Il rock progressivo comincia a intaccare le certezze del Belpaese già agli albori del decennio. Ma è proprio a partire dal 1971 che si fa verbo e irrompe nell’immaginario collettivo dei giovani che affollano i Festival Pop, dominio quasi incontrastato delle band di derivazione progressiva. Anche se i vertici delle classifiche di vendita di quell’anno sono occupati dai soliti noti (Charles Aznavour, Mina, la colonna sonora di Anonimo veneziano…), il nuovo avanza in modo inarrestabile. Mentre alcuni nomi ormai classici, non necessariamente legati al prog, ne approfittano per piazzare colpi niente male. Tutti (o quasi), catapultati in questa playlist.
Lucio Battisti - Amore e non amore
È l’ultimo disco inciso da Lucio Battisti per la Ricordi prima del passaggio alla Numero 1 – in realtà, sul finire dell’anno, l’etichetta milanese pubblicherà Lucio Battisti vol. 4, una raccolta di singoli del musicista ciociaro – e il quarto della sua carriera artistica. L’album si apre con Dio mio no, destinato a imbattersi con la commissione censura della Rai, che giudicherà la frase "La vedo in pigiama e lei si avvicina / Dio mio no, cosa fai?" troppo pruriginosa. Testi (come sempre) curati da Mogol, in studio di registrazione si accampa la futura Premiata Forneria Marconi quasi al completo (Di Cioccio, Mussida, Piazza, Premoli, manca solo Pagani), oltre a Dario Baldan Bembo e ad Alberto Radius.
Fabrizio De Andrè - Non al denaro non all'amore né al cielo
Fernanda Pivano ha raccontato di aver scoperto Edgar Lee Masters e la sua Antologia di Spoon River grazie a Cesare Pavese. Sarà poi proprio la madrina del beat italiano a segnalarla a Fabrizio De Andrè, che farà suo il capolavoro del poeta nordamericano trasfigurandolo in un concept album. I testi sono rivisitati dallo stesso Faber con la complicità di Giuseppe Bentivoglio, già al suo fianco in Tutti morimmo a stento, mentre la parte musicale è affidata a un giovane Nicola Piovani. Non al denaro non all’amore né al cielo si avvale della collaborazione, tra gli altri, di Vittorio De Scalzi dei New Trolls, Edda Dall’Orso, voce in Il suonatore Jones, e dei cori dei Cantori Moderni di Alessandro Alessandroni.
Delirium - Dolce acqua
I Delirium sono il gruppo nel quale si fa le ossa Ivano Fossati, Dolce acqua è il primo 33 giri pubblicato dalla band genovese. Esce poco dopo Canto di Osanna, singolo al quale partecipa il chitarrista dei New Trolls Nico Di Palo, brano che vincerà la prima edizione del Festival della musica di avanguardia di Viareggio nella categoria "Rivelazioni", ma che non verrà incluso nell’album. Un disco di fortissima ispirazione prog, con il flauto di Fossati bene in evidenza. I testi sono depositati con la firma di Ivano Fossati e le musiche da Mario Magenta della Fonit Cetra, in quanto nessuno dei componenti dei Delirium, ai tempi, è iscritto alla divisione musica della Siae.
I Giganti – Terra in bocca (Poesia di un delitto)
Terminata la sbornia beat/pacifista, i Giganti firmano un concept album difficile e coraggioso, i cui testi sono incentrati sulla mafia e sui suoi crimini. In un periodo nel quale, spesso e volentieri, si soleva affermare che la mafia non esiste. Non per niente, Terra in bocca, poesia di un delitto, sarà l’ultimo disco a firma Giganti. Tra gli ospiti Marcello Giancarlo Dellacasa (dei Latte e Miele), Ellade Bandini (futuro collaboratore di Francesco Guccini e di tanti altri) e Ares Tavolazzi (che da lì a poco entrerà nella line-up degli Area).
Mia Martini - Oltre la collina
L’esordio sulla lunga distanza per Mia Martini (dopo alcuni singoli incisi come Mimì Bertè) è un album influenzato dal prog, prodotto da una vecchia volpe come Alberigo Crocetta, uno dei fondatori del Piper Club di Roma. L’imberbe Claudio Baglioni partecipa alla stesura di cinque delle dodici canzoni della tracklist, Loredana Bertè è una delle voci recitanti delle title-track. Le vendite di Oltre la collina saranno poco più che irrisorie, ma da lì a poco Mia Martini inanellerà una serie di successi che la renderanno parecchio popolare tra il pubblico italiano.
Gianni Nebbiosi – E ti chiamaron matta
Studente in medicina, Gianni Nebbiosi si interessa di psichiatria proprio negli anni in cui si comincia a parlare della chiusura dei manicomi, preparando il terreno alla Legge Basaglia. E ti chiamaron matta, prodotto da Giovanna Marini, affonda i propri testi tra il disagio mentale e l’inferno dei ricoveri psichiatrici. Il disco sarà reinciso da Alessio Lega in occasione del trentennale della Legge Basaglia. Gianni Nebbiosi entrerà, po,i a far parte del Nuovo Canzoniere del Lazio e scriverà i testi dei brani de Il grande gioco, album di debutto degli Alberomotore.
New Trolls – Concerto grosso per i New Trolls
A incrociare musica classica e rock avevano provato già, con alterne fortune, i Deep Purple, i Moody Blues e i Nice di Keith Emerson. I primi italiani a inaugurare il cosiddetto rock sinfonico sono i New Trolls e Luis Bacalov, che affida al gruppo genovese (l’idea originaria era quella di coinvolgere i Rokes, che però si stavano avviando allo scioglimento) la colonna sonora del film La vittima designata, firmato dal regista Maurizio Lucidi. Dopo qualche mese dalla versione derivata dal film (My shadows in the dark è cantata da Tomas Milian…), arriva il 33 giri dei New Trolls, felice incontro tra barocco e rock di matrice hendrixiana sul lato uno, mentre l’altra parte del vinile ospita una improvvisazione di oltre 22 minuti che occupa l’intera facciata.
Le Orme - Collage
Uno degli album più iconici del prog italiano, peraltro baciato da un successo commerciale di tutto rispetto. Non è l’esordio de Le Orme, ma è come se lo fosse, visto che la band veneziana, dopo un primo album (Ad gloriam) influenzato dall’agonizzante beat, prende tutt’altra direzione, riducendosi a trio e incarnando in primis le lezioni degli Emerson, Lake & Palmer. Collage è un disco in bilico tra barocco (la title-track include un frammento della sonata K 380 di Domenico Scarlatti) e attrazione nei confronti del rock sperimentale (la torbida Cemento armato).
Claudio Rocchi - Volo magico n.1
Infilato a forza nel filone prog, Claudio Rocchi, in realtà, con la scena progressive c’entra poco o niente. L’ex Stormy Six rappresenta quell’area freakketon-libertaria che guardava più che altro all’India, ai movimenti pacifisti, alla controcultura. Un volo cosmico oltre che magico, guidato dalle pennellate acustiche della chitarra del ventenne Rocchi e corroborato dalla presenza dal coetaneo Alberto Camerini e dalla voce della sua allora fidanzata Donatella Bardi, nonché dal Nuova Idea (e futuro New Trolls) Ricky Belloni.
Il Rovescio della Medaglia - La Bibbia
Esordio per il Rovescio della Medaglia con un concept album sul testo sacro della tradizione ebraica e cristiana. Registrato in presa diretta con modalità estremamente veloci, tanto che sarà la prima sessione a finire tra i solchi dell’LP. Più che prog, per alcuni critici La Bibbia può essere considerato il primo disco italiano di hard-rock, complici le bordate del chitarrista Enzo Vita. L’effettiva conversione al progressive avverrà a partire dal successivo Io come io.
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L'articolo 10 dischi che compiono 50 anni nel 2021 di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2021-01-11 17:15:00
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