Cinque pregiudizi su donne e musica dei quali dovremmo sbarazzarci al più presto

La nostra cultura considera la musica come una roba da uomini e per uomini. E questa cosa deve cambiare.

- Immagine via sighkenni.tumblr.com
20/11/2015 - 15:29 Scritto da Nur Al Habash

Per fortuna, in quanto a discriminazione sessista in campo musicale in Italia non siamo messi così male: nonostante la nostra società sia permeata da un machismo nauseante, la musica è rimasta un ambito relativamente immune a problemi di genere. Forse perché di donne non ce ne sono affatto. Ma perché?
Mi sono posta spesso questa domanda: non è strano che in Italia ci siano così poche musiciste, giornaliste musicali, promoter, dj, organizzatrici di festival? L'unica risposta che abbia un senso l'ho trovata guardando alla nostra cultura, che considera la musica come una roba da uomini e per uomini. Qui di seguito trovate cinque pregiudizi diffusi dei quali dovremmo sbarazzarci alla svelta, e che fanno malissimo alla musica: sia a chi la fa, che a chi la ascolta.

 

1. Le donne non hanno cultura musicale


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La notizia è di ieri: Jimmy Iovine, co-fondatore di Interscope Records e di Beats, ora nel management di Apple Music, avrebbe presentato una nuova pubblicità del servizio di streaming diretta alle donne dicendo che di solito "hanno difficoltà a trovare la musica", e che sono troppo occupate a parlare di uomini e delusioni sentimentali con le amiche per poter trovare un buon disco da ascoltare. Ovviamente Jovine si è scusato, ma se pensieri così idioti e offensivi arrivano persino ai vertici di uno dei più grandi servizi di streaming al mondo, forse c'è qualcosa che non va. Una convinzione che di solito va a braccetto con il mansplaining, neologismo che contrae la frase "man explaining things (to women)", ovvero quando gli uomini sono convinti di saperne più di una donna a prescindere dalle reali conoscenze di ognuno, e si sentono in dovere di farle una bella lezioncina. Jimmy Iovine e tanti altri pensano che le donne abbiano bisogno di un uomo che le consigli band e artisti da ascoltare perché non sono in grando di farlo da sole: la prossima volta che incontrate una donna con una buona cultura musicale, ricordate che la sorpresa non è la prima sensazione che dovreste provare.

2. Se c'è una donna nel backstage, è la fidanzata di un membro della band


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"L'unico posto per una donna nella musica è nel backstage, in ginocchio". Dichiarazioni come questa purtroppo non sono così rare nel mondo della musica che per comodità racchiuderemo nel cappello "pop-rock". La scorsa estate la giornalista Jessica Hopper, tramite il suo account Twitter, ha invitato le donne che lavorano nell'industria musicale a raccontare le loro prime esperienze di esclusione, ovvero quando per la prima volta qualcuno ha cercato di convincerle che la musica non fosse cosa per loro. Sono tantissime e vale la pena di leggerle tutte.
Il pregiudizio secondo cui le donne non sanno suonare (e per questo hanno ovviamente bisogno di un uomo che spieghi loro come funzionano gli strumenti, quali scegliere, come montarli, dove inserire i jack, etc) è talmente radicato nella cultura italiana che spesso le ragazzine non provano nemmeno ad imbracciare una chitarra, quasi fosse un tabù (anche perché l'unico ruolo femminile socialmente accettato nella musica italiana è quello di cantante): ci pensate a quante band fantastiche ci stiamo perdendo?


3. È perfettamente lecito parlare di "musica al femminile"


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Quante volte avete letto l'espressione "band tutta al femminile" o "rock al femminile"? Troppe. Allora mettiamo in chiaro una cosa: "femmina" non è un genere musicale. Non sentiamo mai il bisogno di sottolineare quando una band è composta da soli uomini, perché dovremmo preoccuparci di evidenziare il contrario? Questo tipo di espressioni contribuiscono solamente a rinforzare l'idea che la musica sia una questione di testosterone, e che le donne rappresentino un'eccezione che è doveroso segnalare o preservare in aree apposite. E soprattutto portano a due false convinzioni. La prima, che le musiciste facciano musica destinata a sole donne: se nelle canzoni parlano di loro stesse e delle loro esperienze di vita (così come fanno spesso anche i musicisti, del resto) quei testi saranno percepiti come troppo femminili e uterini per essere ascoltati con dignità da un uomo (il contrario invece è accettabile, a quanto pare). La seconda, è il sillogismo secondo cui se i fan di un artista sono prevalentemente donne, è probabile che la musica di quell'artista sia di scarsa qualità. Un argomento che capita spesso di leggere su internet riguardo alcuni musicisti italiani (Dente anyone?) e che è stato recentemente trattato (tra gli altri) in questo interessante articolo, intitolato "Why do we hate things girls love?"

4. Una musicista è degna di attenzione solo se è figa



Maria Antonietta, Levante, Joanna Newsom, Elisa Bee, Joan Thiele, M.I.A., Beatrice Antolini, St Vincent
. Questo solo per nominarne alcune, sia italiane che straniere. Non vi sembra una strana coincidenza che tutte le artiste che hanno raggiunto una certa popolarità, anche fuori dai circuiti del pop mainstream, siano anche delle bellissime ragazze? 
Anche se non sempre viene ammesso con sincerità, è chiaro che ad una musicista che si esibisce su di un palco è richiesto un livello di cura dell'aspetto fisico che non viene richiesto ad un uomo (che invece può vestirsi come vuole, anzi più è brutto e marcio e più è rock'n'roll). Non solo: per molti è importante che una musicista usi la sua femminilità e carica erotica per migliorare la sua presenza scenica: è quello che si sono sentite dire delle ragazzine di 15 anni quando hanno partecipato ad un rock contest, ed è quello che si sentono ripetere anche le musiciste di casa nostra

 

5. Le giornaliste musicali non sono competenti quanto i loro colleghi


(Per decenza non abbiamo incluso la foto della povera Castagneri)

Quello che vedete qui sopra è uno screenshot preso dal profilo di un rapper italiano che ha reagito decisamente male ad un articolo de La Stampa in cui non veniva citato. Converrete sul fatto che, per quanto quell'articolo potesse essere di scarsa qualità (e credetemi, faceva veramente schifo), non è una buona ragione per insultare in maniera sfacciatamente sessista una persona che sta solo cercando di fare il proprio lavoro. Gli insulti sessisti ovviamente non sono solo un problema delle giornaliste, ma di qualsiasi donna lavori nell'industria musicale (per quanto siano frequenti un po' in tutti gli ambiti) e sono il frutto dei pregiudizi dei quali avete letto finora. Un altro tassello a completare un quadro totalmente spaventoso per qualsiasi ragazza ami la musica e voglia partecipare attivamente in qualche modo.

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L'articolo Cinque pregiudizi su donne e musica dei quali dovremmo sbarazzarci al più presto di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2015-11-20 15:29:00

Tag: opinione

COMMENTI (16)

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  • mariagabriellaventura 5 anni fa Rispondi

    @Silviacguitar80 ciao, sono una musicista chitarrista anche io. Mi chiamo Maria Ventura, sono su facebook facebook.com/MariaVenturaIt… e mi farebbe piacere ascoltare quello che fai ma non riesco a trovarti senza il tuo cognome
    . Spero tu legga e ci si possa virtualmente incontrare. Ciao

  • mmario94 8 anni fa Rispondi

    Saranno anche pregiudizi e io me ne sbarazzerò al più presto..
    TUTTAVIA io ho avuto decine di ragazze ma mai riuscito a trovare una compagna con la quale condividere la passione per l'elettronica e andare ad eventi e concerti assieme (seguo la scena da più di 20 anni e ci troviamo quasi sempre tra noi maschietti, eppure non è vietato dalla legge..).
    Evidentemente alle donne (italiane) NON piace..

  • quadretto.21 8 anni fa Rispondi

    Non condivido molto l'articolo che reputo limitativo, tuttavia nella storia musicale abbiamo esempi molto importanti di personaggi femminili. Se prendiamo ad esame l'alternative rock, ad esempio abbiamo Kim Gordon nei Sonic Youth, Kim Deal nei Pixies, le Hole e la figura di Courtney, Giovanna degli Uzeda... Ricordiamoci che anche nella scena punk/hardcore c'erano un po' di pregiudizi sul colore della pelle. Poi invece abbiamo visto gruppi innovativi che se ne sbattevano, come i Dead Kennedys. Limitazione nella musica non devono esistere, le limitazioni sono per chi fa politica.

  • ElenaStefena 8 anni fa Rispondi

    La verità non so quale sia, una cosa però mi permetto di dire: gli uomini CI CREDONO! E ci credono tanto, non sono migliori delle donne, non hanno migliori gusti musicali o sono dei migliori chitarristi..semplicemente non si creano le barriere mentali che si creano le donne.
    E ...non mi stupisco se i numeri sono a sfavore delle donne quando c'è ancora gente che si pone il dubbio se una donna abbia gusti musicali "pari" a quelli di un uomo!

  • Silviacguitar80 8 anni fa Rispondi

    Infatti... io da chitarrista solista moderna, una delle poche in Italia a girare sul web o penso l'unica ad aver partecipato ed essere arrivata piu volte seconda in festival del genere fingerstyle ( a parte l'anno scorso che eravamo due alleluja ! ), non ho mai visto dal vivo suonanerne una dal vivo.. solo uomini.. eppure ho dimostrato che possiamo farlo anche noi ;-) .. ..qualcuno lo ha apprezzato? ! Mmm..tui zitti.. mi scrivono dall'estero piuttosto... ma mai mi arrenderó nel dimostrare che anche io donna posso suonare quel genere a certi livelli. TIEH !!!

  • shadgirlchya 9 anni fa Rispondi

    volevo aggiungere un'altra cosa: sinceramente non credo e non ho mai creduto che la gente abbia "quello che si merita". non credo molto neppure nelle naturali predisposizioni dettate dall'appartenenza ad un sesso piuttosto che ad un'altro, ma questa è una questione piuttosto controversa e ammetto che il mio pensiero non sia molto condiviso. se è vero, statisticamente, che ci sono meno donne interessate alla musica o ad un certo tipo di musica bisogna anche ammettere che è vero che le influenze su quello che dovrebbe o non dovrebbe piacerci sono moltissime, schiaccianti, ed arrivano quasi tutte in un periodo in cui il nostro pensiero critico è ben lontano dallo svilupparsi. più tardi, nella tarda adolescenza o nell'età adulta, le predisposizioni sono già formate ma l'accumulo di esperienze negative può agire comunque. il mio discorso ovviamente è generale e rivolto soprattutto a chi ascolta e non tanto a chi produce musica.

  • shadgirlchya 9 anni fa Rispondi

    finalmente. da quasi 10 anni non frequento più forum musicali (non per scrivere di musica almeno) e il mio interesse in materia è alquanto calato. non mi vergogno di dire che non acquisto riviste musicali, non leggo più e non scrivo più recensioni, non ho più voglia di comunicare con chi "ne sa" per trovare nuovi stimoli; i miei gusti sono abbastanza vari ma raramente faccio nuove scoperte sugli ascolti, e quando accade non di rado mi trovo a riscoprire cose di 10, 15, anche 30 anni fa. odio l'atteggiamento modaiolo, finto-intellettuale (hipster?)della maggior parte delle persone che bazzica per i forum e per il sottobosco musicale italiano (nel mio caso però dovrei fermarmi a dire romano). ho superato i 30 e forse dovrei vergognarmi a scrivere questo, ma ne ho viste e sentite troppe per non sottoscrivere ogni parola di quest'articolo ed aggiungere che questa pseudo cultura musicale italiana è fortemente fallocentrica, e quindi fortemente limitata. senza contare che, come accade anche in altri campi, il cosiddetto esperto (ma poi in base a cosa consideriamo qualcuno un esperto?) è in molti casi una persona umanamente abbastanza misera.
    spero vivamente che mia figlia si occupi di musica solo come "amatrice"; per ora l'unica cosa che mi interessa è che abbia la possibilità di ascoltare generi vari e che non si costringa a farsi piacere la robaccia destinata ad un generico pubblico dai 3 ai 18 anni. se poi viene su come il padre, ovvero sostanzialmente disinteressata alla musica e di tanto in tanto ascoltatrice di 883 ed Emma Marrone, probabilmente non ne farò un dramma.

    p.s. un basta a quei personaggi che spuntano fuori ogni volta che si trattano questioni di "genere", senza saperne nulla e dicendo cose del tipo "è vero tutto ma anche il contrario di tutto"

  • utente49914 9 anni fa Rispondi

    @pivirama Il circuito indipendente è una realtà di nicchia che, effettivamente, consente - a fronte di una risposta di pubblico limitata - una libertà di espressione quantitativamente superiore a tanti, comprese le donne. Donne che non devono rivestire i soliti consunti ruoli. Ma le nicchie sfuggono alla percezione di massa che osserva ancora o l'interprete classica o la cantautrice tormentata.
    Gianna Nannini o Carmen Consoli o Nada o Cristina Donà sono quattro esempi di magnifiche eccezioni alla regola.
    Giovanna Marini, Caterina Bueno e tutto il cantautorato folk politico di 40 anni fa dove la donna graffiava senza chiedere il permesso su temi veri dell'umanità sono una storia che, chi si ostina ancora a "fare punk" nel 2015, tornando a casa da mamma la sera, non immagina neanche lontanamente :)

  • pivirama 9 anni fa Rispondi

    beh chi ancora possiede questi pregiudizi soffre di notevoli ritardi.... Basta farsi un giro nei locali di una grande città per trovare musiciste donne brave e preparate. Io ne conosco molte, almeno una decina, che (come del resto faccio anche io) si danno da fare per prodursi album, organizzarsi tour e concerti e andare avanti in maniera indipendente..... Il problema resta quello degli spazi al di là del circuito "indipendente", una band o un artista maschile viene inspiegabilmente ancora considerato più credibile....

  • utente49914 9 anni fa Rispondi

    Numericamente, sì, è un dato di fatto: rispetto agli uomini coinvolti, in Italia sono sempre state molte di meno le donne rispetto agli uomini coinvolte dalla musica, con la stessa passione, curiosità e preparazione.
    Ma è ovvio che, quelle donne che manifestano questo entusiasmo, non hanno assolutamente NULLA da invidiare allo spirito critico, emotivo e professionale di un uomo.
    Sono molte di meno. E' un dato di fatto. Chi lo nega, è un ipocrita.
    Comprate una rivista, caricatela nel browser e andate ad elencare il numero dei giornalisti e quello delle colleghe.
    Oppure osservate le vostre liste sui social, nei contatti mail e ditemi quanti di questi registrano così tante donne travolte dall'urgenza della musica.
    Sono di meno. Ma qualitativamente, sono sovente preziose e uniche :)