I duetti e le cover erano la serata più figa di Sanremo, ora è un film dell'orrore

Un tempo il venerdì di Sanremo riservava piacevoli sorprese, belle intepretazioni e qualche scoperta. Ora è una specie di Tale e Quale Show con i cantanti veri, con regole per nulla chiare, picchi di trash, onanismo a go-go e pure Fabrizio Moro

Sanremo Witch Project
Sanremo Witch Project

Questa cosa che la chiamino "serata dei duetti e delle cover" non l'ho mai capita bene, mi è sempre parsa un po' ridondante. Ora la definizione diventa falsa. Proponiamo quindi qualche alternativa: "serata casa delle libertà", "serata a cazzo di cane", "serata dell'automasturbazione", "serata aspettando una bella botta di SIAE".

Andiamo con ordine, e non diamo per scontato che la gente non viva per davvero e debba conoscere ogni news che arriva da Sanremo, nonostante i proclami a reti unificate. Il Festival sarà dal 6 al 10 febbraio, Amadeus conduce per la quinta volta, forse ultima ma forse no. I concorrenti sono 30 (300 percepiti), ognuno porta una sua canzone che suonerà martedì e sabato, piu uno dei due giorni centrali, mercoledì o giovedì, quando gli artisti saranno divisi in due quindicine.

Da qualche anno (l'anno scorso è andata così) la serata più attesa è però quella del venerdì, che fa un po' storia a sé. Mette da parte la gara (o meglio, crea una gara nella gara di cui però non frega nulla a nessuno), per dare spazio a uno show con un sacco di ospiti, all'americana. Che, nel frattempo, però, è diventato all'italiana, anzi all'italianissima. 

Questa mattina sono stati annunciati tutti i duetti e tutte le cover, ossia gli artisti che accompagneranno sul palco venerdì i 30 concorrenti (300 percepiti) e la canzone o canzoni che eseguiranno. Elargiamo la lista.

Ecco l'elenco di tutti gli artisti in gara con i rispettivi compagni di duetto e i brani scelti come cover.

Alessandra Amoroso con Boomdabash - Medley

Alfa con Roberto Vecchioni - Sogna ragazzo sogna di Roberto Vecchioni

Angelina Mango con il quartetto d'archi dell'orchestra di Roma - La rondine di Mango

Annalisa con La Rappresentante di Lista e il coro Artemia - Sweet Dreams (Are Made of This) degli Eurythmics

BigMama con Gaia, La Niña e Sissi - Lady Marmalade di Labelle

Bnkr44 con Pino D'Angiò - Ma quale idea di Pino D'Angiò

Clara con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino - Il cerchio della vita di Ivana Spagna

Dargen D'Amico con BabelNova Orchestra - Omaggio a Ennio Morricone

Diodato con Jack Savoretti - Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De André

Emma con Bresh - Medley di Tiziano Ferro

Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani - Che sia benedetta di Fiorella Mannoia e Occidentali's karma di Francesco Gabbani

Fred De Palma con gli Eiffel 65 - Medley degli Eiffel 65

Gazzelle con Fulminacci - Notte prima degli esami di Antonello Venditti

Geolier con Guè, Luchè e Gigi D'Alessio - Medley dal titolo Strade

Ghali con Ratchopper - Medley dal titolo Italiano vero

Il Tre con Fabrizio Moro - Medley di Fabrizio Moro

Il Volo con Stef Burns - Who Wants to Live Forever dei Queen

Irama con Riccardo Cocciante - Quando finisce un amore di Riccardo Cocciante

La Sad con Donatella Rettore - Lamette di Donatella Rettore

Loredana Bertè con Venerus - Ragazzo mio di Luigi Tenco con l'arrangiamento di Ivano Fossati

Mahmood con i Tenores di Bitti - Come è profondo il mare di Lucio Dalla

Maninni con Ermal Meta - Non mi avete fatto niente di Ermal Meta

Mr. Rain con i Gemelli Diversi - Mary dei Gemelli Diversi

Negramaro con Malika Ayane - La canzone del sole di Lucio Battisti

Renga Nek - Medley dei loro successi

Ricchi e Poveri con Paola & Chiara - Sarà perché ti amo e Mamma Maria dei Ricchi e Poveri

Rose Villain con Gianna Nannini - Medley

Sangiovanni con Aitana - Medley di Farfalle e Mariposas di Sangiovanni

Santi Francesi con Skin - Hallelujah di Leonard Cohen

The Kolors con Umberto Tozzi - Medley dei successi di Umberto Tozzi

Fino a qualche anno fa il venerdì era la serata che – oltre a un notevole intrattenimento, che poi è l'unica cosa per cui si guarda Sanremo ed è giustissimo così: guai a farne una questione nazionale – riservava più sorprese. C'erano versioni nuove e interessanti di brani storici, magari ricercati. C'era sempre un po' l'effetto talent, ok, ma era affascinante vedere artisti famosi alle prese con colleghi quotati o meno, qualcuno schiantarsi su Battisti, qualcuno riscoprire qualche gemma nascosta. Spesso venivano fuori arrangiamenti notevoli. In alcuni casi era una specie di prova generale, un modo per vedere quanto fossero a loro agio su quel palco artisti che poi lo avrebbero calcato da protagonisti come Rosa Chemical, Bigmama o i BNKR44, solo per stare ai tempi recentissimi. 

Dalla lista diffusa questa mattina di tutto ciò troviamo veramente poco. Saremo felici se la realtà dei fatti ci smentirà. Per ora i nomi degli artisti coinvolti e soprattutto i brani scelti ci confermano che questo Sanremo rischia di essere bulimico, parossistico, esasperato. Se le 30 canzoni in gara, tutte uptempo e un po' cloni, paiono fatte per colonizzare le radio da qui al prossimo Sanremo, le 30 esibizioni di venerdì invece sono un grande karaoke. Che farà felice il pubblico di una certà età (quello in tv bisogna blandirlo sempre), i "mematori" dell'Internet e i gagghisti vari del Fantasanremo e soprattutto gli artisti "spalla", che portano a casa una botta di visibilità enorme per i propri repertori, diritti Siae, stream e ricerche Google assicurate. Non è un caso se nella lista dei 30 ospiti ce ne sono una buona decina che fino a un paio di edizioni fa si sarebbero forse prestati al massimo come superospiti. 

Così facendo si aumenta vertiginosamente il numero di artisti coinvolti – come facciano a starci tutti all'Ariston, non si sa –, si moltiplicano le fanbase (in alcuni casi nutritissime), si coagula ulteriore attenzione su questa settimana, si ingigantisce la Fomo. A quale prezzo? Quello di fare diventare un esperimento interessante una specie di Tale e Quale Show con i cantanti veri in gara, un Ciao 2020 con qualche mullet di meno.

Per comodità abbiamo diviso i duetti (che tali non sono) in categorie.

Belli

Tra i pochi su cui ci sentiremmo di dare fiducia a scatola chiusa ci sono Loredana Bertè, Bigmama e Diodato. Loredana è con Venerus e portano Tenco e Fossati. Meraviglia. Bigmama porta tre giovani artiste brave come Gaia, La Niña e Sissi sul palco ed essendo lei un'esordiente poteva fare una scelta più semplice e paracula. Il pezzo, Lady Marmalade di Labelle, è un po' Maria Tomba a X Factor, ma va bene così. Diodato fa De Andrè e con Savoretti potrebbe venire fuori una cosa abbastanza wow. Menzione speciale per Bnkr44 con Pino D'Angiò che fanno Ma quale idea dello stesso D'Angiò. Sta nel grande calderone delle autocelebrazioni di cantanti in vita che però vengono trattati da morti, di cui parleremo dopo, ma l'accoppiata suona molto figa, quindi la mettiamo qua.

Stiamo a vedere

Questi sono dei duetti veri, per lo meno. Emma con Bresh fa un medley (perché poi, boh) di Tiziano Ferro: non la cosa più nuova del mondo, ma sono brani e Tiziano portato nel rap si sa che può funzionare eccome. Gazzelle con Fulminacci fa Notte prima degli esami di Antonello Venditti: un po' cliché, ma si mettono in gioco e li ascolteremo volentieri. Negramaro e Malika Ayane stesso discorso con La canzone del sole di Lucio Battisti. Hanno le spalle abbastanza larghe, anche se Battisti è un killer di aspiranti coverizzatori. Annalisa con La Rappresentante di Lista e il coro Artemia che fanno Sweet Dreams (Are Made of This) degli Eurythmics sulla carta non è niente male.

Massimo Pericolo

Non inteso come Vane. Ma come il rischio che si prendono in una serata così i rapper a Sanremo, già di loro fuori dall'habitat naturale. Ghali si presenta con l'artista tunisino Ratchopper e la cosa stuzzica molto, meno il titolo del medley che si inserisce in questo clima da "grande sagra nazionale". Diverso il discorso per Geolier che sale sul palco con Luché e Gué a comporre un tris di nomi che finiscono in "é". Fino a qui tutto bene, anzi gaso. Gigi D'Alessio è quel pegno pagato al nazionalpop che capiamo, ma ci saremmo volentieri risparmiati. In entrambi i casi massimo pericolo, ma anche potenziali figate. 

Non sono duetti

Le cose musicalmente migliori potrebbero arrivare da Mahmood, Dargen e Angelina, che sin dalla scelta degli ospiti dimostrano di non volerla buttare in caciara ma di ragionare come degli artisti, cioè sul brano e il suo arrangiamento. Da qui la scelta di farsi accompagnare da cori e orchestre. Probabilmente verranno benissimo. Un piccolo dettaglio: non sono duetti.

Trash

Alessandra Amoroso con Boomdabash che fanno un medley di loro stessi manco avessero il repertorio degli Abba (ma poi siamo a febbraio, ma come Karaoke Guantanamera?!) e Fred De Palma con gli Eiffel 65 sono quasi incommentabili. Mr. Rain con i Gemelli Diversi che fanno Mary e Clara con Ivana Spagna lo sono del tutto. Un po' di contegno signori, non è una festa di laurea e non avete bevuto cinque gin tonic. 

Bastiamo a noi stessi

Nek e Renga sono dei geni. Rimangono loro due, fanno una Laura non c'è di qua, un Angelo di là e passano all'incasso. 

Tu sei leggenda

Questa è la categoria più corposa. Una decina buona di artisti in vita che vanno sul palco dell'Ariston a prendere la propria dose di gratitudine da parte del pubblico italiano. Qualche cosa di intrigante c'è – il già citato D'Angiò, la solita Rettore, pure Cocciante –, ma io preferisco Teche Teche Te. 

Io sono leggenda

I Ricchi e Poveri cantano loro stessi, perché nessun altro merita la loro ugola. Lo fanno avocando a sé Paola e Chiara per non rischiare di esseri presi troppo sul serio. Non è né una cover né un duetto, a voler essere puntigliosi. 

Noi siamo leggenda

Mannoia e Gabbani fanno l'una il pezzo dell'altro, a rimembrare quel Sanremo 2017 in cui sono arrivati lui primo e lei seconda. Un po' tipo Borg-McEnroe, stesso livello di epicità. Lo stesso per Sangiovanni, che fa due volte una sua stessa canzone, in italiano e in spagnolo. Farfalle, non Arrivederci amore, ciao.  

Voi siete pazzi

I Santi Francesi fatto Hallelujah di Leonard Cohen. Ok, c'è Skin che darà una mano, ma con questa scelta non vi basteranno le benedizioni di 22 antipapi di Avignone a evitare lo sfacelo.

Fabrizio Moro

Fabrizio Moro viene celebrato in presenza da Il Tre e poi anche da Maninni, che interpreterà il suo ruolo nel pezzo con cui vinse Sanremo assieme a Ermal Meta. Quando uno è un gigante della musica italiana, d'altra parte....

Il Volo

Null'altro da aggiungere, vostro onore.

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L'articolo I duetti e le cover erano la serata più figa di Sanremo, ora è un film dell'orrore di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-01-26 09:55:00

COMMENTI (2)

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  • MarioMiano 11 mesi fa Rispondi

    Ma c'è davvero il bisogno di guardare Sanremo? Spotify te le spara il giorno dopo e senza i vestiti kitsch di Amadeus o le vallette super ospiti e tutta quella pubblicità.
    Figurarsi la serata dei duetti, mai vista!
    La risposta è che evidentemente ce n'è bisogno: perché più articoli che parlano di Sanremo (come questo e tutti gli altri dei giorni passati) sicuramente attirano molti più clic in questi tempi di commovente tristezza.
    Viviamo tutti con i numeri ormai, poi non importa se Chiara Ferragni non sarà una pasticcera ma firma le uova di pasqua ma qualunque cosa che fa numeri è oggetto di attenzione, anche se spesso si tratta del nulla.
    La pandemia è finita grazie a Dio e la gente sembra sia fuggita dai TG che ci raccontano di ostaggi e femminicidi.
    Purtroppo la settimana di Sanremo mi sono capitati impegni serali e sto già sentendo l'astinenza!

  • MaxAlbe 11 mesi fa Rispondi

    inserirei nella categoria "Tu Sei Leggenda Ma Ci Siamo Scordati Di Chiamarti Come Superospite, Cazzo Siete Troppi Come Si Fa A Chiamarvi Tutti" anche I Kolors con l'Umbertone nazionale. Un tripudio di Glorie, guerrieri di carta igienica e dam dabadam dabadam, dabadamdamdamdamdam.