Quando cucinate, vi è mai capitato di soffermarvi sull’aspetto musicale delle vostre ricette? No, non intendo della colonna sonora che fa da sfondo al vostro talento culinario, ma di tutti quei rumori che accompagnano la preparazione del vostro piatto. Immaginate di fare una banalissima pasta al pomodoro: l’acqua che bolle sul fornello, lo sfrigolio dell’aglio che soffrigge, lo schiocco che fa il tappo della passata quando aprite il barattolo, persino il borbottio del sugo nella padella, sono tutti elementi sonori che vanno a comporre una immaginaria sinfonia rumoristica.
C’è chi ha voluto elevare alla potenza la componente musicale della cucina, trasformando un pasto in un incredibile viaggio non solo per il palato, ma anche per le orecchie: stiamo parlando dei Food Ensemble, formazione composta dal musicista Francesco Sarcone, dallo chef Andrea Reverberi e dal sous chef e sommelier Marco Chiussi. Nelle loro performance, i suoni della cucina vengono campionati e si trasformano in musica, mentre gli ingredienti si compongono e diventano piatti per gli spettatori.
Il loro primo ep, Signature, è composto da 4 tracce/ricette, pensate come un’unica degustazione. Le pietanze servite e trasformate in musica sono: Scampo e kefir con latte bruciato, Incastro di cannoli alle tre creme, Piramidi honey fungus in brodo Bumb e Pork belly su riso bianco cocco. "Signature è la narrazione in prima persona della nostra idea di nutrimento, che avviene non solo attraverso il gusto, ma anche attraverso l’udito. I quattro brani mettono al centro il suono del cibo, protagonista assoluto delle composizioni e veicolo principale delle sensazioni che i quattro piatti vogliono suscitare", ci ha spiegato il gruppo.
Food Ensemble nasce in primo luogo come un’esperienza dal vivo: "Abbiamo creato il progetto partendo dalle nostre personali esperienze e cercando quello che credevamo mancasse in tutto ciò che avevamo fatto fino a quel momento, ossia una forte connessione con il pubblico. Volevamo che i nostri spettatori diventassero degli ospiti, si portassero letteralmente dentro un pezzo della nostra arte, così abbiamo iniziato a sperimentare con la cucina. È il primo concerto che puoi mangiare".
Le esibizioni dei Food Ensemble, finché si potevano fare, erano strutturate così: sulla scena ci sono i tre membri del gruppo, ognuno con la sua postazione microfonata. Andrea e Marco si dedicano alla preparazione del piatto, mentre Francesco si occupa di mettere ordine alla parte musicale. "Tutti seguiamo un semplice copione, un canovaccio che lascia molto spazio all’improvvisazione ma che ci guida all’interno del piatto/brano. I suoni vengono campionati dai diversi microfoni e trasformati in ritmica; aggiungiamo poi altri strumenti suonati live, fino a comporre un vero e proprio brano che culmina con l’impiattamento e finalmente il servizio al pubblico". In tutto questo, c’è anche una certa componente di rischio nel mettere vicino a fornelli e padelle degli strumenti costosi come chitarre, synth e quant’altro. "Per coordinarci, facciamo tantissime prove. E poi è da questa tensione e costante attenzione che nasce la sperimentazione".
L’aspetto più interessante della proposta musicale dei Food Ensemble è il legame che si crea con la rispettiva portata, giocando col rapporto tra gusto e udito per enfatizzare i sapori del piatto. "Sul tema è stato scritto molto, in particolare abbiamo approfondito gli studi di Charles Spence su quella che lui chiama 'gastrofisica'. Abbiamo scoperto che alcune frequenze influenzano la percezione di determinati gusti, quindi abbiamo prodotto i nostri brani di modo che esaltassero i sapori. Unito a questo, c’è l’aspetto armonico dei brani: ogni piatto racconta una storia, la sua musica ne è la colonna sonora. Può succedere quindi che a una nostra performance un piatto caldo, con un brodo avvolgente, carico di umami, ascoltando un brano ricco di frequenze basse e con una ritmica distesa e lenta, con una costruzione armonica conciliante e che questo ti dia un senso di casa, ti faccia sentire al sicuro, appagato e soddisfatto. Questo perché note, sapori, frequenze, profumi ti portano tutti in quella direzione".
Per riuscire a creare questo percorso gastronomico e uditivo, i Food Ensemble hanno attinto a diverse realtà musicali: "In primis ci hanno ispirato le grandi colonne sonore di artisti come John Carpenter, Vangelis, Angelo Badalamenti, musicisti in grado di disegnare con le note paesaggi incredibili. Poi c’è tutto il mondo del sound design, della manipolazione dei suoni, di artisti in grado di trasformare in musica qualsiasi cosa: uno su tutti, Matthew Herbert. Infine grandi live performer in ambito elettronica e dintorni: un esempio è Jamie Lidell, che proponeva dei live strepitosi facendo live looping della sua voce e usando controller come veri e propri strumenti".
Anche durante il lockdown, il trio non si è fermato: per replicare l’esperienza del gruppo in casa, è nata la Home Experience del Food Ensemble: “I nostri ospiti hanno potuto ricevere una box speciale con i nostri piatti da rigenerare e un codice per accedere alla nostra performance in streaming. Il piatto/brano proposto era Tagliolini in brodo Bumb, nelle sue tre varianti: carne - pesce - veg. L’esperienza è piaciuta molto, e sicuramente la riproporremo”.
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L'articolo Il concerto da mangiare dei Food Ensemble di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-03-11 09:37:00
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