Stamattina il solerte Facebook ci ha avvertito del compleanno di Federico Fiumani, leader storico dei Diaframma e uno dei pochi rappresentanti dell'indie propriamente detto, che compie 60 anni. Indie che sta per indipendente, senza costrizioni e limitazioni, che segue il modus operandi di chi decide di scrivere le canzoni solo quando gli vengono e di andare a registrare solo quando ne sente l'esigenza, per poi tornare al tour che dura in eterno dagli anni '80, con mille cambi di formazione ma sempre lui lì davanti, a muovere il ciuffo e a suonare come gli pare.
Quando io e i miei compagni di scuola abbiamo formato la prima band, invece di buttarci sul grunge come andava nei primi 90s, ci siamo tuffati nell'oceano nero della del gothic, scoprendo ben presto, grazie anche ai molti pellegrinaggi verso lo storico negozio di dischi Contempo Records di Firenze, che in Italia esisteva un movimento di quel tipo, che non aveva niente da invidiare a quelli di tutto il mondo. La New Wave fiorentina dei primi Diaframma, coniugava suoni e intenzioni che andavano dai Joy Division ai Wire. Siberia, il disco del 1984 che ha fatto conoscere la band in tutta Italia, aveva una forza post punk dirompente grazie alla scrittura secca e chirurgica di Fiumani, coniugata con la voce di Miro Sassolini, che sembrava uscita da un disco degli anni '60.
Una volta rilevata interamente la band, che nel tempo è diventata un alter ego dello stesso Fiumani, abbandonata l'estetica oscura per una dimensione più intima, confidenziale e provinciale, il suono dei Diaframma è diventato più mediterraneo, un vero esempio di rock italiano senza gli orpelli tipici: niente assoli da chitarrista macho, niente frasi retoriche ma una sincerità disarmante, abrasiva, che fa bene e male insieme. Dal vivo, testa alta e faccia da schiaffi, pronto al contatto col pubblico e al litigio se necessario, da vero signore che viene dal punk.
Da Gennaio a Caldo, passando per Labbra blu, Adoro guardarti, Verde, Vaiano e tutti i "classici" della canzone (davvero) alternativa italiana, si capisce un po' di più della personalità di Fiumani, che non ha mai cercato di stare simpatico a nessuno e non si è mai venduto per quello che non è. Un po' dandy, un po' maledetto, come un Bukowski che suonasse nei Television di Marquee Moon.
Negli anni dei social, ha preso la palla al balzo per dire la sua su qualsiasi argomento e ha sfruttato l'onda indipendente degli anni 2010 per diventare un personaggio pubblico senza filtri né freni, che non conosce mediazione. La prima volta che ho lavorato con lui è stato all'organizzazione di un concerto solista in provincia. Arrivato con chitarra e ampli, fa un soundcheck veloce e poi va in fila al bar per i drink. Gli faccio: "Ma tu sei l'ospite d'onore, dimmi cosa vuoi che te lo porto" e lui: "Ah, siete gentilissimi qui", sinceramente sorpreso. Questo è un sunto della personalità di chi è abituato a ogni tipo di palco ed è rimasto puro dopo 30 anni e passa di carriera.
A 60 anni, se leggete una sua intervista o un suo status sui social, non lo troverete mai appesantito, ingentilito o annacquato: se ha qualcosa da dire, non tira mai indietro la gamba e riesce ad incendiare i palchi ancora meglio di come faceva quando era più giovane. Quando riusciremo a tornare a vedere i concerti, siamo certi che troveremo i Diaframma in qualche club a far star bene la gente.
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L'articolo Federico Fiumani e i Diaframma: si nasce incendiari e si finisce incendiari di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-05-07 10:32:00
COMMENTI (1)
ottimo articolo. la verità per la verità. Fiumani, personaggio scomodo per molti, ma imprescindibile nella sua viscerale trasparenza. con qualche giorno di ritardo...i miei migliori auguri, signor FIumani