Sembra facile parlare di Battisti, monumento della musica italiana, popolare e raffinato, mostro sacro e antidivo. Con un repertorio sconfinato che piace praticamente a tutti, il canzoniere di Battisti (con o senza Mogol) rappresenta un vero e proprio patrimonio dal respiro ampissimo: dal pop d’autore agli esperimenti quasi dance, dalle hit con il testo classicoso di Mogol ai testi avveniristici di Panella.
Le melodie composte da Battisti sono sempre memorabili, tanto che ricordiamo le canzoni magari senza aver ascoltato le versioni incise per anni. Ignorando tutte le splendide imprecisioni vocali caratteristiche di Lucio, con arrangiamenti a volte ariosi, altre iperelettronici, ma sempre curatissimi. Le canzoni di Lucio Battisti fanno parte della nostra memoria emotiva, a prescindere dalle versioni registrate.
Ora che ricorre l'ottantesimo anniversario della sua nascita, e adesso che una intera nuova generazione sta riscoprendo il catalogo del cantautore di Poggio Bustone grazie all’arrivo della sua discografia – o parte di questa – sulle piattaforme digitali, facciamo ordine, ne scegliamo dieci. Quali sono le dieci imperdibili? Senza le più semplici: senza le canzoni del sole, senza Francesche, e senza salami dai capelli verde rame.
Il mio canto libero
Una batteria molto minimal che piano piano riempie lo spazio intorno alla voce di Battisti. Quando, nel ponte, arrivano gli archi, la canzone prende il volo e una foresta rigogliosa cresce intorno alla persona, alla melodia immortale. Poi arrivano i fiati, e diventa inno da cantare tutti in coro. La voce femminile che risponde a Battisti con un testo che abbiamo già ascoltato, ma adesso parla a noi, direttamente, senza distrazioni. Fino all’ultimo ritornello. Alla base della nostra cultura, del canzoniere italiano, c’è questo brano. E vabbè. 900.000 copie vendute soltanto nell'anno di uscita, il 1973.
Ancora tu
In questo brano di La Batteria, Il Contrabbasso, Eccetera… è proprio, appunto, la batteria, non quantizzata, storta, viva e vera, ad accoglierci in una base quasi disco, mentre il testo racconta un incontro tra due ex, come sono capitati a tutti, con quella ex unica e incorreggibile, ma “lasciarti non è possibile”. Un piano elettrico martellante a fare da sottomelodia ripetitiva, mentre tutta la melodia è affidata al cantato che parte dal parlato sottovoce e finisce al falsetto. Alla chitarra, Ivan Graziani.
I giardini di Marzo (1972)
Qui la scrittura del testo diventa narrativa, cinematografica con immagini che tutti abbiamo nella nostra mente: il carretto dei gelati, i ragazzi che vendono i libri, la ragazza che ti chiede “perché non parli al telefono”. Il racconto di una infanzia introversa, che cresce e cresce mentre il tempo passa. Apre Umanamente uomo: Il sogno, partendo dai ricordi che ogni uomo, appunto, conserva, della parte iniziale della propria vita. Una chitarra acustica nuda, e la voce un’ottava sotto. Il ritornello con l’orchestra è un'apoteosi, certo, ma attenzione a quella progressione armonica nel ponte, appena prima del ritornello: la chiave è tutta là. Cieli immensi e immenso amore.
Vento nel vento
La complessità di questo brano minore – soltanto per il grandissimo pubblico – de Il Mio Canto Libero è incredibile. Tantissimi silenzi costruiscono la melodia, molto più delle note effettivamente cantate. L’inizio sussurrato, con la presenza vocale che cresce fino a quello sforzato tipico di Battisti nel ritornello. A ogni sezione si aggiunge uno strumento, in punta di piedi, raccontando un amore che salva la vita. Una canzone ariosa, in cui gli archi disegnano proprio i movimenti del vento.
Fiori rosa, fiori di pesco
Una introduzione da bel canto all’italiana, che poi lascia spazio al rock'n'roll. Un uomo che chiede scusa, convinto dell’amore della donna che ha davanti, e le chiede, quasi pregandola disperato – e qui la voce di Battisti interpreta alla perfezione via via che i ritornelli scorrono – di dirgli che quell’amore immaginato sia vero. Vincerà per la seconda volta consecutiva il Festivalbar. Sul lato B, un’altra canzoncina, sempre rock'n'roll: Il Tempo Di Morire.
Insieme a te sto bene
Uno degli episodi più acidi, distorti, della discografia di Battisti. Una chitarra acustica suonata forte ed elettriche molto distorte, mentre un suadentissimo Lucio canta la storia di un incontro con una prostituta che finisce in una infatuazione: “Resta qui con me finché vuoi, che freddo non avrai”. Una bassline irresistibile, un organo che da solo vale tutto, una coda che sembra aver imparato la lezione di Helter Skelter.
Prendila così
Una Donna Per Amico è un album che parla moltissimo del rapporto tra uomo e donna, e Prendila così è il manuale perfetto degli ex: «cerca di evitare tutti i posti che frequento e che conosci anche tu». Un testo ricco di incisi – mi hai detto – e una produzione di Geoff Westley molto ritmica per fare da contraltare a un cantato melodico. L’album sarà il disco più venduto di Battisti, registrato a Londra, con, in copertina, l’ultima foto ufficiale del cantautore. La coccola sul finale della canzone è lo splendido assolo di sax.
Per una lira
Pubblicata originariamente dai Ribelli, la prima stampa di questo brano cantato da Battisti vende a stento 500 copie. Nel 1969 la reincide per il primo 33 giri omonimo e, ancora lontano dalla complessità produttiva, il brano diventa un gioiello di innocente disillusione. Anche i sogni, ciò che di più prezioso ha l’uomo, svenduto per nulla. I fiati impreziosiscono il tutto con un sorprendente finale a strappo.
Una giornata uggiosa
Torna la produzione di Geoff Westley per l’ultimo album di Battisti che vede i testi scritti da Mogol. Questo capolavoro unisce il riff di sintetizzatori dello stesso Westley con le chitarre di Phil Palmer, per una canzone che il sapore di una sognante domenica di pioggia, mentre si immagina la vita che si vorrebbe. Si intravede un nuovo modo di scrivere le melodie di Lucio, che preannuncia i dischi più sperimentali della seconda parte della carriera.
Cosa succederà alla ragazza
I testi di Pasquale Panella saranno al centro degli ultimi album della carriera di Battisti, spiazzando i suoi ascoltatori, alla ricerca più del suono, di una scrittura cut up, piuttosto che della narrazione a cui Mogol ci aveva abituato. In questo brano più vicino alla drum & bass, ai New Order, all’elettronica pura che al classico Battisti delle superhit, il testo racconta di una ragazza perseguitata da qualcuno che la vuole scoperta, che la vuole spingere in un portone o in un’ascensore. Melodia monotona contro bassi sintetizzati e schitarrate distorte, mentre gli archi staccati delineano una spy story che sembra dare l’idea – per niente esplicita – di una violenza.
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L'articolo Le 10 migliori canzoni di Lucio Battisti di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2023-03-03 01:29:00
COMMENTI (7)
La luce dell'est ed emozioni le due canzoni piu significative dimenticate, Battisti non lo avete neanche sfiorato, non avete compreso l'essenza di questi due giganti Battisti e Mogol
Certo, anche il periodo panelliano è meritevole, soprattutto "Don Giovanni", un album bellissimo, arioso ricco di melodie meravigliose, ma anche "La sposa occidentale". Sì, è davvero difficile racchiudere Battisti in 10 canzoni!!
Che fosse impossibile andare d'accordo lo hai anticipato tu. Penso che per Battisti, più che altri, ognuno abbia le proprie dieci hit che non possano coincidere con quelle di un altro, fino a riempire tutte le possibilità ( esagero un po' ).
Tra le vecchie non rinuncerei mai a I Giardini di Marzo, Luce dell' Est, Pensieri e Parole, Ancora Tu e Con il Nastro Rosa. Ma non potrei non metterne altrettante del periodo bianco, che ho amato a livelli tali da includere anche il disco imitativo degli Audio 2. A Portata di Mano, Per Altri Motivi, L' Apparenza, I Ritorni, Potrebbe Essere Sera, dovendo metterne solo cinque
Beh, sì, come sta emergendo dai commenti, ne sono state escluse parecchie. Non mi sembra un elenco stilato in modo "corretto". Mi sorge il sospetto che chi ha redatto l'articolo e la relativa classifica non sia molto addentro al mondo Battisti.
Epperò Emozioni, Sì viaggiare e Con il nastro rosa...
Sono d'accordo con Eugenia. E' Impossibile racchiudere Battisti in 10 canzoni. Io nel mio cuore ho: "Anche per te".
È impossibile racchiudere Battisti in 10 canzoni, quindi capisco l'inevitabilità di essere riduttivi, ma io ne avrei sostituita una a caso con "Anna" che da un punto di vista sia musicale che interpretativo è, a mio avviso, il pezzo più bello in assoluto.