Il nuovo singolo dei Baustelle dal titolo Contro il mondo, che tornano dopo cinque anni in cui Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi hanno scelto percorsi solisti, fa riflettere su un dato evidente: il pubblico apprezza tantissimo i ritorni in campo musicale, a patto che abbiano a che fare con la nostalgia, con la porzione di gioventù più spensierata in cui fare un tuffo sperando di perdercisi dentro, perché il presente - politico, climatico, emotivo - sembra sempre meno affidabile. Via dunque coi ricordi di gioventù in cui i Baustelle facevano un po' i Pulp italiani, tra synth, parole taglienti come coltelli e voglia di ballare sulla decadenza.
Contro il mondo ha tutto questo, un sussidiario illustrato della giovinezza ormai perduta e da sempre ricercata, in ogni parola e in ogni nota. Citando Emidio Clementi e i suoi Massimo Volume ne La città morta: "Ordinare le stesse cose che mangiamo da una settimana, perché siamo stanchi di novità". Ecco quindi che i Marlene Kuntz funzionano se restano adesi alla formula che li ha portati al successo, se invece cambiano rotta come nel recente - pur bello - Karma Clima, perdono un po' d'attenzione. Ecco perché Manuel Agnelli nel suo primo album solista riesce a coinvolgere di più il pubblico quando canta canzoni che possano in qualche modo ricordare gli Afterhours o addirittura cose ancora più radiofoniche, come il singolo cantato con la figlia Emma Lo sposo sulla torta.
I ritorni, quindi. Funzionano da almeno un decennio e non accennano a fermarsi: dal Primavera Sound o dal Coachella al Festival di Sanremo, tutti cercano l'effetto sorpresa, quella band sciolta che decide di rimettersi insieme o quell'artista di cui non si sente parlare da un sacco di tempo, per alzare l'asticella dell'hype e far credere al pubblico che per qualche minuto, tutti torneranno più giovani. Se prendiamo il palco del teatro Ariston ormai appaltato ad Amadeus, quest'anno il roster dei concorrenti è diviso quasi algoritmicamente in due: la nuova musica che dovrebbe piacere ai teenager che compongono il target del mercato musicale odierno e i grandi ritorni.
Si sono riformati gli Articolo 31 ed è ovvio che tutti vogliano ascoltare J-Ax rappare come un tempo, Giorgia è tornata al Festival e tutti vogliono la canzone da spellarsi le mani tipo Di sole e d'azzurro, ma pure i Modà era un po' che non si vedevano in giro. Su di loro c'è da scommettere che faranno il tipico brano alla Modà, invece con la rediviva Anna Oxa potrebbe succedere di tutto visti gli ultimi trascorsi artistici, ma il pubblico impazzirebbe per una canzone d'altri tempi, di quelle con cui spopolava nei sanremi degli anni Ottanta. E i Cugini di Campagna? Chi conosce cinque canzoni dei CdC? Siamo tutti rimasti sotto ad Anima mia ed è quello che ci aspettiamo, nonostante la canzone del 2023 sia stata scritta da La Rappresentante di Lista.
Infine, quantomeno per la manifestazione più chiacchierata d'Italia, i due ritorni da non credere: Gianluca Grignani e la reunion di Paola & Chiara. Se dal primo il pubblico si aspetta una nuova Destinazione Paradiso (ma i più cattivi sperano in un effetto Morgan), la seconda coppia si è riformata proprio in previsione di questa occasione, ha già due date del tour di reunion e promette di capitalizzare bene la nostalgia. Non a caso, Paola e Chiara Iezzi sono tornate su un palco insieme dopo anni nel modo in cui avevano iniziato, come coriste del tour, anch'esso nostalgia, di Max Pezzali che porta in tutta Italia un karaoke gigante in cui canta le canzoni degli 883 insieme a un Mauro Repetto imbiancato di crine ma sempre ballerino, che finge di cantare al microfono Hanno ucciso l'uomo ragno.
In questo caso sembra non ci sia una grossa differenza tra fan del pop o della musica più ricercata, alternativa: una volta raggiunti i 30, 35 anni si inizia a desiderare che i nostri artisti preferiti replichino la formula che li ha resi famosi e che ci possa far tornare adolescenti, con meno responsabilità, uno zaino meno pesante da portare e un futuro luminoso davanti agli occhi. Il più delle volte non va così, ma non ce la sentiamo di giudicare nemmeno se c'è chi sente il bisogno di ascoltare musica come se fosse un bene rifugio, un porto sicuro a cui approdare. Ci si è messo pure Damiano dei Måneskin a dire che i 90s sono i nuovi 20s.
Tanto la storia ci insegna che ci sarà sempre ci romperà gli schemi e cercherà - metaforicamente - di uccidere i propri maestri. Non è un caso se la top ten del 2022 parla solo il linguaggio del rap italiano e che il target di riferimento del mercato discografico dello streaming sia quello degli adolescenti. Staremo a vedere cosa succederà quando torneranno Calcutta o I Cani, se per caso dovessero andare fuori da quel seminato che li ha resi voci di una generazione di ex giovani.
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L'articolo Dopo i 30 anni non ce ne frega più nulla della musica nuova di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-01-11 09:22:00
COMMENTI (1)
Se guardiamo la top 50 di spotify italiana e quella mondiale ci accorgiamo che in Italia è solo trap e derivati mentre c'è molta maggiore diversificazione a livello globale.
In Italia abbiamo una sorta di bolla e pensate che numeri da vergogna se non ci fossero i vari Geolier e Shiva di turno. Questo è un mercato musicale?
Mi chiedo cosa sia peggio:
1) vestirsi da clown per dimostrare che hai fatto soldi o sbattere il proprio corpo per il balletto su tik tok o ancora vedere La Rappresentante di Lista impellicciati per un post o per una sfilata ora che finalmente i Guccis chiamano. La musica è un'arte e sopravviverà di brutto alla legge dei numeri, la gente non smetterà mai di leggere o di ammirare l'arte, sono periodi.
2) Direi che dalla torre butterei sicuramente i padri e le madri di questi giovani rampanti. Guardateli: non ascoltano musica da anni ma corrono al concerto di Vasco (che non scrive una canzone ascoltabile da decenni) perché poi possono postare la foto o dire io c'ero e mi sbraitavo.
Non esiste scelta in effetti se proprio va fatta: i ragazzi sono anni luce più interessanti dei loro genitori perché in questo momento storico hanno un reale interesse per la musica.
Se esce un disco di Vasco i fan magari lo comprano ma la maggior parte che poi va al concerto manco sa cosa ha inciso Vasco negli ultimi anni, è legata semplicemente a quel ricordo ancestrale e nostalgico di cui parlate.
Ed ecco quindi giornali che mettono in copertina playlist, tutti voi che ci fate mille classifiche di fine anno oppure i 10 momenti topici dei Litfiba.
I giornali e tantissimi siti sono liste ormai e mi chiedo come mai il "giornalista" più famoso sia Barack Obama, di cui ogni fine anno leggiamo in alto ai titoli di tante testate che ha incluso Sza nella sua playlist di fine anno.
Obama è un politico e il piede di Totti faceva sognare per ben altri motivi che una love story con rolex annessi e fughe inspiegabili di soli all'estero.
Ecco: c'è una bella differenza fra i vaccini di Madame e i presunti soldi all'estero di Totti:
Madame ha fatto una scelta stupida contro se stessa perché stiamo vedendo dalla Cina come i vaccini ci abbiano cambiato la vita con celerità e non può dettare un agenda del genere agli altri perché è un personaggio "social". Mi piace tantissimo la sua musica ma mi fa sorridere che una che si sarà presa di tutto o che non si lavava poi non voglia farsi entrare un aghetto. Colpo non ferisce.
Totti invece con i presunti soldi all'estero, ruba a noi tutti Italiani e quei piedi magici sul campo sono un'altra storia.
E' una questione di morbosità. Io mi fermerei a quel cucchiaio o semplicemente metto su Madame e me la ascolto.
La musica è proprio il mio suppelletile preferito.