Disco inferno: una playlist per i 700 anni senza Dante

Celebriamo il Poeta fiorentino con 10 brani dedicati a lui e al suo capolavoro, La Divina Commedia. Da Battiato a De Gregori versione taranta, da Vecchioni a Venditti, dal prog al rap, un omaggio in musica al più grande letterato della storia italiana

Il Poeta all'ascolto del Maestro
Il Poeta all'ascolto del Maestro

La notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, 700 anni fa, Dante Alighieri muore all'età di 56 anni. Il 2021 viene proclamato dal Ministero della Cultura come l'anno di Dante, un’occasione per riportare al centro del dibattito culturale il genio creativo del poeta fiorentino. Anche se, in realtà, l’interesse nei suoi confronti non è mai scemato, in Italia come altrove, anche per quanto riguarda il mondo musicale. Per esempio, chi ricorda i britannici Divine Comedy? E tutte quelle canzoni che, in un modo o in un altro, hanno evocato l’universo dantesco? Di Dante hanno scritto Bob Dylan, i Radiohead, i brasiliani Os Mutantes, gli Anthrax, i Sepultura e tantissimi altri. E le band e i cantanti italiani non potevano certo sottrarsi. Ecco dieci canzoni che celebrano, citano e, perché no, biasimano Dante Alighieri e il suo capolavoro: la Divina Commedia.

Franco Battiato – Testamento

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È il 2012, l’anno di uscita di Apriti Sesamo, ennesimo discone della premiata ditta Franco Battiato e Manlio Sgalambro. I due tirano fuori una gemma di rara bellezza, che prenderà il titolo di Testamento. Per Battiato è l’occasione per fare i conti con se stesso e con le proprie fragilità. Un inno alle meraviglie della vita terrena e un richiamo a Dante Alighieri, del quale il musicista siciliano prende in prestito la celebre terzina tratta dal ventiseiesimo canto dell’Inferno: "Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza". Vinicio Capossela riprenderà lo stesso verso nella sua Nostos e, non a caso, in questi giorni sta girando con il tour Bestiale Comedia, definito come “itinerario nell’immaginazione musicale e letteraria per redimere il reale dallo smarrimento in cui sembra gettato”. 

Caparezza – Argenti vive

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Dante Alighieri sbatte il suo concittadino Filippo Argenti, personaggio bizzarro e violento, dritto tra il fuoco dell’inferno, nel girone degli iracondi. Da parte sua, Argenti gli aveva sbattuto in faccia qualche schiaffone. Pari a patta, insomma. E poi Argenti, oltre ad avere un carattere decisamente fumantino, era un guelfo, e il ghibellino Dante non poteva certo perdonarglielo. Caparezza immagina un Argenti pronto a rispondere alle accuse del poeta fiorentino: "Le tue terzine sono carta straccia, le mie cinquine sulla tua faccia lasciano il segno". Terzine contro schiaffi, è pari e patta anche questa volta.  

Claver Gold, Murubutu – Infernum

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E fu così che anche il rap tricolore si appassionò alla Divina Commedia. Infernum è la rivisitazione dell’opera di Dante, un viaggio tra gli inferi attualizzato ma rispettoso del capolavoro che tutti conosciamo. A dare man forte c’è anche un featuring di Giuliano Palma, ma i protagonisti assoluti sono loro: il rapper Claver Gold, all’anagrafe Daycol Emidio Orsini da Ascoli Piceno, e il reggiano Murubutu, nickname di Alessio Mariani, docente di filosofia prestato all’hip hop. O forse il contrario.

Francesco De Gregori – Nel mezzo del cammin di nostra vita

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Cosa c’azzecca Francesco De Gregori con la Notte della Taranta? Cosa ha a che vedere il principe dei cantautori italiani con la pizzica? La risposta è arrivata a stretto giro di posta nel 2005, quando De Gregori, dal palco di Melpignano, aprì la manifestazione con un’estemporanea quanto indiavolata Nel mezzo del cammin di nostra vita, accompagnandosi all’organetto di Ambrogio Sparagna. A Dante sarebbe piaciuta. Forse.

Metamorfosi – Inferno/Paradiso/Purgatorio

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La storia è lunga. Più o meno quanto un pezzo di ispirazione prog. Ma a portarla avanti sono sempre loro: gli immarcescibili Metamorfosi di Jimmy Spitalieri, che iniziano a flirtare con la Divina Commedia nel 1973, in piena euforia progressive, con l’album Inferno. E quando il rock progressivo muore per poi risorgere, i Metamorfosi si fanno trovare pronti. È il 2004 ed esce Paradiso, passano altri 12 anni ed ecco l'ultimo capitolo, Purgatorio. E la trilogia può dirsi al completo.

New Trolls – Paolo e Francesca

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Quel malvagio di Dante ha spedito all’inferno anche Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, girone dei lussuriosi, of course. Eppure erano solo due amanti: perché mai un sentimento come l’amore dovrebbe finire bruciato tra le fiamme? A riabilitare le figure di Paolo e Francesca ci hanno pensato i New Trolls con un pezzo molto particolare, che parte e termina con i miagolii della chitarra elettrica di Nico di Palo. Paolo e Francesca fa parte di Ut, l’album che determinò la prima delle tante (e, a quanto pare, infinite) diaspore della band genovese. Succede quando l’amore finisce, Paolo e Francesca ne sanno qualcosa.

Daniele Silvestri – Dante

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Daniele Silvestri e la metafora della vita che fugge via e non sai come fermarla, o, quantomeno, non sai come renderla meno faticosa. Dante Alighieri e la Divina Commedia calzano a pennello. E quando il cantautore romano capisce di trovarsi "Nel mezzo del cammin di nostra vita", e che prima o poi arriverà una selva oscura a obnubilarci la mente e i pensieri, il cerchio si chiuderà in modo inesorabile. Magari una risposta ci sarà, ma è sbagliata.

The Trip – Caronte

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Uno dei più noti e celebrati concept album del prog tricolore, a firma Trip. Il Caronte della band di Joe Vescovi è un moderno traghettatore di anime dannate, che questa volta imbarca Janis Joplin (alla quale è dedicata Little Janie) e Jimi Hendrix (omaggiato conL’ultima ora e ode a Jimi Hendrix). Due maledetti, che Caronte avrebbe fatto molta fatica a controllare e a portare verso la loro destinazione: l’inferno.  

Roberto Vecchioni – Alighieri

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“Nei tre canti di Cacciaguida si descrive una Firenze ‘sobria e pudica’, quando non era, ‘ancor giunto Sardanapalo’ a mostrar ciò che in camera si ‘puote’, e da Firenze il discorso si espande a tutto il mondo: diventa universale, in un crescendo di malinconia e passione che definirei come, che definirei quasi... che definirei come...”. Finisce con questi versi Alighieri di Roberto Vecchioni, da Ipertensione, un pezzo intimista e al tempo stesso visionario che, una volta tanto, prende in esame un personaggio (Cacciaguida, trisavolo di Dante) che il Sommo Poeta piazza in paradiso.

Antonello Venditti – Compagno di scuola

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E se Dante Alighieri fosse un bluff? Se lo chiede Antonello Venditti nella sua Compagno di scuola: "E la Divina Commedia, sempre più commedia, al punto che ancora oggi io non so se Dante era un uomo libero, un fallito o un servo di partito". E via a celebrare il ’68 e perché no, a recuperare le figure di Paolo e Francesca. Venditti tornerà ad accarezzare l’argomento Dante in almeno un paio di occasioni. In Notte prima degli esami ("Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto") e in Ci vorrebbe un amico ("E se amor che nulla ho amato amore amore mio perdona, in questa notte freddami mi basta una parola"). Lo stesso verso, tratto dal V canto dell’Inferno, sarà preso a prestito da Jovanotti nella sua Serenata rap. Con l’aggiunta di un "Porco cane"…

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L'articolo Disco inferno: una playlist per i 700 anni senza Dante di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2021-09-14 10:30:00

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