Le 10 migliori canzoni di Lucio Dalla

Festeggiamo il compleanno di Lucio con 10 grandi pezzi da ascoltare "tutta la notte e al mattino"

Ogni anno la città di Bologna rende onore a uno dei suoi figli più amati, a quel Lucio Dalla che il 4 marzo festeggia il suo compleanno. E ogni anno è sempre bello, in questa data come negli altri giorni dell'anno, ricordare uno dei monumenti della canzone d’autore italiana tirando fuori i suoi dischi, riascoltando le sue canzoni, meglio ancora, suonandole come meglio si può. Una mano ve la diamo noi, con una playlist delle migliori canzoni di Lucio Dalla. O la più significative. Fate voi.

Il bambino di fumo

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L’inizio del percorso è stentato. Tra canzoni – e album – non proprio memorabili e altre che lasciano intravedere un talento fuori dal comune (che dire di L.S.D.?). Per non dimenticare l’eterno richiamo del jazz. Poi l’incontro con la poetessa Paola Pallottino ed ecco 4/3/1943. Un successo. La penna di Pallottino è prodiga di altri testi che Lucio Dalla inserirà in canzoni come Il gigante e la bambina, Orfeo bianco o Anna bellanna. E poi Bambino di fumo, finita tra i solchi di Storie di casa mia, LP pubblicato nel 1971. Sembrerebbe un pezzo come tanti altri: il tema dell’ecologia al centro e una melodia non proprio memorabile. Ma nell’ultimo minuto e mezzo, Dalla (ri)comincia a sperimentare, ad andare fuori dai binari. E fuori di testa. Sarà una costante non appena prenderà forma la trilogia con Paolo Roversi. 

È lì

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Paolo Roversi è un poeta, scrittore, libraio, partigiano in gioventù, un intellettuale che ha avuto a che fare con Pier Paolo Pasolini. La collaborazione con Lucio Dalla regala tre capolavori, il primo della serie è Il giorno aveva cinque teste, uscito nel 1973. È il disco di Un’auto targata TO, di Grippaggio, di Pezzo zero con il suo grammellot. E lì parte con le note stridenti di un pianoforte e con un Dalla nel ruolo di uno scombinato conduttore di un radio (o tele?) giornale, che intona (si fa per dire…) Stille Nacht per poi dare la notizia del ritrovamento di un cadavere (“un cadavere morto”). All’improvviso le tastiere del piano lasciano spazio a una melodia senza tempo: “La mano stringeva un calcio infangato di un fucile di guerra”. La mano di un partigiano.

La borsa valori

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Passano due anni e tra gli scaffali dei negozi di dischi si materializza Anidride solforosa. Dalla conferma il proprio stato di grazia e tira fuori una delle canzoni più folli della sua produzione: La borsa valori. Anche se il testo è accreditato a Roversi, è facile intuire che le parole riversate nel pezzo siano state addomesticate dallo stesso cantautore bolognese. Testo per modo di dire: in realtà, si tratta di un elenco di alcuni titoli di borsa, realmente esistenti (almeno all’epoca), affiancati da amenità di vario genere. Il risultato è uno straordinario affresco di un capitalismo non ancora dotato di turbo, forse un po’ cialtrone ma senz’altro inquietante.

Tu parlavi una lingua meravigliosa

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Di nuovo Anidride solforosa, di nuovo un brano che spezza in due il cuore. Merito di un testo poetico, malinconico, triste, attraverso il quale Roversi immagina un incontro in stazione tra due vecchi amanti. Un incontro che non avverrà mai. “Come il ragazzo che ero, non posso più bruciare in un volo. Il treno arriva, si ferma, la mia ombra sale, parte, scompare, io ti vedo giovane ancora, come in un sogno dileguare”. Lucio Dalla, dal canto suo, mette insieme un crescendo di suoni visionari, immaginifici, dal retrogusto psichedelico, rinvigoriti dagli arrangiamenti di Ruggero Cini e dalle tastiere di Toto Torquati.

Nuvolari

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Automobili, del 1976, è l’ultimo capitolo del sodalizio tra Lucio Dalla e Roberto Roversi. I due si lasceranno non senza qualche attrito (“I testi del sottoscritto per lo più al cantante erano graditi come l’olio di ricino: li ha sempre storpiati un poco con la piccola rabbia dell’indifferenza”, avrà modo di dire Roversi), in compenso tireranno fuori un altro disco memorabile. Tra i cui credits compare, per la prima volta in un 33 giri firmato Lucio Dalla, il nome di Rosalino Cellamare, il futuro Ron. Nuvolari è il pezzo più popolare di quello che può essere definito un concept album sulle quattro ruote, il testo rievoca le gesta uno dei piloti più coraggiosi che abbia mai calcato le piste di quella che, nel futuro, prenderà il nome di Formula 1. Ai cori le Baba Yaga al massimo dell’ispirazione.

Il cucciolo Alfredo

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Poco male se Roversi se n’è andato sbattendo la porta, Lucio decide di fare tutto da solo. La musica, come al solito, ma anche i testi. Com’è profondo il mare, siamo nel 1977, è il primo album di un cantautore a tutti gli effetti, un’autarchia che funziona. Con la produzione affidata a Sandro Colombini e ospiti di rilievo come Jimmy Villotti, Dalla raggiunge vette altissime, tirando fuori canzoni che diventeranno pezzi forti della sua produzione: la title-track, Quale allegria, Disperato erotico stompIl cucciolo Alfredo è il gioiello che non ti aspetti, una canzone racchiusa tra riferimenti al ’77 bolognese, al buon governo a guida Pci (“Un giovane autobus dall'aspetto sociale, biglietto gratuito, regalo di un'amministrazione niente male”) e alla Dc che “promette una dieta”. Un testo che contiene un verso non troppo accomodante: “La musica andina, che noia mortale, sono più di tre anni che si ripete sempre uguale!”. Se Com’è profondo il mare fosse uscito ai nostri tempi di social, sarebbe stato un massacro.

Anna e Marco

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Lucio Dalla è l’album numero otto del cantautore bolognese, il primo a toccare la vetta delle classifiche di vendita (ci era già riuscito 4/3/1943/Il fiume e la città, ma si trattava di un singolo), l’Lp più venduto del 1979. Non solo L’anno che verrà: il disco è un insieme di ottime canzoni, molte delle quali diventeranno parecchio popolari. Cosa sarà è cantata assieme a Francesco De Gregori, mentre in sala di registrazione trova posto il primo nucleo degli Stadio. Anna e Marco è una gran bella canzone, dedicata ai ragazzi di periferia in cerca di stelle (non quelle dei flipper) e di una vita meno noiosa.

Futura

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Dalla, del 1980, è il disco della iconica foto scattata da Renzo Chiesa finita dritta in copertina, ed è anche l’ultimo colpo da maestro del musicista bolognese. Tracklist ricca di almeno quattro canzoni formidabili, riferimento non casuale a Balla balla ballerino, Il parco della luna, La sera dei miracoli e Futura. Quest’ultima nasce da un viaggio a Berlino: siamo in piena guerra fredda e la prossima capitale della Germania riunificata appare come una città fredda e poco accogliente, Dalla immagina una struggente storia d’amore tra due ragazzi divisi dai mattoni del Muro. Futura fu al centro di un caso giudiziario: una dipendente della Rca asserì di esserne l’autrice e di averla fatta ascoltare a Lucio Dalla, che poi se ne sarebbe impossessato senza nemmeno un ringraziamento. Il giudice diede ragione al cantautore, la Rca rispose licenziando in tronco l’impiegata.

Tutta la vita

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Dopo Dalla, l’ispirazione va e viene, quasi a intermittenza. Ma non mancano i colpi di genio e i tentativi di rimettersi in gioco. Viaggi organizzati è un disco di rottura: Sandro Colombini non è più in cabina di regia, mancano gli Stadio, resiste solo Ron, la produzione è affidata a Mauro Malavasi, che porta l’album verso territori dominati dall’elettronica. L’apertura del 33 giri è affidata a Tutta la vita, pezzo vivace, arricchito da un testo che Dalla stesso avrà tempo di definire “straordinario”. Di certo, non manca l’autoironia: “Tutta la vita senza mai chiudere una porta, salutando gli ultimi capelli”. Capelli che, come per magia, dopo qualche anno ricresceranno… Ne inciderà una cover niente popò di meno che Olivia Newton-John.

Anche se il tempo passa (amore)

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Questo è amore, del 2011, è l’ultimo album a uscire con Lucio Dalla ancora in vita: se ne andrà quattro mesi dopo la sua pubblicazione. Si tratta di una raccolta di trentuno brani accompagnati da quattro inediti, tra i quali spicca Anche se il tempo passa (amore). Una canzone scritta in collaborazione con Paolo Piermattei e l’ex Mersenne Leonardo Borrelli, ai cori troviamo una giovanissima Roberta Giallo. A leggere il testo, sembra quasi un testamento spirituale: “Eccolo il tempo che passa, sempre da quella porta da dove entra e se ne va la vita che resta. Fosse stato così che non l’ho mai persa, e se la strada durerà forse l’amore si ferma”.

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L'articolo Le 10 migliori canzoni di Lucio Dalla di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2023-03-03 17:05:00

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COMMENTI (7)

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  • AntonioPostacchini 20 mesi fa Rispondi

    Non e' stato facile scegliere le 10 canzoni piu' belle di Lucio Dalla. Io al primo posto metterei Cosa Sara'. Tutto il resto ex-aequo

  • giuseppecatani 20 mesi fa Rispondi

    @Maurizio62 E' proprio così! Grazie a te!

  • Maurizio62 20 mesi fa Rispondi

    @giuseppecatani La lista mi piace anche perché non banale e ripropone pezzi bellissimi (mi riferisco a quelli di "Anidride Solforosa") che magari un superficiale ammiratore di Dalla non conosce.
    E' curioso come a volte quello che ci colpisce nelle canzoni va al di là della mera tecnica musicale-compositiva e testuale ma coinvolge le emozioni proprie di ognuno di noi e le esperienze personali che la vita ci riserva e a volte anche segnato.
    "Cara" ad esempio fin dal primo ascolto, in anni ormai lontani ahimè, mi ha sempre emozionato e commosso profondamente. Non so spiegarmene bene il motivo ma è così; tanto che quando la risento occasionalmente mi blocco in ricordi e pensieri giovanili ricordando perfettamente tutto il testo a memoria. Ciao e grazie.

  • giuseppecatani 20 mesi fa Rispondi

    @Maurizio62 "La casa in riva al mare" non ha superato l'ultima scrematura, insieme a "Sulla rotta di Cristoforo Colombo", e me ne dispiace, è un pezzo che amo molto. Per dire, io ho una fissa che per "Paff! Bum!". "Quale allegria" è citata nella didascalia di "Il cucciolo Alfredo". Anche "Itaca" mi piace molto ma, secondo me, è un passo indietro a questi dieci pezzi. "Cara"? Mai sopportata... Ciao e grazie per l'intervento!

  • giuseppecatani 20 mesi fa Rispondi

    @AlessandroAgnelli Premesso che ognuno ha la sua lista personale su Lucio Dalla, secondo me sia "Le Rondini" sia i pezzi di "Henna" non valgono nessuno di questi dieci pezzi. Poi, ognuno la pensa come vuole, com'è giusto che sia. "Com'è profondo il mare" è citato quando parlo di "Il cucciolo Alfredo", quindi è come se ci fosse. E' un tentativo di salvare capre e cavoli visto che il giochino prevede un massimo di dieci pezzi... Ciao e grazie per l'intervento!

  • AlessandroAgnelli 20 mesi fa Rispondi

    Premetto che non conosco l' intera sua discografia, in particolare la prima parte. Mi sorprende non aver trovato Com'è profondo il mare, Le rondini, e soprattutto nessun brano di Henna, un disco meno fortunato di altri, ma contenente diversi pezzi di valore, ad esempio Treno. Però ci sono i miei due brani più amati da sempre, quando bambino li scoprivo ascoltando tutte le emittenti radio : Anna e Marco, e Futura

  • Maurizio62 20 mesi fa Rispondi

    Ho sempre seguito Lucio Dalla anche in concerti live. Ovviamente ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze. Nella mia personale lista non possono mancare "Itaca", "La casa in riva al mare", "Quale allegria" e "Cara". Mi è un po' dispiaciuto non vederne almeno una in questa list ma come Battisti è impossibile concentrare in 10 brani una intera carriera.