L'ipnosi è un fenomeno psicosomatico che può essere causato da una suggestione dovuta a un'immagine o un suono percepito intensamente, questa è la definizione che ho trovato su Wikipedia e mi fido, perché sembra proprio parlare del sound di Eugenia Post Meridiem, una band nuova e fresca, nata nel 2017 dall'incontro tra Eugenia (voce e chitarra), Matteo (basso), Giovanni (chitarra solista e tastiere) e Matteo (batteria e percussioni).
È uscito da poco il loro secondo singolo, Blue Noon e non smentisce l'opinione che avevamo avuto sul primo pezzo uscito, Low Tide: psichedelia folk, arrangiamenti essenziali e voce cristallina, senza tempo, che sembra provenire da una capsula del tempo su cui sta scritto 1968. Grace Slick dei Jefferson Airplane che incontra Florence Welch, mutuata da tutte le cantanti indie folk dal 2000 in poi, ecco che note fa vibrare la voce di Eugenia. Che stile!
"Blue Noon vuole rappresentare la forza poetica del mezzogiorno che iconicamente trattiene in sé come momento di estrema contemplazione e percezione di ciò che ci circonda. Tutto ciò che ad esso segue, è materia di creazione, non a caso la band prende il suo nome proprio da after - noon (post meridiem)."
Gli EPM fanno musica totalmente fuori moda e proprio per questo funziona benissimo. Chitarre acide, batteria non compressa, basso che muove il pezzo, arrangiamenti sottili e ricercati fanno da contrappunto a una voce rara. Ci addentriamo in territori poco esplorati per il nostro paese, da anni assuefatto al pop e alla trap da andare a cercare percorsi alternativi fuori confine. Fortunatamente ci sono band che decidono di proseguire tradizioni di diverso genere anche in Italia, Eugenia ne è un bellissimo esempio, che siamo felici di ospitare al MI AMI Festival domenica 26 maggio sul palco WeRoad insieme a Her Skin, Ginevra e Malihini.
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L'articolo Eugenia Post Meridiem: un'altra musica è possibile di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-05-14 12:20:00
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