"Il Festivalbar torna in prima serata" titolano i giornali e un nostalgico DOC come me deve sperimentare questo evento sulla propria pelle, per capire se davvero fu vera gloria e quanto il coefficiente Gli anni d'oro del grande Real, unito alla giovane età, possa aver elevato a icona transgenerazionale una specie di festa di piazza in playback. Ho guardato avidamente la prima delle puntate di Festivalbar Story su Rete4 e ne sono uscito con un po' di considerazioni sparse.
La prima è che negli anni '80 -'90 li ha scoperti tutti Claudio Cecchetto, che Sandy Marton era croato, che la Irene Grandi di Bum Bum era una ragazza da sogno, che la modella che cantava The Rhythm of the Night era bella, certo, ma che la vera vocalist Jenny B. sarebbe stata altrettanto bella, che Vittorio Salvetti era un'entità che tutto vedeva e tutto premiava, che Fiorello col codino sembrava piuttosto su di giri, che Max Pezzali da vecchio è un 60% più figo che da giovane, che se non sapevi fare il lipsynch for your life tipo finale di RuPaul's Drag Race negli anni '80 non saresti mai apparso in tv, che i fonici del Festivalbar negli 80s erano campioni di collegamenti creativi: jack che penzolavano dalla chitarra, che finivano in tasca, chitarre acustiche che facevano assoli elettrici, batterie formate da due elementi che rullavano come se avessero 18 tom, microfoni senza filo prima che esistesse il wireless, che Acqua della Berté ha una metrica così dispari che sembra partorita dai Meshuggah, che Michelle Hunziker ha un ritratto nascosto in una cripta che invecchia al posto suo, che che le edizioni miseria dei tardi 2000 con Giulio Golia delle Iene alla presentazione hanno messo la pietra tombale su un evento di costume storico.
The Rhythm of the Night, canta Corona, che però non è lei
Per leggere un po' di storia del Festivalbar basta spulciare le nostre memorie, per decidere se fu davvero un programma indimenticabile basta accennare a qualche trentenne (e oltre) le compilation in doppio cd rosso e blu: se gli occhi diventano lucidi, nonostante tutte le possibili critiche da duri e puri, non possiamo non dare al Festivalbar il premio nostalgia. Il connubio vincente è stato ottenuto da Vittorio Salvetti e Fininvest (Berlusconi), che nel 1983 porta il Festivalbar dalla Rai alla tv privata per i giovani e lo fa diventare un evento itinerante nelle piazze e nei centri storici italiani, creando un indotto incredibile anche extra musicale. Giusto per darvi un'idea di che aria si respirava: il primo anno di Fininvest vince la kermesse Vasco Rossi con Bollicine, mentre il Disco Verde va a Scialpi con Rocking Rolling. Nel 2007, l'ultimo anno di produzione, vincono i Negramaro con Parlami d'amore e poteva andare molto peggio, ma gli ascolti ormai non erano più neanche parenti di quelli di una volta. Colpa della musica cambiata, certo, ma anche della scomparsa del patron Vittorio Salvetti e del calo di affetto da casa (leggi: sponsor che danno meno soldi).
Di sicuro, c'è stato anche un drastico calo di qualità dei presentatori: Mago Forest, Cristina Chiabotto, Giulio Golia o Fabio De Luigi, benché simpatici non potevano concorrere con le edizioni classiche di Fiorello e Alessia Marcuzzi, di Amadeus o Gerry Scotti e di Claudio Cecchetto. Ultima ma di certo non meno importante, la musica. Nel 2007 i re del pop sono appannati e la nuova generazione ancora non è emersa, quindi restano tormentoni di one hit wonder straniere e poco altro. Da qui la domanda essenziale: oggi funzionerebbe il Festivalbar? Vediamo di capire.
La definizione un po' scarsa della vecchia televisione: si riconoscono a fatica Gerry Scotti, Tullio De Piscopo e Vittorio Salvetti
Nel 2019, la televisione generalista non se la passa bene e Mediaset non sembra interessata a un cambio di passo: se guardate per puro caso i programmi delle reti di Piersilvio Berlusconi, sembrano un retaggio della gloria che fu, con meno soldi e più trash. Dall'altro canto, la musica in tv quando è fatta bene fa un sacco di ascolti ed è uno dei pochi momenti di aggregazione sociale istantanea, vedete Sanremo o X Factor. In più, di televisioni musicali sul digitale terrestre o sul satellite, gratis, ce ne sono tante ma nessuna sembra fare il mazzo a YouTube, social e share vari. In questi senso, un punto per il ritorno del Festivalbar in tv, ma solo con la formula piena e cioè itinerante, nelle maggiori località turistiche, con ospiti seri e che tenga conto di cosa ascoltano davvero i ragazzi del 2019.
Questa estate è stata incredibilmente piena di tormentoni, ogni cantante più o meno famoso ha infilato qualche parola dal sapore di mare sopra una base simil reggaeton e via andare. Sarebbe stata un'estate esplosiva per il Festivalbar. Qualche nome? J-Ax, Irama, Takagi&Ketra + Giusy Ferreri, Thegiornalisti, Shade, Emis Killa, Jovanotti, Mahmood + Dardust + Sfera Ebbasta, Lo Stato Sociale + Arisa + Myss Keta, Luca Carboni + Giorgio Poi, Tedua + Chris Nolan, Baby K, Loredana Berté, Boomdabash, Ghali, Elisa + Carl Brave, Elettra Lamborghini, Gué Pequeno + Gigi D'Alessio, The Kolors + Elodie, Gazzelle, Marco Mengoni, Coez e Achille Lauro, come minimo. Tutti italiani, tutti facilmente reperibili.
Sandy Marton d'annata ride di tutto questo
Per uno show del genere potrebbero suonare dal vivo o più probabilmente in half playback con la base registrata e la voce dal vivo, per facilitare i cambi palco e la resa sonora da casa; pur preferendo la prima soluzione si tratterebbe comunque del Festivalbar e dopo decenni di finzione, nessuno si scandalizzerebbe davvero. In questo caso, artisti famosi nei social o nella nicchia, che fanno grossi numeri ma che per il paese reale restano senza un volto, potrebbero diventare nel giro di una stagione dei veri Big, per parlare il nazionalpopolarese.
Con un cast così, probabilmente ci sarebbe anche una rinnovata attenzione da parte del pubblico e i giovanissimi potrebbero scoprire per la prima volta quell'elettrodomestico liscio e gigante che campeggia in sala, che i genitori utilizzano così avidamente e che serve per guardarci Netflix: la TV. Tutto sommato, cosa manca davvero per il ritorno del Festivalbar? I soldi? Forse. In realtà, su Italia 1 sta andando in onda Battiti live, un programma nato locale (su Telenorba, pugliese) la cui prima puntata del 2019 ha generato un discreto engagement sui social, uno share dell'8.8% e 300mila interazioni. È stato condotto dal direttore artistico Alan Palmieri insieme a Elisabetta Gregoraci e ha movimentato il lungomare di Bari con una buona parte dei nomi che abbiamo citato sopra. Potrebbe essere una prova generale per il ritorno del programma estivo più amato dai nostalgici italiani? Crediamoci ma neanche troppo, ché l'estate dura poco e poi torniamo a parlare di cose serie.
---
L'articolo Oggi funzionerebbe il Festivalbar? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-07-29 15:00:00
COMMENTI