Fare un disco è come partorire

Per i Palmaria questo discorso vale doppio: "Ora", il loro nuovo album, arriva in contemporanea alla nascita del loro primo figlio. Ecco come hanno fatto a registrarlo nonostante il covid, le nottate in ospedale e pure uno Sziget al sesto mese di gravidanza

I Palmaria - tutte le foto sono di Francesco Quadrelli
I Palmaria - tutte le foto sono di Francesco Quadrelli

A volte capita di voler scrivere un disco. A volte capita di scoprirsi incinte. A volte capitano entrambe le cose insieme: è successo qualche tempo fa ai Nicaragua, è successo così anche ai Palmaria, duo per anni di base a Londra e che ora, dopo il rientro in Italia, si trova ad avere un componente in più in famiglia e un nuovo album in discografia, intitolato "Ora" e uscito per peermusic ITALY. Ci siamo fatti raccontare da loro come è stato gestire questo momento bellissimo e sfiancante (moltiplicato per 2).

Ora racchiude in nove brani tutte le fasi che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni, dopo un lungo periodo all’estero e un ritorno a casa con i bagagli pieni di emozioni, esperienze e progetti, con la voglia di creare una famiglia ma con molta incertezza legata all’instabilità del nostro mestiere. 

Anche se alcuni brani erano già stati scritti, la fase finale di registrazione di questo disco è stata un po’ una corsa contro il tempo: abbiamo registrato le ultime voci del disco durante l’inizio del travaglio di Giulia. C’eravamo dati come limite per chiudere questo capitolo proprio il giorno del parto e ci siamo arrivati per un soffio. Il filo conduttore è la speranza, la voglia di riscatto, siamo inguaribili ottimisti, che spesso brancolano nel buio, ma alla fine trovano sempre un’uscita di sicurezza. Siamo millennial, cresciuti circondati da incertezza e instabilità a cui il tempo sfugge in un attimo; ormai quasi niente ci stupisce o ci fa paura, abbiamo imparato a affrontare le sfide e trovare sempre il lato positivo.

Abbiamo fatto scelte spesso controcorrente, salti nel vuoto, scalate ripidissime e scommesso il tutto per tutto. Il titolo dell’album è un invito a noi stessi e a chi ascolta a concentrarsi sul momento presente, su quello che stiamo vivendo in ogni istante. Nella copertina abbiamo voluto fotografare in modo molto realistico il nostro ‘ora’. Abbiamo voluto dire: ora noi siamo questo, è nato nostro figlio ma non per questo abbiamo abbandonato il nostro sogno e la nostra musica, anzi, ora più che mai vogliamo dedicarci anima e corpo a creare musica che si connetta con le persone, che le aiuti a essere più presenti e vivere appieno la propria vita, seguendo il proprio percorso, che è unico, accettando se stessi e gli altri per quello che sono.

Domani

Ricordiamo benissimo quando è arrivato il primo mix di questo brano: erano pochi giorni dopo il parto e Giulia era stata ricoverata in ospedale per una febbre altissima, ci hanno fatto stare tutti e tre per più di una settimana in una stanza per fare decine di esami. Nel frattempo Francesco (che dormiva su una poltrona) cercava di portare avanti il lavoro nei ritagli di tempo e, proprio uno degli ultimi giorni, quando già si capiva che era tutto risolto, è arrivato questo primo mix ed è stato molto emozionante. È un brano a cui teniamo molto.

Le Ore

Dicembre 2023, settimo mese di gravidanza e viaggi altamente sconsigliati, decidiamo di partire per una settimana a Roma in cui lavorare con Fudasca e Golden Years alla chiusura di tre brani del disco. Arrivati nel nostro b&b Giulia si sente poco bene e per precauzione fa un tampone. Ha il Covid! Iniziano giorni di delirio in cui Giulia sta male ed è preoccupata, non può prendere farmaci e ha una tosse che non la fa dormire. Francesco riesce a andare in studio da Golden Years e lavorare a ‘Granelli’ (nonché iniziare un brano nuovo con Giulia che manda idee su whatsapp); i giorni seguenti un eroico Fudasca decide di sfidare il Covid e raggiungerci all’appartamento proprio per lavorare a ‘Le Ore’. Buttiamo giù idee, linee di basso e altro ma non era chiaro quanto lavoro avessimo effettivamente fatto. Quando, qualche settimana dopo è arrivata la demo, siamo rimasti scioccati da cosa era riuscito a tirare fuori. Kudos a Fudasca che tra l’altro non ha preso il Covid.    

Granelli

Anche questa add prod di Golden Years è stata fatta a Roma in quei giorni pazzi ma c’è un’altra cosa che la lega alla gravidanza. Stavamo registrando le voci finali di questo brano quando Giulia ha sentito le prime fitte alla pancia. Ci avevano avvertito che dalle prime avvisaglie ci sono molte ore utili prima di doversi recare in ospedale e quindi siamo riusciti a finirle e poi partire per una nuova avventura.

Poesia

Alla session di co-produzione di ‘Poesia’, a Milano, con Pierfrancesco Pasini e Gianluca Cancelli, Giulia è arrivata con un pancione ormai molto visibile. È stato qui che abbiamo fatto il grande annuncio a molte delle persone con cui lavoriamo e le reazioni sono state fantastiche. Ci spaventava un po’ la cosa perché sappiamo che c’è uno stigma su quello che significa diventare genitori per il mondo del lavoro e in particolare nell’industria musicale, ma tutti hanno reagito con sorpresa e entusiasmo. Forse abbiamo la fortuna di lavorare con persone fantastiche o forse qualcosa sta finalmente cambiando? 

Self Care

In questo brano abbiamo scritto: ‘voglio che le cose rallentino’, questo si riferisce a quello che, spesso, succede nelle nostre teste, un turbine di pensieri e paure che a volte vorremmo fermare. Ma per il resto non abbiamo per niente rallentato e non abbiamo intenzione di farlo. Ad esempio, nell’agosto 2023, sesto mese di gravidanza, abbiamo deciso di non rinunciare al nostro set allo Sziget Festival di Budapest, arrivandoci con un bellissimo road trip con tappe a Lubiana e Trieste, più di 2000 km e siamo tornati con una grande carica.

Fili Elettrici

Curiosamente questo brano è nato una mattina del luglio 2021, quando ci trovavamo nel mezzo della foresta in Germania, per scrivere con il producer Moglii. Moglii si alzava tardi e lavorava fino a tarda notte, una mattina ci siamo alzati presto e Giulia aveva in testa la melodia della strofa. Siamo sempre stati innamorati di questo brano ma è rimasto una demo per un po’. Il testo finale è nato durante la gravidanza, con la consapevolezza che saremmo diventati una famiglia ed è venuto fuori l’istinto di proteggere questa cosa così preziosa, per cui saremmo disposti anche a cercare un nuovo pianeta in cui sentirci al sicuro.

Pugno

Pugno è l’ultimo brano che abbiamo scritto per il disco, abbiamo un bellissimo ricordo di quelle prime settimane di ‘attesa’, in cui avevamo ancora le farfalle nello stomaco per la scoperta, in cui riuscivamo a ritagliarci dei momenti per scrivere tra le mille cose da fare. Forse per questo è un brano che parla di speranza, di vedere la luce in fondo al tunnel.

Le Cose

Questo è uno di quei casi in cui le canzoni che si scrivono parlano del nostro futuro, sono profetiche. È un brano che parla di separazione e già ci immaginiamo quanto sarà difficile staccarci da nostro figlio per concerti o viaggi di lavoro, anche se solo per pochi giorni. 

Godspeed / Fili d’Erba

Questo brano è più che mai importante perché rappresenta bene come vogliamo sostenerci a vicenda sia nella vita privata che nel lavoro, lo abbiamo sempre fatto ma siamo saliti a un livello superiore proprio nei primi difficilissimi mesi dopo il parto. ‘I’ll take you out when you feel alright, I’ll hold you steady when you feel like crying.’

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L'articolo Fare un disco è come partorire di Palmaria è apparso su Rockit.it il 2024-11-27 12:07:00

Tag: album

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