Perché Kaos rimane un esempio per chiunque voglia fare rap in Italia

Egreen – che ha dopo pubblicato il concept album "Bellissimo" – ci racconta come anni fa Marco aka Kaos One ha cambiato il suo modo di vedere le cose, con dischi come "Fastidio", "L’attesa", "M&M". E perché bisogna essere grati a quelli come lui

Kaos al Locomotiv di Bologna nel 2016, foto di Diletta Caimmi
Kaos al Locomotiv di Bologna nel 2016, foto di Diletta Caimmi
09/03/2023 - 13:35 Scritto da Egreen Egreen 9 Kaos 160

Egreen è un personaggio storico, e unico, nel rap underground italiano. Nato a Bogotà nel 1984, è cresciuto tra il varesotto e Milano. Ha iniziato a fare rap nel 2002 e ha diversi dischi all'attivo, grazie anche alla collaborazione con DJ Shocca. Nel febbraio 2022, dopo un anno vissuto nella sua città natale Bogotà per via di un’emergenza familiare, Egreen ha pubblicato il suo disco Nicolás, un album da totale indipendente per raccontare un percorso fatto di fallimenti oltre che di momenti positivi (ce lo ha raccontato in maniera sincera e coinvolgente qua).

Ora Egreen è tornato con Bellissimo, un disco omaggio a Kaos One, artista fondamentale in Italia per una generazione di persone coinvolte dall’impatto culturale dell’hip hop anni ’90. A firmarlo con lui come produttore Sick Budd, classe 1992, protagonista di una coppia duratura e molto potente con il rapper Silent Bob.

Egreen qua ci racconta cosa rappresenta Kaos per lui, e perché "dedicargli" un disco. Il disco sarà presentato con un live domenica 12 marzo al Legend Club di Milano.

Kaos a fine anni '90, quando io ero solo un fan e anche abbastanza ignorante e ingenuo per dirla tutta, rappresentava un entità vera e propria, un personaggio mitologico nella scena, qualcuno di inarrivabile e soprattutto di “unapproachable”. Una persona che si circondava di una cerchia ristrettissima di persone e che aveva una politica di “tolleranza zero” verso tutto ciò che non rientrava nei canoni della sua visione e del suo approccio alla disciplina del rap.

Tutti hanno pensato che il filo spinato della cover fosse un riferimento al suo album Karma, in realtà tutt’altro. Da quando ho memoria, ha flashato quel tatuaggio del filo spinato avvolto al suo braccio destro, presumibilmente quello della scrittura e quello con cui impugna il microfono. Come spesso ho detto in merito a lui e ad altri suoi colleghi del periodo che hanno fatto dischi per me e il mio percorso a dir poco fondamentali, non li ho capiti se non dopo svariati anni.

Egreen
Egreen

Per la precisione mi riferisco ai tre dischi dai quali ho tratto maggiore ispirazione per il progetto Bellissimo, che sono Fastidio, L’attesa, M&M esattamente i dischi suoi che mi hanno traghettato dall’essere ascoltatore di un genere a volerlo fare mettendomi in gioco. In un secondo momento ho capito meglio alcune cose, ma sopratutto alcuni suoi dischi. E quel concetto di “FASTIDIO” che è inequivocabilmente il leitmotiv di Bellissimo, senza però voler emulare lui, essere fastidiosamente didascalico o mettere insieme un’accozzaglia di citazioni a caso o riferimenti senza senso solo per il gusto del sensazionalismo di un concept album “dedicato a Kaos”.

Ho avuto l’enorme privilegio di girare l’Italia insieme a lui in diverse occasioni dal vivo per un paio di stagioni. Nulla di ciò che ho messo o scritto nel disco è lì per caso. Ho cercato di interpretare quanto sopra nella maniera più intellettualmente onesta possibile ma soprattuto mai snaturando Egreen o la sua cifra stilistica. Non ne sarebbe valsa la pena.

Ovviamente non ho citato solo Marco. Purtroppo ancora oggi c’è una grande carenza di chiavi di lettura per interpretare la “big picture” in oggetto all’interno di un concept album come questo e io non posso spiegare ogni sillaba ogni 5 minuti a tutti quindi va bene cosi. Però faccio un esempio: nella traccia Professionisti in materia a sua volta cita Gente Guasta, nella traccia Fino alla fine a sua volta cita Chief. Gente che di rimbalzo ho ri-citato anch’io in Bellissimo, ma sono solo layer della mia scrittura che forse risultano essere fin troppo – e inutilmente – complessi. 

Egreen
Egreen

Tornando invece a quell’aurea di Kaos che letteralmente schierò un’intera generazione in quegli anni, posso solo dire con molta stanchezza e frustrazione che non è stata una scelta per me quella di rispecchiarmi nell’essere un lupo solitario in questo ambiente, nel prendere delle decisioni e andare dritto, nel percorrere le strade meno facili e nel letteralmente sacrificare molto, forse tutto. Per un qualcosa che forse non mi ridarà mai indietro quanto le ho dato. Non è divertente e non è un gioco. Non sto interpretando un ruolo. La gente a volte non capisce o peggio ancora, fa finta di non capire.

Tramandare questo schifo di fastidio ha un prezzo e te ne accorgi solo quando l’hai pagato da un pezzo.

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L'articolo Perché Kaos rimane un esempio per chiunque voglia fare rap in Italia di Egreen è apparso su Rockit.it il 2023-03-09 13:35:00

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