Il mio analista, di scuola lacaniana, sostiene che nessun uomo è in grado di soddisfare completamente una donna, se non nella psicosi. Come esempio cita spesso la coppia di amanti in "Le onde del destino". Bess, tesa verso l’amore assoluto nei confronti di Jan, accetta una dopo l’altra impassibile le terribili prove che Dio le infligge. Una tenacia, la sua, che solo la psicosi può concepire.
Dando per buona la tesi lacaniana, occorre ammettere che esiste un fondo oscuro nell’animo femminile, un fondo impenetrabile, teso verso un ideale maschile irrangiungibile nella realtà. Un uomo, con quel fondo oscuro, ha la possibilità di venirci a patti, avvicinarcisi il più possibile, in parte comprenderlo, ma mai illuminarlo del tutto, tantomeno colmarlo.
Non sono questioni da poco. La paura nei confronti del femminile continua a segnare la storia dell’umanità. È impensabile, sempre secondo il mio analista, analizzare il fenomeno dell’Isis o il femminicidio senza considerare un fattore del genere.
Scrivere canzoni d’amore allora, se fatto con la giusta sensibilità, nulla ha di rassicurante né di consolatorio come ci si aspetterebbe. È piuttosto un tentativo di mettere in luce l’irrisolvilbile tensione tra due mondi che si attraggono e confliggono dall’inizio dei tempi.
Califano, prima di svendere la propria raffinatezza a un’immagine di sé frusta e fuorviante, lo aveva compreso chiaramente, al punto da permettersi di indossare con disinvoltura perfino panni femminili (sì, proprio lui).
All’inizio degli anni ’70 il cantautore romano dona a Mina testi di una bellezza assoluta, compresi in due dischi usciti prima come album doppio e in seguito pubblicati separatamente.
"Frutta e verdura" purtroppo non l’ho mai ascoltato. "Amanti di valore" al contrario l’ho divorato. A colpire, oltre all’’interpretazione compassata, inimitabile di Mina (tutto fuorché un agnello sacrificale in balia del maschio) e un lavoro di arrangiamento che esalta le migliori peculiarità della canzone italiana, sono proprio i testi di Califano.
Difficile scegliere un brano in particolare, tanto il disco suona omogeneo, quasi un concept incentrato sulla complessità dell’amore.
Messo alle strette scelgo la canzone che dà il titolo all’album. "Amanti di valore" è un brano in 2/4 elegante, scarno, eppure ricco di colori. La batteria di De Piscopo si limita a lungo a due soli colpi di cassa e a uno svogliato lavoro sul charlie socchiuso, mentre la chitarra ripete un riff ossessivo, prima di aprirsi alla melodia del ritornello e a un assolo alla Lee Underwood, dal sapore west-coast.
Il testo mette in scena una coppia vista in una posizione di assoluta parità, fiera del loro amore carnale, consumato in una notte di passione. L’amore premierà/ due corpi che al pudore hanno gridato: fai pietà/ e certo sarà fiero di vederci ancora qua/ nemici dell’aurora/ (...)/ come si fa tra amanti di valore.
Personalmente, tra le tante maschere che l’amore può concepire questa è quella che mi piace di più.
Emidio Clementi ha pubblicato sei dischi con i Massimo Volume e scritto otto libri. Attualmente è impegnato nello spettacolo "Notturno Americano" - insieme e Corrado Nuccini ed Emanuele Reverberi dei Giardini Di Mirò - i cui reading sono inseriti nell'omonimo album (che potete ascoltare qui).
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L'articolo Analisi del testo: Emidio Clementi ci spiega “Amanti di valore” di Mina di Emidio Clementi è apparso su Rockit.it il 2015-04-28 11:04:00
COMMENTI (2)
Ho un ricordo molto preciso delle canzoni di Mina che venivano trasmesse alla radio quando ero bambina (primi anni '70) e poco tempo fa mi sono resa conto che gran parte del mio immaginario sull'amore derivava dai testi delle sue canzoni (soprattutto quelli di Malgioglio). Nel bene e nel male, credo che nessuno abbia saputo interpretare meglio la psicologia femminile.
finalmente qualcuno che rende giustizia alla grande poesia di Califano.