Il secondo giorno di festival lo affrontiamo con più disinvoltura schivando i vari Nudozurdo, Atom Rhumba e le altre svariate band dai nomi improbabili. Anche questo pre serata ci regala una gemma per tramontare in maniera suggestiva: gli O Emperor portano la musica "ammerigana" al FIB Club ed è subito un matrimonio con il paesaggio circostante fatto di deserto e cactus impolverati. Ci lasciamo cullare come ad un concerto dei Low ed il suono valvolare di questi ragazzi è come un doposole per noi che ormai siamo parte di questo popolo paonazzo e selvaggio. Forse potevamo schivare pure quell'adone di Brandon Flowers e il suo patetico karaoke a base di hit dei Killers e canzoni che vagheggiano Freddie Mercury ad ogni inciso. Ci pensa un cambio di programma inaspettato a risollevare il ritmo della serata ed è così che Eddy Argos ed i suoi Art Brut sostituiscono al Palco FIB Club i Morning Benders. La band è in grandissima forma e Argos, tra un pezzo e l'altro scambia battute sarcastiche con i suoi connazionali, ricordando loro di andarci piano con le birre che siamo solo al secondo giorno o perdendosi nella nostalgia delle prime esibizioni dei nostri al FIB. Il resto è puro rock 'n roll da insegnare ai propri fratellini , compreso il pogo-verità scatenato dalla chirurgia sonica tipica di questi londinesi. Ciliegina sulla torta, Argos si getta tra la folla e diventa uno di noi. Lui si che è un surfista! Stasera è percepibile un aumento sostanzioso della folla attorno a noi; sarà perché è arrivato il turno di Casablancas e i suoi al main stage Maravillas.
(The Strokes)
È innegabile che gli Strokes abbiano scritto almeno un disco di pregio ma è altrettanto chiaro che dal vivo sono qualcosa di veramente palloso e insignificante. Avete presente quando un live non riesce a comunicare null'altro che le velleità dei musicisti? Casablancas è in posa dall'inizio alla fine, con quella spocchia tipica da principessina del videoclip. Il problema è che il clip è lo stesso per un'ora e mezza: che mosci! Ci consoliamo godendo lo spettacolo offerto dal pubblico che gremisce totalmente l'area del mainstage. Saranno accorsi in 50.000 per i newyorkesi e a differenza dei loro idoli, sanno divertirsi e sono belli come la luna sopra le loro teste. Finita la grande truffa del rock'n roll ci spostiamo al Fiber Fib dove zio James Murphy sta già facendo saltellare migliaia di persone con la classe di uno che in fin dei conti non deve dimostrare nulla, al massimo, dopo il funerale degli LCD deve reinventarsi per pagare le rate del mutuo ma neanche più di tanto; i suoi dj set emanano sempre una passione unica per la musica e a suon di deep e tecnazza serissima ci rendiamo conto (a malincuore) che le batterie son esaurite e non ce la si può fare ad arrivare fino alle 3 per Friendly Fires e Juan Maclean.
(James Murphy)
Ci trasciniamo fino alla tenda con uno sforzo disumano e crolliamo ignorando il solito mash-up notturno che proviene dai palchi del festival. La stanchezza a volte è la migliore insonorizzazione possibile!
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L'articolo Festival Internacional de Benicàssim 2011 di Amari è apparso su Rockit.it il 2011-08-25 00:00:00
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