Sono qui, in mezzo alla folla. Strano, davvero strano ritrovarsi a un concerto senza sedie, senza distanziamento e a piena capienza. Sul palco gli Eugenio in Via di Gioia, in uno dei primi live del ritorno alla normalità, in quella che già potremmo chiamare era post pandemica al teatro Concordia di Venaria. Mi trovo circondato da sguardi complici e da un entusiasmo palpabile che avvolge l’intera sala, con la voglia di tornare a godersi la musica come un tempo.
Ne sono passati di anni da quando andando all’università mi capitava di incontrare nelle strade del centro questi quattro ragazzi tutti pimpanti e allegri che suonavano col cappello a terra. Già allora Eugenio Cesaro e soci, con la lorogioia fanciullesca, coltivavano il sogno di vivere di musica e raccontare storie. Li ho sempre visti crescere così, con un occhio ma a debita distanza allo stesso tempo, fino al Concertone del Primo Maggio a Roma nel 2019 e al Festival di Sanremo nel 2020, vero trampolino di lancio per arrivare alla portata del grande pubblico. Ero convinto che ormai fosse tutto pronto perché se lo prendessero, ma è stato proprio in questo momento culminante e decisivo che è arrivata la pandemia e la fine dei concerti.
Per una band così allegra e presa bene, non suonare live come si dovrebbe deve essere una tortura, tanto più per quasi due anni. Una condanna al punto tale che loro stessi hanno deciso che sarebbero tornati dal vivo solo al momento di una vera riapertura. E così è stato: tutta la frustrazione di questo periodo interminabile si è sciolta nell’abbraccio dei migliaia di fan che sono andati a sentire il primo dei loro concerti post Covid.
Dopo il primo brano Eugenio prende il microfono e urla: “Le suoniamo tutte!”. Una dichiarazione di amore e allo stesso tempo una sfida (che poi andranno a vincere). L’obiettivo della serata è suonare tutto il loro repertorio, per festeggiare al meglio questo ritorno ai live. Non assistevo ad un loro concerto da tantissimo tempo, dai tempi in cui suonavano per strada forse, e questa prospettiva mi ha dato la possibilità di notare come la loro performance sia rimasta leggera e divertente, spontanea ma allo stesso tempo ben gestita. I brani si susseguono quasi sempre con un intermezzo dei quattro che dialogano col pubblico, raccontano storie e cercano quel contatto che da sempre fa parte del loro stile semplice.
Nella tracklist – lunghissima – che gli Eugenio in via di gioia hanno in programma arriva Selezione naturale ed il pubblico inizia a cantare in coro: “Il male esiste è un dato di fatto e non si può annientare…”. Prosegue il brano e prosegue il coro, fin quando, dopo le parole “…esempi negativi i rapper”, inizia a cantare Willie Peyote, anche lui torinese DOC, da un lato del palco. Pubblico in delirio e caos generale accolgono l’inatteso ospite, che duetta con la band per tutto il brano. Willie è bello carico e il brano sale d’intensità fino ad essere quasi urlato da Eugenio.
Oramai sembrapiù una festa che un concerto e la gente sta sbracata ai bordi del palco e super accalcata nel centro. I siparietti si susseguono e arriva il momento per l’acclamata Eurovision a Turin, il parodistico brano scritto per l’Eurovision 2022 che si terrà a Torino. Quando parte capisco che le faranno davvero tutte.
I momenti festosi e goliardici si mescolano a quelli più intensi e emotivi a seconda dei brani. In Altrove si raggiunge forse il picco di questa dicotomia con tutto il pubblico che accende le torce dei telefoni per simulare gli accendini d’altri tempi. Il colpo d’occhio delle luci, la musica a tratti solenne ed il testo significativo hanno reso quei minuti i più intensi della serata.
La resa sonora della discografia è ben riuscita. Il sound folk e pop della band mantiene la sua efficacia per tutto il concerto. Chitarre sferraglianti e percussioni incalzanti s’intrecciano alle melodie della sezione fiati ed i brani si aprono maestosi. Rimane la vena popolaresca degli Eugenio In Via di Gioia. I brani vengono cantati quasi con uno stile da cantastorie e, del resto, i testi raccontano egregiamente ciò che ci circonda. Suonare tre dischi in una sera non è per tutti ma i quattro giovani riescono a reggere il palco da professionisti navigati.
Un primo respiro di normalità, un giocoso ritorno al futuro, un volersi bene tutti insieme. Sono forse questi i modi migliori per descrivere questa prima data degli Eugenio in via di gioia. Arrivo alla fine, dopo tre ore intense, e mi sorprendo nel trovarmi un po’ spompato. Rientrando a casa, però, mi rendo conto di sentirmi più leggero, più sereno. La natura catartica della musica e dello spettacolo in genere, quella forza che ti emoziona, quell’energia positiva che ti fa stare bene e ti fa pensare a quanto siamo stati incoscienti a privarci dell’arte per così tanto tempo. Si vede che tutto questo mancava. Sarà il caso di tornare a farci l’abitudine.
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L'articolo Eugenio in Via di Gioia libera tutti di Pantaleo Romano è apparso su Rockit.it il 2021-10-29 16:39:00
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