DJ Myke, per chi ancora non lo conoscesse, è da sempre sinonimo di creatività e competizione. Membro e fondatore di Men In Skratch, una delle crew di turntablism più importanti della penisola nonché produttore per rapper del calibro di Fabri Fibra, Noyz Narcos, Diego Mancino e Rancore. Proprio con "Hocus Pocus", nel lontano 2010, DJ Myke ha aperto la sua carriera di produttore e il sodalizio con Rancore, a cui sono seguiti ben quattro dischi. A quasi dieci anni dalla sua pubblicazione, nasce questa nuova black edition: nuovi brani e una limitatissima tiratura in vinile. Abbiamo quindi deciso di chiedere quali fossero gli ingredienti con cui questa nuova pozione è stata realizzata e lui ci ha spiegato per filo e per segno 5 dei sample più significativi del disco.
I SAMPLE DI "HOCUS POCUS" RACCONTATI DA DJ MYKE
Ti dico innanzitutto che tutte le produzioni di "Hocus Pocus" (visto anche il titolo) nascono dalla mia passione per il dark, le streghe, i fratelli Grimm, Walt Disney e le sue oscure fiabe; in fondo "Hocus Pocus" è una delle più celebri formule magiche.
Il primo campione che vi propongo è la voce di Mago Merlino, tratta dal film di animazione "La spada nella roccia", nel brano che dà il titolo all'album. Il pezzo è cantato da Fabri Fibra, ma ad un certo punto ho voluto creare proprio una parte a sé stante in cui Merlino dice: "sta a vedere adesso, questo ti piacerà", da lì parte appunto la formula magica ("igitus, digitus"). Ovviamente la magia è una questione di "mani", un po' come gli scratch; come da un qualsiasi oggetto inanimato può nascere qualsiasi cosa animata, così dal semplice rumore può nascere la musica più bella.
Il secondo campione (che poi sono due) è sul brano "Testa d'ariete" cantata da Noyz Narcos. I due campioni, uno musicale e uno vocale, sono entrambi del film di John Carpenter "1997: fuga da New York". Capolavoro di fantascienza e fantapolitica. Le atmosfere post-atomiche del film mi hanno ispirato un sound nel quale Noyz potesse trovare un ambiente assolutamente fertile per le sue rime. Alla fine del brano, la voce che declama: "se mi toccate, muore; se non sparite entro dieci secondi, muore [...]" mi ha ispirato perché, a mio avviso, la vera follia alberga in chi non ha nulla da perdere. Quel discorso mi dava un'ulteriore nota disagiata, assolutamente intonata all'ambiente che volevo ricreare per questo brano.
Il terzo campione non c'entra nulla con la magia ma rende magico il brano in questione, che è "Il male è banale" con Diego Mancino. Quella specie di session oscura di fiati iniziale è in realtà il richiamo alieno dei visitatori nel film "La guerra dei mondi"; mi ricordava la sirena del coprifuoco in tempo di guerra, un qualcosa che modifica lo stato d'animo, un suono capace di cambiare la vita delle persone al solo udire di esso. Questo mi ha dato quell'inquietanza nel brano che, accompagnato dal testo di Diego, totalmente onirico, ha reso a mio avviso questo brano unico nel suo genere (che poi che genere è?!).
Anche il quarto campione è molto coerente con il mondo oscuro della magia ma è in realtà compatibile con la magia stessa delle parole. Il brano è "Presto!", traccia cantata dal giovane Viro, il campione è la parte finale discorsiva del capolavoro di Fellini "8 e 1/2". Una chiosa sull'arte, sull'essere artista assolutamente condivisibile da parte mia: "che mostruosa presunzione credere che gli altri si gioverebbero dello squallido catalogo dei suoi errori". Ognuno secondo me dovrebbe "sentire" quello che fa, come si sentono il dolore o il piacere. Non capisco chi tratta la creatività e l'arte come un reality, abbassandola a dettaglio, facendosi conoscere con i peggio sotterfugi e mostrando tutto tranne che "la magia".
Secondo me c'è bisogno di tornare alla "finzione teatrale", all'arte che si appoggia sull'arte, ai creativi sfuggenti. Non è, come tutti vogliamo raccontarcela, colpa dei social; la colpa è delle persone che nei social hanno trovato la loro finestra sul mondo e grazie a cui ora ci sentiamo tutti in diritto di far vedere al prossimo le nostre attività fisiologiche che non sono, ripeto, non sono affatto artistiche.
L'ultimo campione che vi propongo, e qui ritorno a "La spada nella roccia", è Maga Magò nell'intro del brano "Bangerz", unica traccia turntablism del disco. "Che cosa vuoi fare? Vuoi batterti? Vuoi un duello di magia?": oltre ad essere una gran donna, Maga Magò in questa frase racchiude tutta l'essenza del djing, del turntablism e delle competizioni per DJ.
Ogni dj/turntablist che si rispetti "sente" la competizione (sana) verso un altro dj/turntablist, un po' come Maga Magò e Merlino... Appena s'incontra un "collega", il primo impulso è testare le skillz. Ho voluto ricreare un po' il mio mondo in questo brano, sfidando me stesso. Vengo dalle competizioni ufficiali tipo DMC o ITF e "Bangerz" è il brano "battle" di Hocus Pocus. Maga Magò mi ha aiutato a renderlo ancora piu palese.
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L'articolo Dj Myke ci racconta cinque sample di "Hocus Pocus Black Edition" di Raffaele Lauretti è apparso su Rockit.it il 2018-01-15 12:30:00
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