano nonostante il buio i campi ancora allagati per il recente nubifragio. Arrivo presto al Tipografia, recupero industriale che ha molto di industriale e poco di recupero ma ha un suo fascino, lo vedi nei dettagli, nel canestro fissato a una parete, nella mirror ball gettata in un angolo, nei divanetti messi là quasi a caso ché se vai a vedere un concerto sicuro non ti siedi, a meno di non avere situazioni amorose sotto mano, e in un buio costante e fitto, reso fumoso dalle sigarette che in barba ai divieti continuano a brillare. C’è ancora poca, pochissima gente e alla fine non aumenteremo granché, e subito incrocio Fiumani: mi saluta ed è molto gentile, chiacchieriamo un poco e mi racconta del suo furgone appena comprato che non vuole saperne di funzionare, delle date al Sud dove tutti chiedono i grandi classici e non vogliono saperne dei pezzi nuovi, dell’ultimo album che sta andando bene, e parliamo anche di me, è un conversatore esperto che sa misurare gli argomenti, e ricorda un mucchio di cose che non credevo potesse ricordare, tipo l’ultima volta che ci eravamo visti, cose così. Vedo il banchetto che viene ricoperto dai cd, e dai vinili di “Siberia” che finiscono in brevissimo tempo, e parte poi il gruppo spalla: gli Edith AUFN, band teatina che si muove in italiano tra post rock e post prog, fanno una buona prova tentando di scaldare l’ambiente, il locale non è pieno e l’atmosfera sa di attesa.



Salgono poi sul palco i Diaframma, ovvero Fiumani accompagnato dai fedelissimi Luca Cantasano e Lorenzo Moretto, e in più Edoardo Daidone alla chitarra: Federico toglie il piumino mostrando una delle sue irrinunciabili camicie e un fisico decisamente asciutto, lo trovo dimagrito, ma sempre bellissimo, e via con “L’Odore Delle Rose”, “Siberia”, “Verde” e “Diamante Grezzo”, spiazzandomi e coinvolgendo subito la platea, piuttosto ingessata ma amorevolmente attenta. Il suono è pieno, denso, è rock nel significato più iconico e puro, i musicisti sono bravissimi e Fiumani è Fiumani, carico, sferzante, col ciuffo che dondola sul viso dalle geometrie immutate, le pose sghembe e i piedi incrociati, le schitarrate ruvide e secche, e io non posso fare altro che cantare e innamorarmi inevitabilmente. Ovviamente non manca “Preso nel Vortice”, non mancano brani più recenti, e c’è anche una cover di “Venus” dei Television, ma poi cosa ricordi se non “Elena”, “Amsterdam” e “Tre Volte Lacrime”? “Gennaio” chiude il concerto prima del ritorno per il bis, e lo fa con una potenza sonora che invade gli spazi interiori mescolando commozione ed eccitazione, e questo stato è caratteristica precipua dell’intera serata, un misto di malinconia e passione, di sesso e dolcezza, di amore e violenza, e il risultato univoco è l’impossibilità di restare indifferenti, davvero no.



Tornano sul palco con “Fiore Non Sentirti Sola” che è la mia canzone del cuore e lì mi sciolgo definitivamente e non ho più difese, prendono a pugni con “Venisse il Sole” che è energia totalizzante, poi “I Giorni dell’Ira” e “Vaiano” e “Blu Petrolio” e finisce così, e resto colpita e affamata di ulteriore dirompente bellezza, un concerto splendido e un sound capace di ricoprirti e scuoterti dai capelli alle scarpe, di ingoiarti e tu sei là dentro e non puoi fare altro che volerne ancora, non puoi desiderare altro che immergerti di nuovo, da capo, senza dover mai dire addio. Ma il momento arriva, e mi ritrovo alla fine con quattro simpatici gatti davanti al camioncino dei panini fuori dal locale, a parlare di sfide col sottofondo di Barry White, mentre qualcuno esce trionfante con una busta colma di rarità che Fiumani ha appena autografato, una per una. Che tipi ci sono in giro, penso, mentre stringo gelosamente nella borsa la mia copia con dedica di “Preso nel Vortice”, e penso che ci sono in giro un mucchio di tipi come me, e allora lunga vita ai Diaframma.

 

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L'articolo I Diaframma live alla Tipografia di Pescara di margherita g. di fiore è apparso su Rockit.it il 2013-12-06 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • saggiofaggio 11 anni fa Rispondi

    Ma la teca di Fiumani ci stava in camerino?