Eurovision 2022: le pagelle della finalissima

La sfida finale tra le venticinque canzoni – alcune belle, la maggior parte decisamente meno – per il terzo frullatore di luci, colori, musica e trash in diretta dal PalaOlimpico di Torino

14/05/2022 - 21:00 Scritto da Marco Mm Mennillo

Siamo alla fine: l’Italia, alla fine, ha fatto anche una bella figura: incredibile, vè? Questa sera è la resa dei conti per la gara: la sfida finale tra le venticinque canzoni – alcune belle, la maggior parte decisamente meno – con ospiti la sempreverde prima vincitrice italiana Gigliola Cinquetti e i campioni in carica Måneskin a presentare il singolo nuovo, con buona pace di Toto Cutugno, povera stella. Terza bowl di pop corn, terzo frullatore di trash, terza serata – stasera un po’ più lunga – di lustrini, luci, colori e pyro. Come dice mister Martin Österdahl: “you’re good to go”. 

Rockin’1000 - Give Peace A Chance: 500 (uno per ogni musicista)

Sono parte in causa: nella formazione della “più grande rock band al mondo” che ha suonato in Piazza San Carlo per l’opening, c’ero anche io, in mezzo a tubi led e droni a riprendere la performance di cinquecento musicisti – solitamente in mille – su una versione rock di Give Peace A Chance, con un che di We Will Rock You. Il simbolo della musica che inonda, riempie la città e chiede la pace a gran voce, e arriva nel PalaOlimpico a riscaldare il pubblico aizzato da Ale Cattelan e MIKA. E che fatica girarlo, mamma mia, quindi il voto alto ce lo meritiamo, eddai.

Laura Pausini - Benvenuto / Le cose che vivi / Io canto / La solitudine / Scatola: 5 (canzoni/lingue/cambi d’abito)

Forse era la scelta più azzardata tra i tre host, ma Laura Pausini se l’è cavata in maniera perfetta come conduttrice. Si è meritata l’autocelebrazione in apertura di finale. Le cinque canzoni non saranno le migliori del suo repertorio – Dov’è Simili? Dov’è Come Se Non Fosse Stato Mai Amore? Cocciante quanta SIAE tirerà giù da quel minutino di Io Canto?– , ma ciò che lascia con l’amaro in bocca è che una che, oggettivamente, sa cantare e tirare giù il palazzetto, abbia appaltato, certamente per qualche ragione tecnica, la performance al playback per favorire i cinque cambi d’abito. Uffa Laura, volevo piangere e darti un voto alto e farmi cacciare da Rockit.

 

Repubblica Ceca, We Are Domi - Lights Off: 8 e mezzo

Un grower, è ancora nella mia playlist e alla seconda performance Domi, la cantante, è più precisa e a fuoco. Riconosco qualcosa di 80s e 90s, una spruzzata di Bronski Beat, che fa revival ma non vecchio. Sembrano, di nuovo, i primi ospiti internazionali e non vedo l’ora di sentirli a Sanremo alle 3 di notte, mentre la Parietti sonnecchia.

Romania, WRS – Llámame:  Siempre 3! Siempre Olè! 

Il fatto che la finale sia una festa per i fan eurovisivi è l’assurdo coro del Palaolimpico che canta in coro il testo del ritornello di questa (volendo essere buoni) canzone. Ne prendo nota e rimpiango di aver scelto la traccia audio senza Malgioglio. È una killer hit. Bruttina, ma comunque killer hit. Ma comunque bruttina.

Portogallo, MARO - Saudade, Saudade: 8 e :(

Tristezza in sei ottavi, ma scritta bene, cantata ancora meglio dell’altra volta. L’impressione è che in finale il pubblico dia uno sprint a tutte le performance, e questa sembra ancora più emozionante. Ma forse sono solo anziano e mi commuovo facile. 

Finlandia: The Rasmus – Jezebel: 8

Il mio cuore anni '90, non può, non può, non può non amarli. La formazione nuova, il frontman invecchiato – ma arrivarci a quell'età col coraggio di stare in eurovisione a torso nudo a giocare con i palloncini. La performance con il giallone fluo funziona, la canzone è bella, e suona come un ricordo del mio iPod mini. E direi che è un gran complimentone. Ah, volete sapere se poi l'altra volta, dopo la serata ho davvero messo In The Shadows e pianto? No. Ho messo TUTTO l'album Dead Letters.

Svizzera, Marius Bear, Boys Do Cry: 6(anche)meno

Ancora più lacrime, ancora più tristezza, ancora più intensità. Ancora più “voglio la versione natalizia”. Mario Orsetto Del Cuore ti si vuol bene, ma anche meno. Firmato: uno che piange sempre, ma metto quella dei Cure, guarda. 

Francia, Alvan & Ahez – Fulenn: 4 e Voilà

Sarà anche una hit, questa roba danzereccia con richiami etnici ma non voglio mai più ascoltarla in vita mia, aiuto. Incredibile che questi l'anno scorso erano in gara con una raffinatissima cartolina stereotipata Voila Voila La Baguette La Tour Eiffel e quest'anno con una truzzata in lingua bretone. Riconoscete la lingua bretone dal cappello e l'ombrello in carta di riso e canna di bambù. (Scusatemi, mi faceva ridere, ci penso da giorni)

Norvegia, Subwoolfer – Give That Wolf A Banana: Sempre 2, così almeno una la mangiano.

Se non uccide, fortifica. Se non puoi eliminarti, unisciti a loro. Alla fine, questa combriccola di cialtroni, almeno ci fanno memare e ridere. E allora ridiamo. Li aggiungo alla playlist. Ma poi dopo l'Eurovision fuori dalla mia testa, grazie.

Armenia, Rosa Linn – Snap: 6 (Taylor's Version)

La ballad adolescenziale che probabilmente passerà inosservata ai fini della gara cresce nella seconda performance e riascoltandola fa venire in mente le vecchie cose di Taylor nostra, ma quelle registrate di nuovo. Ce ne ricorderemo? Male che va segnatevi il titolo su un post-it, tanto Rosa Linn ne ha tanti.

Italia, Mahmood & BLANCO – Brividi: Fuori concorso

C'è tanto da dire sulla performance dei due nostri condottieri. La canzone è, dal punto di vista compositivo e produttivo, in un altro campionato rispetto alla media eurovisiva. Non sempre basta a vincere, anzi. Ma siamo qua da campioni e gli streaming in tutta Europa mostrano quanto abbiamo fatto bella figura. La versione di tre minuti per l'Eurovision funziona – ricordiamo i crimini perpetrati ai danni di Occidentali's Karma – ed è costruita per far cantare il palazzetto con i nostri eroi: l'inizio a cappella, sacrificando soltanto un ritornello, ma mantenendo il corpus e la struttura intatte. Michelangelo sul palco al piano, Mahmood e BLANCO emozionatissimi (ma lo sapevate che BLANCO si scrive in maiuscolo?) al punto che Mahmood inizia il brano lievemente calante per poi mettersi a fuoco durante la performance che sul finale fa urlare, giustamente, il PalaOlimpico. Bravi.

Spagna, Chanel – SloMo: 5. gimme more, gimme gimme more

Arieccolo, il momento Festivalbar Latino. Ora: la Spagna è agguerritissima –  su twitter sembra detestarci – e arriva con un pezzo costruito benissimo, sceneggiato, coreografato e performato con precisioneda killer, ma che per quanto ci sia aria di wannabe Camila Cabello è più dalle parti di una performance tratta da Paso Adelante. C'è qualcosa che ricorda Gimme More di Santa Britney Liberata. Bella l'idea del video da riguardare in SloMo con le luci strobo a simulare lo SloMo, ma, per citare due hit immortali: si può fare di più: gimme more.

Olanda, S10 – De Diepte: S9 (è sempre la battuta dell'altra volta, che lei si chiama S10...)

Quanto si vede quando gli artisti hanno veramente una carriera anche fuori dall'ESC. E S10 lo dimostra. Cresce ad ogni ascolto. Non solo non la skippo se viene fuori, ma qualche volta la metto proprio io. Ancora più emozionante la performance minimalissima. Bene così.

Ucraina, Kalush Orchestra: Stefanìa: 8 e mezzo

A volte in competizioni o eventi come Sanremo o lo Eurovision ci sono canzoni che crescono acquisendo un nuovo significato man mano che vengono eseguite anche per ragioni extramusicali. Stefanìa è stata al centro di una narrazione di fratellanza tra i performer in gara – un esempio è il video del duetto con i nostri Mahmood e BLANCO – e stasera mi è parsa ancora più commovente, al netto del fatto che sua una BOP, come dicono i giovani. Poi, sul finale, l'appello ad aiutare l'Ucraina e Mariupol. Alessandro Cattelan, in conferenza stampa, prima dell'evento ha detto: "Lo Eurovision non è uno spettacolo politico, ma ha dei valori", e rappresentare l'attualità attraverso la musica è uno di questi.

Germania, Malik Harris – Rockstars: Stan e mezzo

Chissà come farà Malik Harris a performare con, sulle spalle, il peso della contemporaneità. Sembra che gli abbiano detto: "Và e porta all'Eurovision quello che piace ai giovani d'oggi". E così, chitarra a tracolla come Ed Sheeran, beat simil-post malone, un testo bieberoso sulla voglia di tutti di apparire come delle rockstar, nulla di memorabile, ma almeno la canzone è scritta bene, a me ricorda anche Dry your eyes di The Streets e Stan di Eminem, ma questo me la fa paicere.

Lituania, Monika Liu – Sentimentai: 6 meno meno yawn

La prima volta era innocua, stavolta – in mezzo a canzoni migliori? – nonostante il concetto e l'allure d'altri tempi mi ha annoiato un filo. Ma di perle.

Azerbaijan, Nadir Rustamli – Fade To Black: 5 in condizioni di rovescio o temporale

Mi immagino Nadir che chiede ad Alexa il tempo: "Alexa how is THE WEATHEEEEEEEEER?"

Belgio, Jérémie Makiese – Miss You: 5ive

Speravo crescesse in una successiva performance, e invece mi ricorda sempre più un mondo di boyband che normalmente amerei, ma se proprio devo, metto un video degli *nsync. Comunque riesce a fare una buona figura nonostante tutto.

Grecia, Amanda Georgiadi Tenfjord – Die Together: 7

Per essere una canzone non sparata, non uptempo, senza fuochi e sparacoriandoli, riuscire a reggere la seconda performance è già un merito. E su disco anche meglio.

Islanda, Systur – Með Hækkandi Sól: 8! Ding Dong!

Irresistibili, vorrei conoscere l'islandese per cantarla fortissimo con loro, o anche abbracciarle e fare serata con loro, salutandole con il cuoricino. Esattamente ciò che volevano essere i Fire Saga: emuli degli ABBA, con anima islandese.

Moldavia, Zdob şi Zdub & Advahov Brothers – Trenulețul: LOL e mezzo

Grazie Moldavia, che resisti con la tua locura, mentre mi han fatto fuori i Circus Mingus. 'nnaggia. Il cantante è evidentemente l'omologo moldavo del rapper Shade tra una decina d'anni, ma vestito un pelino peggio. Aggiunta alla playlist party? Invitatemi alla vostra festa.

Svezia, Cornelia Jakobs – Hold Me Closer: 9

Ho già detto quanto sia importante la Svezia per il pop mondiale e in particolare per l'Eurovision Song Contest. Questa canzone conferma tutto. Ben interpretata, con una struttura solidissima e la performance con il microfono a cavo e lo sguardo in camera è perfetta per il testo malinconico e passivo-aggressivo: "Ti auguro il meglio, avrei solo voluto amarti di meno". Pronti a inviare il link di Spotify ai vostri ex?

Australia, Sheldon Riley – Not The Same: 5 e scusami Sheldon devo andare

Sheldon è quello che alle feste, quando ti stai divertendo, si avvicina e ti dice di doverti raccontare una cosa, e tu lo lasci parlare mentre ti racconta tutti i suoi problemi. Non riuscirai a divertirti più, per tutto il resto della serata, mentre lui intanto si è sfogato, si è fatto un piantino e va a ballare. Sheldon, ci stavamo divertendo, dai. Sia messo agli atti che ha un vestito del peso di 40kg, e comunque è meno pesante di questa canzone.

Laura Pausini – Nel Blu Dipinto Di Blu (Volare) a cappella: 8

Ecco, Laura, sai cantare. Bastava questo come opening. Eddai.

Regno Unito, Sam Ryder – SPACE MAN: 8+

E se, per la prima volta in ere geologiche, il Regno Unito – ovvero il paese che ha dato il maggior contributo alla musica pop mondiale – volesse effettivamente provare a vincere lo Eurovision e portarlo a Londra? La BBC potrebbe mandare letteralmente chiunque, tra nuove leve del pop alternativo a leggende della musica anglosassone, e invece ha cercato di svignarsela con proposte tipo i BLUE redivivi o, l'anno scorso, il fratello di John Newman – letteralemente. Sam Ryder è la scelta giusta. Chili di glam pop inglese, dai Queen a Elton fino ai falsetti di MIKA. Con una storia ispirazionale di stelle e di spazio in salsa Bowie. A me, l'ha venduta. Si. Il titolo scrive in maiuscolo. Come BLANCO. (Non la supero, oh, 'sta cosa)

Polonia, Ochman – River: 4

Pretendo lo split album del Lorenzo Licitra polacco con il cantante Azero. Ochman nella tempesta ricreata in computer grafica, e Nadir che gli chiede "THE WEATHEEEEEEEEER?"

Serbia, Konstrakta – In Corpore Sano: 8

Figuratevi se so mezza parola di serbo. Ma ho scoperto Konstrakta grazie a questo Eurovision e ho scoperto un'artista complessa e profonda. In Corpore Sano riascoltata in macchina è irresistibile – provi anche a canticchiarla con risultati indecenti – e unisce un messaggio profondo ed importante – I versi finali sono spaccacuore – a un modo di raccontarlo semplice, artsy e divertente. Come direbbe Virginia Raffaele: pefformanz.

Estonia, Stefan – Hope: 3 yi-haaaa

Il country estone peggiora e somiglia a Wake Me Up. Mi aspetto che tiri fuori un Kinder Cereali dalla tasca.

Måneskin – Supermodel e If I Can Dream: fuori concorso

Avrei almeno accennato un pochino di Zitti E Buoni, e invece soltanto il patinatissimo nuovo singolo con il riff Nirvan-eggiante e creato per il mercato americano da Max Martin – Se vedete del fumo sul cielo di Napoli, è il mio cervello che è esploso – ma è comunque un ritorno da campioni. Cattelan ricorda che sul palco di X Factor, lui c'era, ed ora è lui a gestire l'intervista con un Damiano dolorante per una storta mentre girava il video di Supermodel e Victoria, Ethan e Thomas sorridenti, tantissimo. Per annunciare la partecipazione al film Elvis di Baz Luhrmann,  Damiano e Thomas suonano If I Can Dream voce e chitarra, mostrando davvero di che pasta sono fatti. Un consiglio agli artisti in green room da Damiano: "Non avvicinatevi troppo ai tavolini". Et Voilà.

Gigliola Cinquetti – Non Ho L'Età (Per Amarti): 10

In questi giorni di studio intensivo per lo Eurovision sto scoprendo che regina incredibile sia Gigliola Cinquetti. Prima vincitrice italiana appena adolescente e, qualche anno dopo, seconda classificata dietro Waterloo degli ABBA, salvatrice della patria alla conduzione del disastroso Eurovision 1991 a Roma con Toto Cutugno. Torna sul palco europeo con una Non Ho L'Età che fa cantare tutto il PalaOlimpico, con l'arrangiamento più classico possibile, una scenografia stellata e il chiacchierato sole cinetico che gira su se stesso. Com'è stato per altre grandi signore della musica italiana, questa performance potrebbe segnare la svolta per diventare una icona contemporanea. Come il 2021 è stato l'anno di Orietta Berti, il 2022 potrebbe essere l'anno di Gigliola Cinquetti

MIKA – Love Today / Grace Kelly / Yo Yo / Happy Ending: 7 ma...

Una performance da superstar quale è MIKA. Sale sul piano, sventola bandiere, dal vivo è una certezza ma spiace quasi che tre canzoni delle quattro eseguite siano tutte del primo album del 2007, mentre l'inedito non è all'altezza delle altre. Grace Kelly viene proposta proprio come nel trend di Tik Tok, con le voci che compongono la complicata armonia del ritornello, completata da MIKA. Un grande show, ma rivorremmo il MIKA che faceva dischi belli, oltre che inattaccabile live.

Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio con Carolina Di Domenico: 7, 3 e 9

Ho ascoltato poco il commento, ma quel poco che ho ascoltato era così: Corsi che prova a commentare ciò che accade sul palco, ma viene interrotto continuamente da Malgioglio che dice qualcosa fuori posto, di cattivo verso un concorrente o elenca i paesi in cui ha o ha avuto un fidanzato. Di Domenico – una che, ricordiamolo, ha più telegatti a casa lei che tutta l'organizzazione dell'ESC – cerca di tenere le fila di tutto, provando a dire qualcosa di utile ai fini dello show, ma viene ulteriormente interrotta dal cantautore. E così via. Malgioglio era utile per continuità con l'anno scorso, e soprattutto per dare colore e attirare il pubblico di Rai1, ma è stato soltanto d'intralcio al difficile lavoro di due grandi professionisti come Gabriele e Carolina.

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L'articolo Eurovision 2022: le pagelle della finalissima di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2022-05-14 21:00:00

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