Gli Young Wrist sono stati scelti per la seconda edizione dell'Indie Pop Days di Berlino: tre giorni con i migliori gruppi pop provenienti da tutto il mondo. I tre Wrist hanno una brutta giornata alle spalle (voli improponibili da prendere all'alba e un clima autunnale non previsto al loro arrivo) ma fanno un concerto strepitoso. Il pubblico applaude fulminato, ci voleva un po' di rumore dopo un intero pomeriggio indie-pop. Sandro Giorello racconta, le foto sono di Matthias Heiderich.
Quando li incontro sembra che abbiano litigato con un tornado. Sono distrutti: stanotte hanno guidato da Pesaro fino a Bergamo per prendere un aereo la mattina, volare qui, essere accolti da una temperatura autunnale e scoprire che il locale non avrebbe aperto fino all'una, e quindi sono stati costretti a stare in giro sotto la pioggia per ore e ore. In più mi dicono che in Italia la gente si scioglie dal caldo e Letizia (la cantante) ora deve mettersi i vestiti di Alberto (il chitarrista) perchè si pensava tutt'altro clima. Mi indica con lo sguardo la maglietta a righe larga che si ritrova addosso e le espadrillas completamente zuppe. Io gli rispondo che ieri, in effetti, ha fatto molto caldo, ma era giusto uno dei pochi giorni estivi che Berlino mi ha regalato da inizio mese. Quindi, Letizia è febbricitante, gli altri nel frattempo provano a informarsi su che tipo di strumenti gli organizzatori hanno affittato per loro dal momento che sono arrivati con solo le bacchette per la batteria e qualche distorsore.
L'indie Pop Days è un festival ideato e messo in pratica da un gruppo di ragazze innamorate del pop, le Lets kiss and make up. Questa è la seconda edizione. L'anno scorso avevano invitato anche i Les Man Avec Les Lunettes.
Il Dk Wasserturm è una specie di circolo ricreativo all'interno di una torre: ci fanno dai cineforum, ai corsi per diventare fonici o rapper, i concerti di musica latina o robe sportive. C'è un bar e un piccolo palco a terra in questa sala circolare con le classiche volte a botte che ti immagini nelle torri. C'è la scritta Indie Pop Days fatta col cartone, colorata con i pennarelli e ritagliata a mano che sballonzola appesa al soffitto, e una mirror ball perennemente accesa anche se sono solo le quattro del pomeriggio. Prima dei Wrists suonano un duo folk (lui barbone / lei vestita da contadina), un cantautore alla Jens Lekman, e una versione crucca degli Smiths. Non sono proprio ferratissimo in materia twee/indie pop (posso dire che i primi due e il cantautore sono piacevoli, ma gli ultimi sono davvero fastidiosi) ma è per spiegarvi che quando attaccano i Wrists c'è un colpo di frusta notevole: signori, il rumore. Ovviamente i suoni sono confusi, la batteria rimbomba male, la voce la senti solo a tratti. Ma si crea questa situazione: Lei è completamente coinvolta, si muove lentamente a metà tra il sensuale e una santa che ha visto un miracolo; gli altri due, pian piano, trovano la loro dimensione e incominciano a darci dentro, con il risultato finale di essere fradici di sudore mentre fuori piove l'ira di Dio. Quindi sono compatti, quando la batteria divide la canzone in colpi regolari e separati (alla "Be My Baby" delle Ronettes per intenderci) il gruppo è un'unica onda gigante che si muove lasciando solo piccoli feedback affogati nei riverberi che tornano indietro come onde di riflusso. Non voglio esagerare, non è il concerto perfetto ma vi assicuro che nel complesso è affascinante. Il pubblico ne viene catturato e alla fine di questa mezzora abbondante c'è la fila per comprare il loro vinile e in molti (giuro) lo vogliono autografato. Uno dopo l'altro i pezzi si susseguono regolari, sì, un po' troppo simili tra di loro, ma avrete capito che non sono le singole canzoni la vera forza del tutto. All'ultima non la tirano nemmeno per le lunghe tra distorsioni o altro, si stoppano di colpo e salutano. La gente applaude e urla manco avesse davanti i Sonic Youth.
Ora, io sinceramente non ho mai dubitato dei Wrists, se uno vede gli altri progetti dei tre (General Decay, Marie Antoniette, Damien) capisce da solo che questi hanno il talento necessario, e punto. Però un conto è scrivere belle canzoni, un altro è mettersi in gioco (sempre). Perchè: facciamo un esempio ipotetico di un gruppo X che in Italia è praticamente sconosciuto e che finisce senza nemmeno sapere bene il perchè ad un festival indie pop tedesco, potrebbe benissimo fare il gruppo da 6 del pomeriggio, non guardare in faccia la paura, fare il concertino, godersi qualche applauso tiepido e caritatevole, fine. I Wrists no: con tutte le imperfezioni, le sbavature, ecc ecc; hanno preso il palco, l'hanno incendiato, se ne sono andati soddisfatti (nonostante la febbre, la brutta giornata sulle spalle, la pioggia, le espadrillas zuppe). Bisognava svegliare il pomeriggio, non si poteva rimanere in questo clima da amori sognati e biscotti allo zenzero. Ci voleva l'incidente d'auto, l'amore romantico (quello più crudele, dove uno dei due muore), bisognava morire con la chitarra in mano. Ecco, sì.
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L'articolo Live report: Young Wrists al Dk Wasserturm, Berlino di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2011-08-27 00:00:00
COMMENTI (1)
Ragazze che amano il pop mettono che su un festivalino con scritte di carta pesta tante band fighe tra cui i young wrists: mi ricorda qualcosa! :]
flickr.com/photos/meinthesn…